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Tv: Giò Sada tra cantautorato e rock, a Sanremo solo con un buon pezzo

11 dicembre 2015 | 17.27
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Tv: Giò Sada tra cantautorato e rock, a Sanremo solo con un buon pezzo

"Dopo che Alessandro Cattelan ha detto il mio nome non ho capito più niente". E' molto stanco ma chiaramente felice e soddisfatto il vincitore di X Factor 9 Giò Sada. "Avevamo predetto la vittoria degli Urban Strangers (secondi classificati, ndr), sapendo che andavano forte sui social, non pensavo proprio di vincere", dice sottolineando che "nel loft quest'anno si è creato un gruppo incredibile, eravamo tutti molto vicini. Tanto che con Shorty (terzo classificato, ndr) e gli Urban abbiamo creato un nostro gruppo, i 'Baelle squad'. Baelle è un modo di dire barese un po' trasformato, che io dico spesso. Come quando si dice 'bella'. L'idea è quella di fare un tour insieme". "Il nostro obiettivo - sottolinea il 26enne di Bari - era arrivare tra i primi tre e ci siamo riusciti".

Giò è un bel ragazzo, lo sa, e non nasconde che questo potrebbe averlo aiutato a vincere ma "non sono mai cresciuto pensando di poter sfruttare la mia immagine". Perché, dalla sua, Giovanni ha una bellissima voce e un'esperienza sul palco di tutto rispetto. Esperienza che "mi ha aiutato in occasione dei problemi tecnici avuti in puntata, quando non sentivo più la mia voce. In realtà quando fai concerti punk rock come me, ne avrò fatti circa 300, tu non senti mai la tua voce".

Ma cosa resterà della sua passione per l'hardcore punk? Archiviata l'esperienza di X Factor, con un contratto di un anno con la Sony in tasca, il prossimo passo per Giò potrebbe essere il Festival di Sanremo, come è già accaduto con Lorenzo Fragola lo scorso anno: "A me piace il cantautorato come il rock. Ma soprattutto mi piace spaziare, non voglio avere limiti nella musica. Quindi dico sì a Sanremo se ho un buon pezzo da portare sul palco. Sennò è una zappa sui piedi. La mia priorità è tornare sui palchi a suonare con la mia band in modo più professionale". Per ora quel "pezzo non c'è. Se lo troviamo in tempo bene, altrimenti non ci vado. Magari se ne parla l'anno prossimo".

La sua vittoria il 26enne barese l'ha dedicata ai suoi genitori, alla sua città e alla sua gente ma anche alla sua band, i Bari Smooth Squad, "alla quale tengo tantissimo. Senza di loro non sarei qui. Quando ho firmato il contratto, ho chiesto di portarla sempre con me". "Può anche uscire un progetto firmato Giò Sada ma voglio che loro suonino con me", sottolinea aggiungendo che, se si è presentato da solo ai provini, è perché "abbiamo pensato che fosse più facile. Lo abbiamo deciso insieme. Con loro avremmo portato un'attitudine che magari non era quella giusta per il programma, come è accaduto ai Traccia 24. E alla fine è stata una pensata giusta".

Sono tante le influenze musicali di Giò Sada, cresciuto in mezzo alla musica: "I miei genitori sentivano di tutto. E infatti a me piace spaziare", come ha dimostrato con l'inedito dedicato alla sua terra, un pezzo romantico, che ha diviso: "Abbiamo fatto tutto in 4 giorni, ho avuto poco tempo. Poteva venire meglio, come tutte le cose. Ma è comunque la prima canzone, ne verranno altre. Per me è importante che la gente capisca che quel pezzo mi rappresenta in parte, sono io sì ma c'è molto di più".

Il neo vincitore di X Factor, pur essendo legato alla sua terra, non esclude di andare a vivere a Milano ad esempio con tutta la sua band ma, sottolinea, "non ho mai sentito l'esigenza di scappare". E ammette di non aver mai visto un'edizione del talent targato Sky, che "duettare con Eric Clapton sarebbe un sogno" ma essersi esibito ieri sera con Cesare Cremonini "è stato davvero bello, lo stimo, è un gran professionista".

Per il suo giudice Elio, Giovanni ha solo belle parole: "Ringrazio di essere stato assegnato a lui, era molto coinvolto e la sua determinazione mi ha aiutato e portato avanti. Anche se a volte le sue scelte mi hanno messo in difficoltà, credo siano state calcolate, anche perché il nostro è stato davvero un percorso strano. Ho cantato cose che non avevo mai cantato, che non conoscevo proprio. Ma sono state scelte con le quali io sono riuscito sempre a entrare in contatto".

Ma anche gli altri giudici, a partire da Mika che più volte si è alzato in piedi al termine delle sue esibizioni, sono stati secondo il 26enne molto importanti: "C'è stata poca strategia. I loro giudizi non erano mai esagerati, rispecchiavano più spesso la realtà dell'esibizione. Sono sempre stati positivi e chiari con tutti".

Giò, di cui oggi esce un Ep che contiene oltre all'inedito 'Il rimpianto di te' altri 5 brani cantati durante il talent ('Sex on fire', 'Retrogade', 'Love me two times', 'Girl U want' e 'The real me'), è stato uno dei pochi se non addirittura l'unico vincitore di X Factor a essere finito al ballottaggio durante la gara. Ripensandoci, il 26enne ricorda che "la settimana successiva è stata terribile. Non sapevo cosa sarebbe successo. Ma il brano di De Andrè mi ha dato tanta forza e alla fine la puntata dopo è andata benissimo".

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