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Musica: le copertine 'hard', una tradizione che non tramonta

31 maggio 2015 | 14.21
LETTURA: 4 minuti

Nei primi quindici anni del nuovo secolo numerosi gli esempi di vinili e cd con immagini 'spinte'

Musica: le copertine 'hard', una tradizione che non tramonta

Dalle 'storiche' di Fausto Papetti a quelle delle colonne sonore di film erotici, fino alle più recenti di Katy Perry, Beyoncé e Mya, alcune copertine di vinili e cd continuano a essere censurate o censurabili, giudicate fuori luogo, oscene, provocatorie o, irrimediabilmente sexy.

Una tendenza costante nel tempo, (Guarda le foto) se non in crescita nel corso degli anni Zero e Dieci del nuovo millennio, che avvicina artisti di diversa estrazione, di differenti generi ma, di sicuro, con un comune obiettivo finale: divertire, osare, provocare con immagini spinte, ovvero un ottimo modo per accattivarsi fan e per generare chiacchiericcio, al di là del valore dei contenuti.

Dai bicipiti messi in bella mostra nel 2000 dal rapper D'Angelo su 'Voodoo' (EMI, Virgin) a oggi, fare a meno delle proprie vesti, o mettersi a nudo, è una pratica abbastanza diffusa. Apripista di un quindicennio dai tratti hot sono state le cover di 'Vespertine' (Elektra, Polydor) e 'Sex, Age & Death' (Eagle Records).

Nel 2001, gli album della camaleontica cantante islandese Björk e dell'ideatore della serie di concerti Live Aid Bob Geldof proposero entrambi copertine ritraenti figure femminili solo parzialmente nude ma esplicite: nel primo caso, una donna era distesa su un non-luogo, apparentemente in estasi; nel secondo la posizione assunta dalla donna lascia poco spazio all'immaginazione.

Se in 'Blowback' del pioniere trip hop Tricky è necessario soffermarsi su un particolare in basso a destra per trovare qualcosa di hot, il gruppo The Strokes esagera in 'Is This It': il contrasto cromatico fra posteriore bianco e guanto nero è netto quanto fetish/sadomaso. 'Nice' (Sanctuary Records, Steamhammer) del gruppo rock Rollins Band e 'King Size' (Black Jack, Defected) del dj francese Sébastian Léger propongono, invece, due modi per coprire certe forme: banconote o, semplicemente, mani.

A volte, poi, i grafici scelgono vie più creative, come il vedo-non vedo all'interno di una vasca in 'Drink me' (Rough Trade) dei rocker Queedreena o un'esplosione di raggi del sole al di sotto dell'inguine in controluce su 'Halfway the Gutter and the Star' (Skint) della superstar della console Fatboy Slim.

Una scelta creativa simile solo concettualmente alla cover di 'Sleeping with Ghosts' (Elevator Music, Virgin) dei Placebo, ma non meno coperta di quelle di 'A Beautiful World' (Interscope Records, Nu America) di Robin Thicke o di 'Supernature' (Mute, Sony Music) di Goldfrapp.

Poche remore in copertine saffiche quali 'Foreplay' (Papersleeve) di DJ Steff & Rene Campo, 'Bite your Tongue' (Radical Records) dei Sex Slaves o ancora 'Intimacy' dei Bloc Party (Wichita), senza dimenticare l'interminabile titolo 'Does the Cosmic Shepherd Dream of Electric Tapirs?' (Space Age Recordings), soltanto ispirato a un noto scritto di Philip K. Dick, della band Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O., dalle tinte più variopinte.

In anni ancora più recenti, il proprio corpo, con o senza veli, è divenuto anche parziale artefice di fortune discografiche di primo piano: i già citati esempi di Katy Perry, Beyoncé, Mya sono tra i più noti tra 'Teenage Dream' (Capitol Records), '4' (Columbia, Sony Music) e 'K.I.S.S. - Keep it sexy and simple' (Manhattan Records, Lexington) ma, a volte, colpisce anche il connubio tra corpi o pose plastiche, basti pensare a 'The Haunted Man' (Echo, Parlophone) di Bat For Lashes o 'Watching movies with the sound off' (Rostrum Records) di Mac Miller. Nulla, però, è paragonabile all'audacia di 'Balls out' (Republic Records) dei metallari Steel Panther, quando l'immaginazione supera l'immagine.

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