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Tv: Marco D'Amore, davanti a 'Gomorra' la camorra si fa quattro risate

11 giugno 2015 | 14.32
LETTURA: 4 minuti

Uno dei protagonisti più amati della serie-evento ammette: "La realtà non la sfioriamo nemmeno".

Marco D'Amore (foto Infophoto)
Marco D'Amore (foto Infophoto)

Dopo aver girato 'Gomorra' hai mai avuto la sensazione di essere stato avvicinato da qualcuno che appartenesse a mondo della camorra? "Guaglio', ma voi da che mondo venite?", risponde ridendo Marco D'Amore, tra i protagonisti più amati della serie-evento tratta dal best seller di Roberto Saviano. "Ma io i camorristi li ho conosciuti a Milano, a Bologna, a Roma. Non è che mi avvicinano perché ho fatto Gomorra. Anche perché se qualcuno di loro ha visto la serie -sottolinea D'Amore- si sarà fatto quattro risate. La realtà è molto peggiore. Noi non la sfioriamo neanche. Nonostante il nostro sia un lavoro crudo, feroce, di grandissimo sforzo per avvicinarci alla realtà".

E per chiarire di cosa si stia parlando cita un episodio preciso : la scena della prima serie di 'Gomorra' in cui Ciro (il suo personaggio) e Genny (Salvatore Esposito) fanno fuori un 'tossico' tra le vele di Scampia. "Sopra di noi c'erano centinaia di persone affacciate, con i ragazzini che ci dicevano come dovevamo sparare, impugnare l'arma, tirarla fuori, avvicinarci alla vittima. Perché quei bambini quelle scene che noi ci stavamo 'divertendo' a girare le avevano viste decine di volte", scandisce l'attore.

Poi sgombra il campo da equivoci: "Dopo 'Gomorra' comunque non mi ha avvicinato proprio nessuno perché vivo da recluso. Vedo solo mia madre e la mia ragazza. A Napoli e dintorni non posso girare senza dovermi fare 700 foto ogni volta. E se dico di no la gente ci rimane male. Ma alla fine di una giornata di lavoro, a volte non ce la faccio proprio. Così ho relazioni sociali ridotte".

E mentre, nella segretezza più totale sulla trama della seconda serie (in cui pare che uno dei quattro protagonisti principali potrebbe rimanere ucciso nella guerra senza quartiere che si scatenerà tra Ciro, Salvatore Conte, Pietro Savastano e Genny) tra i fan girano le voci più disparate, anche che D'Amore potrebbe uscire di scena, una sola cosa è certa : per D'Amore 'Gomorra' è stata una consacrazione professionale non da poco. Dopo la serie evento l'attore 34enne ha girato due film: 'Perez' di Edoardo De Angelis, che è stato alla Mostra di Venezia lo scorso anno, e 'Alaska', diretto da Claudio Cupellini (uno dei registi di 'Gomorra'), che uscirà in inverno. Ma soprattutto ha prodotto e interpretato 'Un posto sicuro', un film diretto da Francesco Ghiaccio sul dramma dell'Eternit e dell'amianto a Casale Monferrato, "che -spiega- uscirà tra ottobre e novembre".

D'Amore non fa mistero di voler provare a portare il film in un grande festival italiano ("nelle prossime settimane dovrebbero vederlo i selezionatori di Venezia", dice). "Lo dico sfacciatamente: è il più bel film che abbia mai visto nella mia vita. Ed è fatto con pochissimi soldi. Da gente molto brava. C'è un grandissimo Giorgio Colangeli". Per realizzarlo D'Amore e Ghiaccio hanno lavorato "a stretto contatto con la FeVa (Federazione Vittime Amianto), con l'amministrazione di Casale Monferrato e con tutta la cittadinanza: abbiamo un migliaio di comparse, sembra Ben-Hur. Si sono tutti prestati a titolo gratuito perché ci tenevano a questo racconto". In 'Un posto sicuro', D'Amore interpreta Luca, un trentenne il cui padre si ammala di cancro causato da esposizione ad amianto.

E la Rai ti ha mai contattato per una fiction: "Chi? No, no. Io sono inviso a certa tv. Una sola volta mi hanno contattato per fare il finanziere ma ero troppo cattivo".

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