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Cinema: ‘Un Natale stupefacente’, cinepanettone Filmauro domani in 650 sale

17 dicembre 2014 | 18.43
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‘Basta film a episodi, qui tema unico’ , dice Aurelio De Laurentiis, patron Filmauro che - ormai da tradizione - porta nelle sale il film natalizio. Con molte novità, però, a partire dalla regia, affidata dopo il lungo sodalizio con Neri Parenti a Volfango De Biasi. Interpretato da Lillo & Greg, con Ambra Angiolini, Paola Minaccioni, Paolo Calabresi, il piccolo Niccolò Calvagna, Francesco Montanari e Riccardo De Filippis

Cinema: ‘Un Natale stupefacente’, cinepanettone Filmauro domani in 650 sale

Roma - (AdnKronos/Cinematografo.it) - "E' il 31° anno e quello che abbiamo affrontato è un viaggio che è cambiato già varie volte. Dal 1983, già nei primi sette anni, il percorso è mutato poi è stato ripreso in un certo modo. Siamo stati a Roma, a Milano, poi in giro per il mondo, indietro nel tempo, abbiamo cambiato il cast varie volte, abbiamo rinnovato. Fare film ad episodi era più complicato e, se vogliamo, per certi versi più riduttivo. Con il nuovo regista abbiamo deciso di fare un film a tema unico, puntando su Lillo e Greg, già campioni dei nostri due ultimi Natali. Quello che conta, e che vogliamo scoprire, è se anche stavolta piacerà al pubblico". Parola di Aurelio De Laurentiis, patron Filmauro che - ormai da tradizione - porta nelle sale "il cinepanettone doc". Con molte novità, però, a partire dalla regia, affidata dopo il lungo sodalizio con Neri Parenti a Volfango De Biasi: "Volevamo creare un'evoluzione del franchise, terminati certi contratti abbiamo pensato di rinnovare, anche per quanto riguarda il cast, cercando però sempre dei meccanismi divertenti a partire già dal titolo del film", dice il figlio di Aurelio, Luigi De Laurentiis, anche lui produttore di ‘Un Natale stupefacente’, che da domani, 18 dicembre, arriverà su circa 650 schermi: "Anche se ormai, in tempi di digitalizzazione, sarebbe più corretto iniziare a parlare di numero di spettacoli e non più di copie", precisa Aurelio.

Interpretato, oltre dai già citati Lillo & Greg, da Ambra Angiolini, Paola Minaccioni, Paolo Calabresi, il piccolo Niccolò Calvagna, Francesco Montanari e Riccardo De Filippis, il film segue le vicende di zio Remo (Lillo) e zio Oscar (Greg), che improvvisamente, alla vigilia delle feste natalizie, sono costretti a prendersi cura del nipotino Matteo (Calvagna), dopo che i genitori sono stati erroneamente arrestati per coltivazione e spaccio di sostanze stupefacenti. Completamente inadatti al ruolo, Remo e Oscar devono convincere in primo luogo i due assistenti sociali affidati al caso (Montanari e De Filippis) e, per farlo, finiscono per coinvolgere le persone a loro più vicine, come Marisa (Minaccioni), ex moglie di Remo ora "impegnata" con il tatuatore Giustino (Calabresi) e Genny (Angiolini), nuova fiamma di Oscar, tra l'altro chiamato a rivedere il suo status di single incallito...

"E' un film di transizione, dopo anni di struttura a episodi, e oltre al tema unico quello che volevo era evitare a tutti i costi la gag avulsa dal contesto. La gag, per come la vedo io, deve essere qualcosa che riempie di senso la scena, che faccia ridere lo spettatore senza distoglierlo però dalla vicenda portante", spiega Volfango De Biasi, anche sceneggiatore del film (come per i due precedenti cinepanettoni) insieme a Bencivenni, Pignotta e Saverni: "Ma abbiamo deciso di coinvolgere tutti gli attori ogni volta che scrivevamo un draft, ci hanno dato suggerimenti, anche sul set, e anche per questo, oltre al fatto che sono un loro grande estimatore da tempo, è possibile scorgere in alcuni momenti qualche rimando al repertorio di Lillo e Greg, anche musicale", dice ancora il regista. "Abbiamo avuto la fortuna di avere fiducia sin da subito dalla Filmauro - racconta Lillo -. E proprio per questo, già da tre anni, c'è forte sinergia già in fase di scrittura. In questo caso si è spinto molto sulla dimensione favolistica del racconto, ambito in cui forse ci troviamo meglio, dove con naturalezza sei portato ad esprimere caratteristiche dei personaggi riuscendo a rendere credibile anche situazioni che possono sembrare assurde".

Cambia anche la dimensione dei ruoli femminili rispetto al passato: "Sono figlio di una femminista, per me la donna è un oggetto sacro e l'idea di un personaggio femminile stereotipato per me non ha alcun fascino. Nel 2014 credo sia impossibile non riuscire a creare figure femminili a tutto tondo", dice ancora De Biasi, al quale fanno eco le due protagoniste Paola Minaccioni e Ambra Angiolini: "E' un film, questo, che rispetto al passato credo possa essere anche esportabile, forse proprio alla scrittura di personaggi femminili più complessi, brillanti ma con umanità e dolcezza", dice la prima. "Interpretare Genny è stato come entrare in una SPA, sono stata messa nelle migliori condizioni per fare il mio lavoro, di trasformarmi in un certo senso. E credo sia questa la cosa più importante in questo mestiere".

Anche se, fa notare qualcuno in sala, il trailer del film sembra puntare sempre sulle gag e meno sulla storia: "Fare promozione di un film oggi non è facile. Devi creare un contenuto con un linguaggio diverso ma con modalità castranti. In tv non più di 30 secondi, in sala gli esercenti si fanno pagare per mettere i trailer, cosa ridicola perché in America ci sono solo trailer di 2 minuti e 40 secondi, mentre noi siamo costretti a farli da 90 secondi. Associativamente parlando siamo la schifezza della schifezza della schifezza...", tuona De Laurentiis.

Poi aggiunge: "Vogliamo distribuire questi film in modo migliore? Non è possibile far uscire 20 film insieme, e poi in estate aspettare solo che le grandi major facciano uscire qualche blockbuster. Navighiamo in acque incontrollate: abbiamo l'Anica, l'Agis, l'Anec e via dicendo, associazioni che non servono a nulla, che non servono al mercato e che di conseguenza non aggiungono nulla alla già inesistente cura nei confronti delle persone che vorrebbero continuare ad andare al cinema".

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