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Cinema: Freda, da Loren a Hepburn in 60 anni ho truccato le dive più grandi

22 gennaio 2015 | 18.33
LETTURA: 6 minuti

Ha messo il rimmel sugli occhi indimenticabili di Sophia Loren, tolto il cerone dal viso di Gina Lollobrigida anche se lei ci teneva tanto, esaltato l'eleganza semplice, e così glam, di Katharine Hepburn. Francesco Freda in 60 anni di cinema ha truccato le più belle dive del cinema, quando ancora il grande schermo era solo magia. Ora, l'89enne artista del trucco racconta chicche e aneddoti in un libro dal titolo evocativo, 'L'artigiano della bellezza'. Di Ilaria Floris

Cinema: Freda, da Loren a Hepburn in 60 anni ho truccato le dive più grandi

Di Ilaria Floris

Ha messo il rimmel sugli occhi indimenticabili di Sophia Loren, tolto il cerone dal viso di Gina Lollobrigida anche se lei ci teneva tanto, esaltato l'eleganza semplice, e così glam, di Katharine Hepburn e perfino messo le ciglia finte sugli occhioni di Marcello Mastroianni in 'Divorzio all'italiana'. In 60 anni di cinema Francesco Freda ha truccato i più bei divi di sempre, quando ancora il grande schermo era solo magia. Umbro, classe 1925, ha vissuto sui set dei principali film del Neorealismo italiano, e - da Ava Gardner a Gina Lollobrigida, da Monica Vitti a Claudia Cardinale- il suo compito è sempre stato quello di far emergere la loro verità, la bellezza autentica che le ha rese dive e non solo belle. "Per me l'autenticità è quello che conta -racconta l'artista 89enne conversando con l'Adnkronos- sentire lo scambio di pelle che passa tra me e la persona che sto truccando, far emergere la sua verità. Se non sento questo, non riesco nemmeno bene nel mio lavoro".

Francesco Freda racconta ora la sua avventura in un libro dal titolo evocativo 'L'artigiano della bellezza'. "Incontrai un violinista di fama in aereo, e gli dissi che io ero un umile artigiano in confronto alla sua arte. Mi rispose una frase che mi è rimasta in mente: 'Si ricordi che l'arte è la massima espressione dell'artigianato'. Da lì -spiega Freda- il titolo del mio libro". L'incontro con il truccatore Alberto De Rossi negli anni Quaranta fu determinante, la comune passione calcistica per la Roma li avvicinò e da quel momento Cinecittà diventò la seconda casa di questo giovane studente di architettura.

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Nel testo Freda rievoca incontri, aneddoti, piccole chicche, come la collaborazione con la Loren, da 'La ciociara' a 'Sabato, domenica e lunedì', e con Katharine Hepburn, da lui considerata icona assoluta di eleganza e glamour. "La Hepburn credo sia stata una delle donne umanamente più valide. La sua pulizia, la sua passione per lo stesso uomo per tutta la vita, Spencer (Tracy, ndr), sono cose che non si trovano facilmente". E ricorda quella volta sul set, quando "si creò il panico perché non si trovava più il golf rosso, tutto sdrucito, che era di Spencer ma che lei indossava sempre, e voleva vicino a sé".

Con la Loren invece è stata una collaborazione quasi trentennale, che ha reso il loro rapporto speciale: "Io non posso parlare della Loren come parlo delle altre -ammette Freda- perché abbiamo collaborato a strettissimo contatto per decenni, dall'alba a notte fonda e a volte da notte fonda all'alba. Lei è una grande professionista molto attaccata al lavoro, e bisognava seguirla passo passo. La più grande soddisfazione? Quando mi fece una dedica, dicendo: 'Spero che la vita mi tratti con la delicatezza con cui l'hai fatto tu'".

La ricerca della perfezione è sempre stato il suo pallino. Figlio del Neorealismo, l'epoca dell'importante fioritura cinematografica che diffuse in tutto il mondo il nome di grandi registi e attori italiani, Francesco detto Franco non ha mai voluto stravolgere i visi delle attrici che truccava, perché "la naturalezza è il risultato più difficile da ottenere". E così, sono un po' merito suo lo sguardo inconfondibilmente miope della musa di Antonioni Monica Vitti, gli occhi da cerbiatta di Liza Minnelli, la sensualità naturale di Claudia Cardinale. "E' il tentativo di creare una forma d'arte -afferma- cioè creare nel volto della donna la verità e nello stesso tempo la qualità. Portare alla memoria tutte le mie modeste nozioni di pittura, questo era il mio compito. Parlo spesso dei Macchiaioli, di Boldini. Artisti che hanno fatti dei quadri con volti di donne meravigliosi”.

Talvolta, "come nel caso di Gina Lollobrigida ne 'La città si difende'", ricorda, ha dovuto faticare a convincerle a rinunciare a ciglia finte e cerone. Perché lui ha sempre pensato che 'less is more', meno è meglio, come ora dicono gli americani. "La gioia maggiore per me è stato quando Scola mi chiese di truccare il viso della Loren con il massimo della verità, dare al volto una naturalezza valida, anche se faceva la casalinga". Anche gli uomini sono passati sotto le mani fatate di Freda: da Vittorio Gassman a Frank Sinatra, da Jack Nicholson a Marcello Mastroianni. Di quest'ultimo ha 'realizzato' anche il volto in 'Divorzio all'italiana'. Anche lì la parola d'ordine è stata "il trucco c'è, ma non si vede".

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