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Danza: Bolle - Semionova aprono stagione Scala con 'Cinderella'

17 dicembre 2015 | 19.12
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Roberto Bolle e Polina Semionova protagonisti alla Scala di 'Cinderella' di Mauro Bigonzetti - (foto di Marco Brescia e Rudy Amisano)
Roberto Bolle e Polina Semionova protagonisti alla Scala di 'Cinderella' di Mauro Bigonzetti - (foto di Marco Brescia e Rudy Amisano)

Polina Semionova e Roberto Bolle aprono, sabato prossimo, la stagione di Balletto al Teatro alla Scala di Milano con 'Cinderella', nuova creazione tratta dalla 'Cenerentola' di Prokof’ev, firmata da Mauro Bigonzetti. Dodici le recite in programma ( si replica sino al 15 gennaio) accanto all' anteprima, stasera, dedicata ai Giovani, andata esaurita tra l'altro in brevissimo tempo, e la recita del 31 dicembre, che vedrà la partecipazione straordinaria di Federico Bonelli, principal del Royal Ballet, guest nell'ambito della serata 'Capodanno alla Scala'

L’ultima volta della 'Cenerentola' alla alla Scala risale al 2006. Dopo dieci anni, la celeberrima favola di Perrault entrerà nel repertorio scaligero. La ricchezza melodica e descrittiva della straordinaria musica di Prokof’ev, l’universo fantastico e fiabesco, la trama articolata di episodi e dinamiche, tra i protagonisti, hanno stimolato l’estetica e la musicalità di Mauro Bigonzetti e la sua personale visione stilistica per una creazione cucita addosso ai ballerini scaligeri, che segue la traccia narrativa del racconto e si immerge nella varietà musicale delle innumerevoli danze e i leitmotive che affiorano dalla partitura.

Maurizio Millenotti firmerà i costumi dello spettacolo

Cenerentola, il Principe, le fate delle stagioni, la fata madrina, le sorellastre, la matrigna… senza luogo e senza tempo, ma in tutti i luoghi e in tutti i tempi, le figure scaturiscono dalle note di Prokof’ev e abitano uno spazio visivamente evocativo ma non astratto, figurativo ma non didascalico. Maurizio Millenotti firma i costumi, Carlo Cerri le luci, il disegno scenografico e il design video assieme a Alessandro Grisendi e Marco Noviello.

Sul podio, a conferma dell’attenzione e della cura per la direzione d’orchestra anche sui titoli di balletto, uno specialista del repertorio russo, Michail Jurowski.

Con 'Cenerentola' si confermano le linee guida e strategiche della stagione ballettistica della Scala di Milano. Etoiles, ospiti internazionali, grandi coreografi di oggi e di sempre, bacchette di pregio, partiture importanti, nuovi allestimenti di grandi titoli, per rinnovare il repertorio scaligero e arricchirlo nel rispetto della storia del balletto e della crescita della compagnia, con lavori creati su misura.

La prima volta alla Scala di Mauro Bigonzetti nel 1993 con 'Foreaction'

Polina Semionova Roberto Bolle saranno in scena, dopo la prima, il 20 dicembre e a gennaio il 12, 14 e 15. La coppia Nicoletta Manni e Christian Fagetti ricopriranno i ruoli principali (il 22 dicembre, recita del ciclo ScalAperta) mentre la sera del 31 dicembre Nicolatta Manni sarà accanto al principal del Royal Ballet Federico Bonelli, Virna Toppi con Jacopo Tissi saranno in scena il 30 dicembre, Alessandra Vassallo con Marco Agostino il 3 e il 5 gennaio, Antonina Chapkina con Jacopo Tissi il 7 gennaio.

Mauro Bigonzetti ha un percorso creativo tuttora in movimento, variegato e stilisticamente molto sfaccettato, ha creato per compagnie classiche e ensemble moderni. É alla sua quinta produzione per la Scala. Il primo lavoro, nel 1993, è stato 'Foreaction', con musica di Giuseppe Calì, due anni dopo ha curato la coreografia per 'Le streghe di Venezia' di Beni Montresor. Tra le sue altre produzioni 'Omaggio a Nino Rota', nato come passo a due poi sviluppato con il Corpo di Ballo nel 2002, e la riedizione di 'Mediterranea' (2008).

Un lavoro legato alla storia della danza del '900, alla compagnia scaligera

Non è nuovo al confronto con titoli del repertorio, la grande coreografo e regista Mauro Bigonzetti, stella acclamata del panorama internazionale, ma 'Cinderella' è una tappa speciale. Una nuova creazione appositamente pensata per il Balletto della Scala, legata alla storia, al repertorio, alla sua grande tradizione. Un lavoro coreografico, quindi, poiché legato alla storia della danza del Novecento e alla preparazione della compagnia scaligera.

Lavoro stimolante anche quello che si è svolto in sala, durante le prove, volto a creare una fusione tra tecnica e forte vocabolario della compagnia con il suo concetto di movimento, e un lavoro sulla esperienza e personalità degli artisti per la caratterizzazione dei vari personaggi. Una cinquantina gli artisti impegnati, con ruoli in evidenza e momenti di ensemble nel grande ballo e nel finale, movimento e dinamica, cosi come richiede la partitura.

Prokof'ev scrisse di aver voluto un balletto il più possibile 'danzabile'

E infatti Bigonzetti è partito, proprio dalla musica, come fonte di ispirazione. Da una orchestrazione che ha sentito talmente espressiva, densa di sfumature, timbri, colori, atmosfere e chiaroscuri da diventare orchestrazione coreografica, e da rispettare in tutte le tematiche volute dal compositore.

Prokof’ev scrisse infatti di aver voluto un balletto il più possibile danzabile, di averlo composto nella tradizione del balletto classico con variazioni, pas de deux, adagio, gavotta, mazurka e di aver voluto, assieme al compositore e al coreografo, che i caratteri fossero simili a persone reali, con sentimenti ed emozioni reali.

Il pubblico ritroverà quindi tutti i personaggi, la loro caratterizzazione e anche questo coté di realismo e verità profonda. Per questo motivo la scelta artistica di Bigonzetti è stata molto chiara e netta. Nel balletto non c’è una specifica collocazione storico-geografica, non ci sono elementi materici in scena, non ci sono oggetti. Lo spazio, il focus, è tutto concentrato sulla danza, sulla connessione tra danza, musica e storia.

Mix tra tecnologia e tradizione nei costumi e nelle scenografie virtuali in 3d

L’ambiente è sospeso, quasi da sogno, non ci sarà non una scenografia materica ma virtuale, in 3d, in prospettiva teatrale. Le proiezioni creano le atmosfere e gli ambienti della storia, con prospettive e profondità di campo. E in un mix fra tradizione e tecnologia, nei costumi di Maurizio Millenotti ci saranno rimandi al Settecento e all’Ottocento, ma con interpolazioni di grande effetto.

Il massimo della tradizione costumistica e materiali più nuovi, che stravolgono il risultato ma mantengono una grande componente di magia. E in questa atmosfera non è detto che tutti gli elementi simbolici restino visivamente come tradizione vuole. Quello che è certo è che si manterrà inalterato il loro valore simbolico e drammaturgico all’interno della storia.

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