Dal oltre 40 anni la compagnia, fondata dal trio Bossard-Frassetto- Schurch, utilizza per gli spettacoli una raffinata e sofisticata artigianalità. Materie prime come tessuti, stoffe, carta e soprattutto maschere. Elementi antropomorfi vivificati dal gesto e dal movimento
Forme che si creano nello spazio, linguaggi ludici e poetici, un teatro non verbale, che da oltre 40 anni sperimenta, innovando, il mondo della scena coreografica. Silenzi e maschere antropomorfe. Giochi di luci ed energia allo stato puro. Nessun dispositivo tecnologico, ma semplicemente una raffinata e sofisticata artigianalità. Ritornano a Roma, al Teatro Olimpico, da venerdi' prossimo al 17 maggio di 'Mummenschanz', compagnia di origine svizzera fondata da Andres Bossard, Floriana Frassetto, Bernie Schurch nel 1972
''Per tutti noi - spiega Floriana Frassetto - Mummenschanz rappresenta un 'gioco di possibilità', il tentativo di raccontare una storia lungo il filo sottile delle immagini, senza musica né parole, attraverso la potenza creativa del linguaggio non verbale dei corpi e delle forme''.
Applauditi sui più importanti palcoscenici internazionali, oggi i Mummenschanz sono molto di più di un nome: Definiti anche musicisti del silenzio, gli artisti di Mummenschanz mettono in scena una suggestiva metamorfosi delle forme e dei colori. Le loro storie sono meramente visive. Non ci sono accompagnamenti musicali, né scenografie. Soltanto oggetti e oggetti-maschera, soltanto corpi e corpi-oggetto che si sviluppano su uno sfondo nero componendo un linguaggio ludico che tutti sono in grado di comprendere, purché si dia spazio al potere della fantasia e dell’immaginazione.
