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Cinema: Paul Haggis, 'Third person' omaggio al cinema italiano'60 e '70

09 marzo 2015 | 19.54
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Così il regista e sceneggiatore canadese, premio Oscar nel 2006 per 'Crash', racconta cosa ha ispirato il suo ultimo film (in uscita il 2 aprile nelle sale italiane) girato quasi interamente nel nostro Paese. Nel film anche Scamarcio: "E' stato molto divertente lavorare con lui", ha rivelato il cineasta, a Roma per dirigere due esclusive master Class di recitazione al Teatro Golden

Il regista Paul Haggis a Roma
Il regista Paul Haggis a Roma

Un omaggio al cinema italiano degli anni Sessanta e Settanta, "quello di Pasolini e di Antonioni", che hanno "ridefinito completamente la mia idea di fare cinema". Così il regista e sceneggiatore Paul Haggis, premio Oscar nel 2006 per 'Crash', racconta cosa ha ispirato 'Third person', il suo ultimo film (in uscita il 2 aprile nelle sale italiane) girato quasi interamente in Italia. "Non è un segreto che l'Italia sia il paese che preferisco: ogni scusa è buona per venire, o per girarci un film", ha detto il cineasta candese, a Roma per dirigere due esclusive master Class di recitazione al Teatro Golden i cui proventi verranno interamente devoluti ad 'Artists for Peace & Justice', un'organizzazione no profit che, nel caso specifico, li utilizzerà per costruire delle scuole per i poveri di Haiti.

'Third Person', nel cui cast lo sceneggiatore di 'Crash' e di 'Million Dollar Baby' ha voluto attori come Liam Neeson, Mila Kunis, Olivia Wilde e gli italiani Vinicio Marchioni e Riccardo Scamarcio, "inizia come un'esplorazione dell'amore attraverso tre storie diverse, che analizzano tre momenti differenti dell'amore: l'inizio di una storia, il 'durante' e il momento della fine", racconta Haggis. Ma durante la scrittura il processo creativo si è modificato: "Nel film Liam Neeson interpreta uno scrittore, e il film racconta quello che noi scrittori siamo disposti a fare pur di creare: arriviamo ad uccidere. Quindi nasce come un film sull'amore ma in realtà è un film sul processo creativo", rivela il regista.

Che racconta anche come è stato lavorare con l'italiano Riccardo Scamarcio, voluto nel cast dalla coproduttrice Moran Atias: "Lui è molto divertente", dice Haggis, che ha girato il suo film ambientandolo in tre città, Parigi, New York e Roma, ma l'ha girato quasi interamente nella Capitale. Nella pellicola, Scamarcio interpreta un barman il cui sogno sarebbe stato quello di diventare come Francesco Totti: "Gli ho chiesto di fare questa parte - racconta il regista- perché lui ha spesso interpretato ruoli romantici, mentre io volevo fargli fare un personaggio comico".

Fra tre giorni esce negli USA 'la miniserie sul razzismo 'Show me a Hero' da lui direttaLa scelta degli attori, rivela il regista canadese, avviene però sempre dopo che la scrittura del film è finita. "I luoghi mi ispirano -rivela- ad esempio l'incontro con una zingara rom a Roma nel 2008 mi ha dato l'idea per uno dei personaggi di 'Third Person', gli attori invece non fanno la differenza. Non scrivo pensando a loro, e se lo fai non fai un favore all'attore: mi piace farmi sorprendere mentre recitano quello che ho scritto". Il regista, che ha lavorato molto anche per la tv, ama molto entrambe le cose e passa con disinvoltura dalla televisione al cinema rivelando di "non cambiare approccio di scrittura". Fra tre giorni uscirà negli Stati Uniti per HBO 'Show me a Hero', una miniserie da lui diretta basata sulla vera storia scritta da Lisa Belkin che racconta i fatti del 1998, quando la città di Yonkers rischiò la bancarotta per essersi rifiutata di costruire case popolari per neri. "E' stata un'esperienza forte, 75 giorni di riprese consecutivi su un tema molto importante, quello del razzismo e dell'antisemitismo -dice Haggis, che per la prima volta ha diretto una storia non scritta da lui- e a New York è un problema attuale. La questione durò 5 anni, ma la vicenda giudiziaria si è conclusa nel 2007".

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