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Tv: Moccia, ‘About Love’ un caso mediatico che avrebbe meritato più tempo

25 aprile 2015 | 14.04
LETTURA: 4 minuti

L'autore: "Sogno una tv così forte ed intelligente da far diventare le critiche un caso mediatico, un momento di riflessione e di discussione". Ai tempi di ‘Fantastico 8’, Celentano, con i suoi silenzi e le sue bizzarre pause, ruppe tutti gli schemi e generò critiche che si trasformarono poi nella chiave del successo del programma

Federico Moccia - (Infophoto)
Federico Moccia - (Infophoto)

E’ “dispiaciuto”, ma anche “molto sorpreso “ della decisione repentina di sopprimere dopo solo una puntata ‘About Love’, il programma sull’amore al cui progetto teneva moltissimo e al quale “bisognava dare più tempo, perché a volte ci sono delle idee che vengono capite più in là, che sono in anticipo sui tempi”. Con la consueta, disarmante semplicità Federico Moccia parla senza filtri all’Adnkronos del ‘flop’ del programma, ‘bocciato’ senza appello da Italia1 a causa dei bassi ascolti della prima puntata. "Nessuno mi ha chiamato prima, ecco perché non avevo ancora detto niente", sottolinea.

E, senza alcuna acredine, risponde alle feroci ‘critiche da social’ che l’hanno bersagliato definendo il programma un mix ‘datato e banale’ di tanti programmi che trattano di storie d’amore: "Mi sarebbe piaciuto un confronto con queste persone – dice riferendosi ad alcuni ‘social influencer’ che l’hanno attaccato - Sogno una tv così forte ed intelligente da far diventare le critiche un caso mediatico, un momento di riflessione e di discussione". E ricorda i tempi di ‘Fantastico 8’, quando la conduzione di Celentano, con i suoi silenzi e le sue bizzarre pause, ruppe tutti gli schemi e generò critiche che si trasformarono poi nella chiave del successo del programma.

"Non avrei soppresso ‘About Love’, anzi avrei invitato i personaggi delle mie storie nella puntata successiva – dice Moccia- per analizzare le critiche, capire cosa è successo". Perché "le storie - ci tiene a sottolineare - sono tutte vere, lo dimostra la stessa risposta di uno dei protagonisti del programma ad un internauta che lo accusava fossero tutte false". E a chi lo accusa di non aver scritto niente di nuovo, ribatte che "non c’è niente di nuovo nello scrivere un libro, la novità sta nelle storie che racconti, e quelle non credo proprio fossero banali".

Bisogna riabituare la gente all’amore, che è alla base della nostra società e dei rapporti umani

Moccia si dice "da un lato contento di capire che questo interesse attorno al programma, anche in negativo, mi ha dato la conferma di rappresentare un punto di riferimento, e mi sarebbe piaciuto discutere su cosa è mancato, anche per capire come si può migliorare". Perché alla forza dell’amore lui ci crede, e su questo non è disposto a mollare nemmeno di un millimetro, nonostante l’apparente ‘cattiveria’ di chi scrive sui social network per sfogarsi.

"Non credo sia cattiveria, piuttosto abitudine ad essere circondati da messaggi negativi. Il fatto che la tv ormai passi solo i messaggi di storie che raccontano del marito che uccide la moglie, del fidanzato che aggredisce la compagna, di violenza e tragedie, crea una curiosità morbosa sui questo tipo di situazioni che alla fine sembrano perfino normali – affonda- e invece bisogna riabituare il pubblico all’amore, che non è un ‘argomentucolo’ qualunque, è alla base della società e dei rapporti umani”.

L’autore di ‘Tre metri sopra il Cielo’ (“che nel ’92 fu rifiutato da tutte le case editrici, e 12 anni dopo ha venduto 1 milione 850mila copie in Italia e 3 milioni all’estero, tanto per dire”) non perde il suo ottimismo, anche se non nega che avrebbe apprezzato una direzione con più “fermezza, solidità e serenità” nel portare avanti i progetti in cui crede (il riferimento, pur se velato, è al direttore di Italia1 Laura Casarotto, ndr). “Ogni caso genera un movimento, e a volte l’insuccesso molto più che il successo porta a migliorarsi e a stupire ancora di più”, conclude l’autore. Come dire: tenetevi pronti.

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