Sarà il regista americano Spike Lee ad inaugurare mercoledì 10 dicembre la rassegna 'Il gioco serio dell'arte'. Ideato e condotto da Massimiliano Finazzer Flory in collaborazione con la soprintendenza del Polo museale romano diretta da Daniela Porro, 'Il gioco serio dell’arte' è promosso da Il Gioco del Lotto e anche quest'anno, che giunge alla IX edizione, è ospitato a Palazzo Barberini, presso la Galleria nazionale di Arte antica, nel salone affrescato da Pietro da Cortona. Tema dell'incontro di mercoledì sarà l'agonismo.
Ogni incontro sarà accompagnato da un pendant visuale, con proiezione d’immagini cinematografiche e pittoriche e letture teatrali connesse all’oggetto di riflessione dell’appuntamento. Spike Lee è il regista più importante ed apprezzato nella storia del cinema afroamericano. Grazie alla sua produzione (da 'Fa la Cosa Giusta' a 'When The Levees Broke' il documentario definitivo sull’uragano Katrina), i temi, le rivendicazioni sociali e alcuni decisivi risvolti culturali dei neri d’America, sono stati conosciuti in tutto il mondo.
Finazzer Flory ha incontrato Lee a New York City, in occasione d’un incontro di pallacanestro, sport del quale entrambi sono appassionati. Per Finazzer è stata subito lampante l’opportunità di ospitare Lee a Roma, per confrontarsi sui temi della biografia (il regista ha diretto nel ’92 quella cinematografica di 'Malcolm X') e dell’agonismo, approdando infine a parlare del ruolo del cinema nelle sfide per i diritti civili, che costituiscono il valore essenziale dell’opera di Lee. La IX edizione de 'Il gioco serio dell’arte” proseguirà con gli incontri di Finazzer Flory con Paolo Virzì (gennaio 2015) e Philippe Daverio (febbraio 2015), per concludersi infine nel mese di maggio, con lo spettacolo teatrale 'Essere Leonardo da Vinci', diretto e interpretato dallo stesso Finazzer Flory, una biografia di Leonardo in lingua rinascimentale, che ripercorre gli avvenimenti della sua vita e i temi della sua arte e della sua poetica, affiancata dall’intervista impossibile a Leonardo, con il critico Claudio Strinati nel ruolo dell’intervistatore.
