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Cinema: Pannofino in 'Patria', l'Italia deve risollevarsi

26 febbraio 2015 | 11.01
LETTURA: 4 minuti

L'attore è fra i protagonisti del film di Felice Farina, nei cinema da questo fine settimana. Pannofino interpreta Salvatore Brogna, ennesimo operaio di una fabbrica che chiude e licenzia. Per protesta, l'uomo si arrampica su una delle torri della fabbrica, minacciando di buttarsi giù, qualora non arrivasse la tv a documentare la protesta, a lui si accodano altri due dipendenti della fabbrica, un sindacalista e il custode /Guarda la videointervista

Francesco Pannofino in una scena di 'Patria' (Foto dalla pagina ufficiale su Facebook del film) - Dalla pagina ufficiale su Facebook di 'Patria'
Francesco Pannofino in una scena di 'Patria' (Foto dalla pagina ufficiale su Facebook del film) - Dalla pagina ufficiale su Facebook di 'Patria'

"Il film attraversa 30 anni di storia italiana, anni difficili segnati dai licenziamenti in massa e dalle occupazioni delle fabbriche -racconta Francesco Pannofino all'Adnkronos, parlando di 'Patria', diretto da Felice Farina e da oggi nelle sale- Bisogna fare qualcosa per risolvere la situazione e spero che si rimetta in moto l'economia".

Pannofino interpreta Salvatore Brogna, ennesimo operaio di una fabbrica che licenzia. Per protesta, l'uomo si arrampica su una delle torri della fabbrica, minacciando di buttarsi, se non arriva la tv a documentare la protesta, a lui si accodano altri due dipendenti della fabbrica, un sindacalista e il custode.

"Nella pellicola, la Storia recente si mescola con la vita dei personaggi -spiega l'attore- il mio personaggio è di destra, quello di Roberto Citran è un rappresentante sindacale e c'è il terzo, interpretato da Carlo Gabardini, che è il custode della fabbrica. Ognuno di loro, su quella torre, racconta la Storia dal suo punto di vista. Ne nasce un rapporto d'amicizia e un senso di solidarietà tra i tre. In tutto questo si sente la speranza per il futuro".

L'attore, in generale, appoggia la protesta "civile e senza eccessi" che, dice, "danno fastidio". "Io e Farina siamo andati a Carbonia, in Sulcis, dove c'è una situazione difficile: il presidio degli operai e dipendenti davanti alla fabbrica come segno di protesta -dice Pannofino- Si tratta di una cosa organizzata dai sindacati e lì abbiamo portato la nostra solidarietà trascorrendo una giornata molto allegra con gli operai, senza alcuna malinconia o tristezza. Io spero si risolva tutto, magari con l'aiuto delle istituzioni, dei sindacati e un po' di tutti. Ho promesso agli operai che, nel caso, sarei tornato a festeggiare con loro".

Pannofino è noto anche per la sua lunga carriera nel doppiaggio, che ha iniziato a 19 anni: "Il lavoro del doppiaggio è nobilissimo, mi accompagna e accompagnerà per sempre. E' una specializzazione del nostro mestiere, dove oltre al talento artistico, c'è anche una componente tecnica, che va imparata sin da giovani. Certo esprimersi con tutto il corpo, compresa la faccia, è un lavoro più completo per un attore".

E l'attore, nella sua interezza come solo il palcoscenico può garantire, è da poco reduce del successo in teatro con "'I suoceri albanesi' di Gianni Clementi, per la regia di Claudio Boccaccini" che "è andato benissimo alla sala Umberto di Roma e stiamo organizzando una tournée per il prossimo anno -spiega Pannofino che, al contrario di Salvatore Brogna, non sembra preoccuparsi per il futuro- Non mi sono scervellato per capire cosa farò il prossimo anno perchè già lo so. E riguardo a cinema o tv, si vedrà perchè sono cose imponderabili e nessuno può sapere cosa succederà".

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