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Cinema: i 60 anni da eroe di Kevin Costner

14 gennaio 2015 | 16.11
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La sua recitazione sobria e contenuta ricorda i divi del cinema hollywoodiano anni Quaranta come Gary Cooper e James Stewart. Cresciuto in un ambiente conservatore, decise di fare l'attore all'università. La sua occasione arrivò con 'Il grande freddo' anche se il suo ruolo fu tagliato (Foto)

Kevin Costner (Foto di Alessia Pierdomenico) - ALESSIA PIERDOMENICO
Kevin Costner (Foto di Alessia Pierdomenico) - ALESSIA PIERDOMENICO

Ha interpretato tante volte l'eroe, "che sa fare e dire le cose giuste al momento giusto". Quegli stessi eroi che da spettatore lo hanno sempre affascinato tanto. In 30 anni di carriera Kevin Kostner di ruoli ne ha interpretati davvero tanti, e diversi, ma ciò che lo ha sempre contraddistinto, oltre alla sua presenza fisica, è quel tipo di recitazione sobria e contenuta, che ricorda da vicino i divi del cinema hollywoodiano anni Quaranta come Gary Cooper e James Stewart.

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E oggi a 60 anni, che compirà il prossimo 18 gennaio, continua a mettere sempre molto impegno in ciò che fa, perché "io non mi disinnamoro delle cose, me ne innamoro", ha detto l'attore, regista e produttore cinematografico in un'intervista esclusiva che Studio Universal manderà in onda nel giorno del suo compleanno.

L'ultima sfida è 'Black or white', un film di cui l'attore americano è protagonista e produttore e che racconta la storia di un uomo che si rifugia nell’alcool dopo la scomparsa improvvisa della moglie con la quale stava allevando la nipotina mulatta orfana di mamma (sua figlia) e abbandonata dal padre. La nonna paterna decide che la bimba non può più crescere con lui in un quartiere di bianchi, dove dimenticherà le sue origini. Il film, tratto da una storia vera, uscirà nelle sale italiane a marzo prossimo.

Cresciuto in un ambiente conservatore, decide di fare l'attore all'università

Nato a Lynwood, città della contea di Los Angeles (California), e "cresciuto in un ambiente conservatore", tanto che "quando suonavo il piano -ricorda- non avevo il permesso di suonare il rock and roll", Kevin Costner ha lontane origini tedesche, irlandesi e cherokee .

E' solo all'università che decide di fare l'attore, dopo essersi iscritto alla facoltà di Economia "per compiacere i genitori, non avendo un'idea chiara di ciò che volessi fare da grande. Ma non mi piaceva, non ero portato per quelle materie". Gli era sempre piaciuto esibirsi ma in una famiglia di operai come la sua recitare non era considerato un modo per guadagnarsi da vivere.

"Soltanto quando ho conosciuto il mondo della recitazione e il mondo del cinema mi si sono chiarite le idee, ma non conoscevo nessuno in quell'ambiente e non studiavo neanche recitazione. Ci sono voluti sei, sette anni, dall'arrivo a Hollywood, per cominciare a guadagnare uno stipendio", ammette.

La sua occasione arriva con 'Il grande freddo' anche se il suo ruolo viene tagliato

Negli anni Ottanta interpreta una serie di film, ma è con 'Fandango' del 1985 che si fa conoscere al grande pubblico. La sua occasione in realtà era arrivata prima, quando aveva avuto il ruolo di Alex ne 'Il grande freddo' di Lawrence Kasdan. La sua parte però viene tagliata in sede di montaggio, così il volto di Alex - il suicida in occasione del cui funerale i suoi vecchi compagni di college si riuniscono - non viene mai mostrato: "Quando ottenni quel lavoro capii che era arrivato il mio momento, la mia occasione. Tutti mi dissero: sarai stato demoralizzato dal fatto che nel film non c'eri... Ovviamente sarebbe stato bello esserci. Ma capii che comunque quella era stata una occasione".

Infatti nel 1985 proprio Kasdan, forse per 'risarcirlo', lo fa recitare in 'Silverado'. Poi ci sono 'Gli intoccabili' in cui interpreta il ruolo di Eliot Ness, un personaggio austero in mezzo a tanti personaggi eccentrici, 'Senza via di scampo', 'Bull Durham' e 'L'uomo dei sogni'.

Nel 1990 la sua prima opera da regista, 'Balla coi lupi' (in cui investì 3 milioni di dollari di tasca propria), ottiene sette Oscar, tra i quali quello per la Miglior regia, e rilegge un genere come il western. Negli anni Novanta le sue interpretazioni si susseguono: protagonista in 'Robin Hood-Principe dei ladri' (1991) di K. Reynolds e, nello stesso anno, nel centrale ruolo del procuratore Jim Garrison in 'JFK' nello stesso anno.

L'incontro con Clint Eastwood imprime un'ulteriore svolta nella sua vita artistica

Dopo 'Guardia del corpo' (1992), al fianco della cantante Whitney Houston, l'incontro con Clint Eastwood ha impresso un'ulteriore svolta nella vita artistica di Costner, portandolo a interpretare un personaggio 'negativo' in 'Un mondo perfetto' (1993). Anche per i successivi ruoli dello sceriffo Wyatt Earp nell'omonimo film (1994) e di Mariner in 'Waterworld' (1995) continua questa trasformazione verso personaggi difficili, incapaci di comunicare. E' con 'Le parole che non ti ho detto' del 1998 che è tornato al successo di pubblico interpretando il classico ruolo dell'eroe romantico.

Negli anni 2000 ha interpretato per lo più commedie, ma anche film d'impegno ('Thirteen Days') o thriller ('Il segno della libellula' - Dragonfly'). Apprezzata da pubblico e critica anche la sua terza opera da regista 'Terra di confine - Open Range', altro western , che ha mostrato ancora l'impegno e il coraggio dell'attore-regista a cimentarsi con un genere ormai non molto fortunato al botteghino e in parte dimenticato dal pubblico.

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