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Danza: lo stilista Emanuel Ungaro 'veste' i 'Carmina' di van Hoecke

18 febbraio 2015 | 17.57
LETTURA: 4 minuti

"Non c'è più nessuno che trasmetta i segreti di un mestiere, ma anche un'etica, una disciplina, un rispetto per gli altri e per il proprio lavoro". Lo stilista ha firmato per il Teatro dell'Opera di Roma i costumi per i 'Carmina Burana' di Orff con la regia e la coreografia di Micha van Hoecke

Emanuel Ungaro e Micha van Hoecke
Emanuel Ungaro e Micha van Hoecke

Confessa di essere stata la 'sua prima volta' nel mondo nella danza, lo stilista Emanuel Ungaro, che ha firmato per il Teatro dell'Opera di Roma i costumi dei 'Carmina Burana' di Carl Orff (regia e coreografia di Micha van Hoecke), in scena sino a venerdi' prossimo al Costanzi. ''I 'Carmina Burana' di Orff sono un'opera piena di poesia, di intensa poesia- dichiara all'Adnkronos Emanuel Ungaro - I 'Carmina' sono un sogno, qualcosa che è nell'aria... Io ho semplicemente cercato di vestire questa poesia, questo sogno, questa leggerezza. Qualcosa che ha un significato misterioso e profondo''.

Emanuel Ungaro e Micha van Hoecke, ex danzatore, attore, regista e coreografo belga, ma di origine russa, non avevano mai lavorato insieme. ''Un matrimonio riuscito, il nostro - aggiunge il grande maestro francese- Pur non frequentandoci abbiamo, entrambi, frequentato a Parigi le stesse persone. Fermenti, emozioni, spettacoli, artisti grandissimi. Da Jean Babilée e Maria Casarès a Maurice Béjart con il suo 'Ballet du XX Siècle'. Forse un segno del destino. Con Micha, prima o poi, ci saremo incontrati''.

E riguardo ai suoi abiti, cosa ha provato, Ungaro, vedendoli danzare? ''E' un sogno che si realizza - risponde - Ho cercato di dare ai costumi dei danzatori una certa 'liquidità' affinché il corpo, danzando, potesse essere libero di muoversi, di esprimersi. E' la prima volta che lavoro per il teatro di danza - prosegue Ungaro - Sono felice, mi sono trovato benissimo a Roma anche grazie al contributo di tutte quelle persone che lavorano nella Sartoria del Teatro dell'Opera''.

'Mancano oggi i maestri che trasmettano un'etica, una disciplina, il rispetto profondo per gli altri e per il proprio lavoro'

Per Micha van Hoecke gli abiti di Emanuel Ungaro rappresentano ''la potenza, la leggerezza. Perché il vestire è come un'apparire dell'anima. Non soltanto amplia, dilata il gesto, il movimento, ma esorta, stimola l'interpretazione''. Gli fa eco Emanuel Ungaro: ''Insieme abbiamo sollevato da terra i 'Carmina Burana'. In alto, molto in alto, su di un piano orizzontale, bellissimo, pieno di luce, di sole, di incanto. La poesia è anche questo".

Nessun rimpianto per aver abbandonato l'alta moda, lui, una delle icone dell'haute couture del '900. ''Non c'è alcuna nostalgia per il passato - spiega ancora - Ma rispondo citando il mio maestro, Cristobal Balenciaga. Chiuse il suo atelier nel 1968, perché, disse, non esistevano più donne che avrebbero potuto indossare i suoi abiti. Ma forse la moda non morirà mai - aggiunge Emanuel Ungaro - In fondo è un Rinascimento continuo e poi non ci si può fossilizzare sul passato''.

''Ci sono stati grandissimi creatori, Mademoiselle Chanel, madame Vionnet, Christian Dior. Poi è c'è stata la generazione di Cristobal Balenciaga, Saint Laurent, Courreges, la mia. Ma forse quello che manca oggi realmente nell'alta moda, sono i grandi maestri. Maestri - conclude- che possano trasmettere non solo un mestiere, ma anche un'etica, una disciplina, un rispetto profondo per gli altri e per il proprio lavoro''.

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