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Teatro: Enzo Garinei uno e trino con la sua scuola 'Ribalte'

18 settembre 2015 | 18.47
LETTURA: 6 minuti

Enzo Garinei
Enzo Garinei

"E' la prima volta che lavoro su tre campi e la cosa mi mette un pò paura se devo essere sincero. Siccome sono uno che non si tira indietro, l'entusiasmo c'è sempre; e poi sono convinto che c'è gente che non si possa muovere da lì e che sia utile, importante per noi e per il teatro". Così oggi il maestro Enzo Garinei ha presentato la novità della sua scuola teatrale 'Ribalte', attiva dal 1986. Dopo quasi 30 anni di attività presso il Teatro Sistina, la scuola oggi assume una nuova veste tripartita: tre nuove sedi diverse a Roma, nel Teatro Ambra alla Garbatella, a Civitavecchia, nel teatro Nuovo Sala Gassman, e a Rocca di Papa, nel Teatro Civico.

Aprire diverse sedi sul territorio laziale è stata una scelta voluta da Garinei, fratello dello scomparso autore e regista Pietro Garinei, e dal suo corpo docenti per dare un'opportunità in più ai molti, giovani e non, che non possono sportarsi dalla provincia per prendere parte ad una scuola di teatro. 'Ribalte' da molti anni investe sui talenti e ha visto tra i suoi allievi artisti come Caterina Balivo, Valentina Persia, Maurizio Battista e molti altri.

"A maggio del prossimo anno festeggerò i 30 anni della scuola e 90 di vita, di cui 65 passati sul palcoscenico. Cominciammo nel 1986 in un piccolo locale in via Napoleone III, vicino la stazione e da lì siamo passati attraverso vari teatri parrocchiali e dopo due anni si approdò al Sistina - racconta Garinei - Quando ci è stato proposto l'Ambra alla Garbatella, ho accettato di corsa. Cercheremo di produrre qualche cosa anche con l'appoggio di questo teatro. Toccheremo tutti i campi e, perché no?, anche quello della commedia musicale".

"Fare l'attore è una questione istintiva però c'è la tecnica e non possiamo dimenticarlo"

Enzo Garinei ha lavorato con grandi artisti come Totò, Mario Monicelli, Mario Amendola, Vittorio Gassman, ha ridoppiato fino ad anni recenti, insieme a Giorgio Ariani, Stanlio e Ollio, ha dato voce al personaggio di George Jefferson nel telefilm 'I Jefferson'. Un'esperienza professionale imponente che Garinei vuole trasmettere.

"L'importante è che gli allievi vengano preparati in maniera dignitosa perché fare l'attore è una questione istintiva però c'è la tecnica e non possiamo dimenticarlo -sottolinea Garinei- Quando prepariamo un testo teatrale, dovremmo avere il massimo rispetto nei confronti dell'autore. Ogni parola va trattata come una nota musicale. Ad un concerto di pianoforte si fanno sentire bene tutte le note: basta sbagliare una nota e tutto va male, basta sbagliare una parola o tradirla, cambiandola o non facendo sentire le ultime sillabe che sono le più importanti".

L'importanza della tecnica, dalla dizione all'uso della parola

"Una delle cose più importanti - prosegue Garinei - è la dizione. Mi piacerebbe che le persone che escono da questa scuola possano recitare e parlare bene. Ecco perché è importante la dizione, l'uso delle parole".

"Prima di fare la commedia musicale ho fatto tanto teatro di prosa, quindi ho avuto dei grandi maestri, da tutti ho attinto qualche cosa. Fra le altre soddisfazioni quella di fare il 'primo' grande film con un uomo come Totò! Era il 1949 e io feci una piccola parte in 'Totò le Mokò'. Ero un pochino più magro di adesso ma sempre con le orecchie a sventola - scherza con autoironia Garinei - e poi da lì ho lavorato sempre con grandi attori e grandi registi, da tutti ho imparato qualcosa e spero di trasferirlo ai miei allievi".

"Vittorio Gassman non era così bravo all'inizio come negli ultimi tempi"

Parlando poi di Vittorio Gassman, Garinei dice: "Io amavo Vittorio, era un mio carissimo amico, ma non era così bravo all'inizio come lo era negli ultimi tempi, perché era arrivato ad una tranquillità, una consapevolezza... la sua voce col tempo era riuscito a modularla. Io in questo sono fortunato. Ho una buona voce".

Dai maestri agli alunni, "la scuola ha bisogno di tutte le età - afferma Garinei - ci sono ragazze di 15 anni e persone di 70. Sono tutti utili per il teatro che non ha età". E quando gli si chiede su che metodo si basa la sua scuola, lui risponde che "non esiste nessun metodo qui, mi piace che quando si finisce si dica che qui non si recita. Più c'è semplicità e più è bello. Come pensava anche Pirandello, 'Più sei vero e più arrivi'".

"La chiave del successo è il carattere"

La chiave del successo in teatro, per Garinei, è comunque il "carattere! tener duro, andare a tutti i provini, anche se a volte si viene imbrogliati perché magari i conti sono già stati fatti. Se non ti conoscono, per quale motivo ti dovrebbero chiamare? Quindi provarci, crederci, darsi da fare".

"Altro elemento fondamentale - continua Garinei - è l'umiltà, ricordandosi che è una parola che molta gente confonde con mediocrità; bisogna conoscere i propri limiti e anche accontentarsi. Io all'inizio facevo piccole parti e a volte facevo da sfondo, ma pian piano, calcando i palchi si riesce, se hai talento".

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