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Conservatori: Roberto Fabbri, legge graduatoria docenti non è illuminata

23 dicembre 2014 | 18.33
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Il chitarrista e compositore analizza la legge 128 del 2013 augurandosi che si trovi una nuova via per il reclutamento dei docenti, in linea con quanto accade all'estero, visto che l'attuale graduatoria non tiene conto dei titoli artistici e, per fare alcuni esempi, vede artisti del calibro di Danilo Rea all'undicesimo posto

Roberto Fabbri
Roberto Fabbri

"Sicuramente la rigidità con cui il Ministero dell'Università e della ricerca ha indetto la graduatoria nazionale con cui alcuni istituti indicono le loro graduatorie dà prova di essere scarsamente illuminati e di poca flessibilità nei confronti dei musicisti". E' il punto messo a fuoco da Roberto Fabbri, concertista, compositore, autore e didatta, facendo il punto con l'Adnkronos sui conservatori italiani.

"Io insegno da tanti anni nei conservatori, ne ho girati tanti e ritengo - dice all'Adnkronos - che la criticità maggiore sia quella del reclutamento dei docenti. La legge 128 del 2013 fatta per reclutare i docenti a livello nazionale per tutti gli strumenti con una graduatoria non prevede l'esame dei titoli artistici dei concerti, ma solo gli anni di insegnamento. Un criterio questo - osserva il chitarrista, unico italiano a far parte dell'esclusivo gruppo di chitarristi classici Sony formato da Julian Bream, John Williams, Los Angeles Guitar Quartet e Sharon Isbin - ha creato malcontenti perché molti musicisti di chiara fama occupano posti in graduatoria non in linea con il loro livello artistico (Danilo Rea è 11esimo, Maria Pia De Vito è 13esima, Roberto Prosseda è 52esimo, ndr) o sono rimasti addirittura fuori (come è il caso dello stesso Fabbri) da questa graduatoria nazionale, pur essendo artisti nazionali che girano il mondo".

"Ci sono poi istituti - fa notare Fabbri che è anche l'unico chitarrista italiano a comparire nel 'Pure Emotions - Classical Guitar Love', uno dei più importanti progetti antologici ideati e pubblicati da Sony Classical Italia per la stagione autunno-inverno 2014-2015- che hanno indetto delle graduatorie loro, passando all'opposto: anziché valutare la parte artistica oppure l'anzianità didattica, hanno valutato più una prova pratica di esecuzione concertistica. Un didatta, però, non è solamente un concertista ma è qualcuno che ha studiato ed ha esperienza nella trasmissione delle conoscenze. In Italia non si riesce a trovare la via di mezzo che sappia coniugare il lato artistico con il didattico e lo storico del docente ed io mi auguro che il futuro invece sia questo. All'estero questo - evidenzia il musicista - non esiste: viene dato lo stesso peso ad ogni aspetto per trovare l'insegnante migliore".

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