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Cinema: Leviathan, deputato russo chiede restituzione fondi pubblici

19 gennaio 2015 | 16.38
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L'estensore della legge contro la propaganda gay di fronte ai minori Andrei Milonov chiede il provvedimento contro l'opera di Andrei Zvyagintsev candidata all'Oscar per il miglior film straniero: "Non rispecchia la tradizione culturale russa e e incita all'odio"

L'attore Roman Madianov che nel film è il sindaco di una cittadina della regione di Murmansk (Infophoto)
L'attore Roman Madianov che nel film è il sindaco di una cittadina della regione di Murmansk (Infophoto)

Il deputato russo dell'assemblea di San Pietroburgo Vitaly Milonov, già autore della legge contro la propaganda gay di fronte ai minori che è poi stata estesa a tutto il paese, sollecita il premier Dmitry Medvedev di chiedere alla produzione del film Leviathan -vincitore del Golden Globe, premiato a Cannes per la migliore sceneggiatura, e candidato all'Oscar per il miglior film straniero- la restituzione dei finanziamenti pubblici assegnati per la realizzazione dell'opera di Andrei Zvyagintsev

Il film "è un'opera contro la gente, realizzata con i soldi della gente, non rispecchia la tradizionale culturale russa, discredita la scuola nazionale di cinematografia e incita l'odio nella società. Inoltre contiene una serie di stereotipi russofobi per fomentare una immagine negativa dello stato e della società russa", ha dichiarato Milonov. Il ministero della Cultura, da cui hanno avuto origine i finanziamenti concessi due anni fa, in questi giorni ha precisato che l'opera non merita i fondi che ha ricevuto e che in futuro non sosterrà progetti simili. Sull'onda delle critiche a Leviathan, una fonte del ministero citata nei giorni scorsi dall'agenzia Interfax ha anticipato che è in discussione una direttiva che proibisce la distribuzione nelle sale di film che diffamano la cultura russa, minacciano l'unità del paese o le fondamenta dell'ordine costituzionale.

Il provvedimento attua anche con una serie di regole la legge contro il turpiloquio nelle opere letterarie, teatrali e cinematografiche entrata in vigore lo scorso anno e usata come giustificazione per ritardare l'uscita del Leviatano, un film tratto da un romanzo americano e trasposto nella regione di Murmansk in cui un un uomo viene schiacciato da un potere sordo e avido. Si sono già espressi contro la norma bollandola come un tentativo di censura il direttore della rivista Iskusstvo Kino (Cinema Arte) Daniil Dondurei e il regista a presidente dell'Unione dei cineasti (KinoSoyuz) Andrei Proshkin. "Cosa significa unità nazionale? E' un termine nuovo che non esiste, è un attacco senza precedenti al buon senso", ha dichiarato Dondurei.

La distribuzione del Leviathan in Russia, in un primo momento sospesa dalle autorità per la violazione della nuova legge contro il turpiloquio nelle opere d'arte, inizierà, limitata a poche sale, il prossimo cinque febbraio senza le battute incriminate. Nel frattempo, nella regione di Samara è stata promossa una campagna contro l'attore che nel film ha il ruolo del prete ortodosso vicino a questo potere.

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