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Tv: Saviano, sembra strano ma 'Amici' è il posto giusto

09 aprile 2015 | 16.30
LETTURA: 3 minuti

Lo scrittore parla ai ragazzi del talent di Maria De Filippi, ospite della prima puntata in onda sabato 11 aprile. Supportato da alcune foto di attualità, l'autore di 'Gomorra' affronta il tema immigrazione cercando di spiegare ai ragazzi in studio e ai giovani telespettatori cosa c'è dietro

Roberto Saviano con Maria De Filippi nello studio di 'Amici'
Roberto Saviano con Maria De Filippi nello studio di 'Amici'

"Sicuramente sembra strano che sia qui, cosa c’entro non canto non ballo; scrivo vengo da un altro percorso. Eppure in realtà sono convito che è il posto giusto". Così Roberto Saviano esordisce nel suo intervento da ospite d'eccezione della prima puntata del serale di 'Amici', che va in onda sabato 11 aprile e che è stato preceduto, per stessa ammissione del protagonista, da diverse critiche. "Cerco sempre di parlare a ragazzi, mi nutro dell’incontro con loro, vado nelle scuole, nelle università e questa in qualche modo è una scuola particolare e quindi sono contento e lo ritengo un privilegio potervi parlare", aggiunge.

"Siete in un’età in cui scrivete il futuro, siete in un momento cruciale e la mia generazione come anche la vostra spesso si trova di fronte la possibilità unica di realizzarsi andando via", sottolinea Saviano. Ma poi aggiunge: "Questa è una risposta a qualcosa che non funziona". "Siamo abituati in qualche modo a vedere, ad esempio nei tg, nelle news, ormai con una certa indifferenza tutti coloro che partono dalla loro terra, i barconi, Lampedusa, sentiamo il numero dei morti spesso elevatissimo e passa così, come un elemento ordinario che ci sta, sta nelle cose".

Lo scrittore, "si parte per resistere" e cita Calamandrei

Così lo scrittore annuncia di voler "provare ad indicare quali sono le storie che stanno dietro quei numeri o quello che sta succedendo perché spesso al di là degli slogan è fondamentale approfondire", "prendersi tempo per capire". Per questo - spiega - si fa aiutare da alcune foto. La prima foto è quella della bambina che vive nel campo profughi siriano e che si è arresa al fotografo, scambiando il teleobiettivo con un'arma ed alzando le mani davanto al photoreporter. "Rispetto ad un altro bambino che avrebbe fatto una smorfia perché ne ha viste molte di macchine fotografiche -dice Saviano ai ragazzi- lei ha visto un gesto che è simile perché anche chi ha un fucile chiude un occhio per mirare".

Poi mostra un video per spiegare che c'è chi tenta di emigrare dal Marocco nascosto nel doppio fondo di un'automobile, "spazi minuscoli, poco ossigeno al buio ore, tombe mobili…". Ed arriva all'epilogo: "Sono convinto che partire vuol dire spesso resistere, difendere la propria dignità". "Quindi -prosegue- immagino la loro attività come attività di resistenza per cui mi è venuto in mente Piero Calamandrei padre della costituzione italiana che ha scritto delle righe su altri resistenti, partigiani indicando come noi di fronte a tragedie così gravi potevamo rispondere. Come si può rispondere? E lui meglio delle mie parole scrive questo: 'Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere. Si sono riservati la parte più dura e più difficile, quella di morire di testimoniare con la resistenza e la morte, la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito 100 volte più agevole quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno, di una società più giusta e più umana di una solidarietà di tutti gli uomini alleati a debellare il dolore, non dobbiamo tradirli".

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