cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 17:32
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Musica: Ferrante (Artist First), Renzi tuteli le imprese italiane

07 febbraio 2016 | 10.03
LETTURA: 8 minuti

Claudio Ferrante, CEO di Artist First
Claudio Ferrante, CEO di Artist First

"Gli imprenditori italiani della musica meritano di essere valorizzati. Senza di loro oggi non esisterebbero Vasco Rossi, Gaber, Modugno, Mina, Bocelli, Tiziano Ferro. Parliamo di questo, andiamo fieri del made in Italy, di soldi che vengono investiti qui e che restano nel nostro paese. E’ questo il tema". La pensa così Claudio Ferrante, CEO e fondatore di Artist First, società di distribuzione discografica, fisica e digitale totalmente italiana, che in un'intervista all'AdnKronos rivolge un appello al premier Matteo Renzi perché si faccia promotore di "una legge che tuteli il lavoro degli imprenditori italiani che investono proprie risorse per scovare gli artisti ed i successi di domani".

Ferrante parla delle difficoltà di una realtà indipendente, in un mercato italiano caratterizzato dalla concentrazione di tanti artisti nel portafoglio di poche major: "Ho stima di tanti professionisti che lavorano nelle multinazionali e non credo che esistano due fazioni diverse, contrapposte. Facciamo un mestiere diverso partendo gli uni da investimenti che provengono dall’estero, gli altri da investimenti totalmente italiani. Alcune dichiarazioni che ho letto a proposito del fatto che non esistano artisti autoprodotti nei primi dieci posti della classifica annuale 2015 – cosa non vera peraltro – però mi preoccupano e le trovo pericolose per il concetto della necessità della diversità culturale", aggiunge Ferrante.

Che racconta così il modus operandi di Artist First: "Una realtà come la nostra, che non è un’etichetta, una label o una casa discografica, ma una società di servizi di distribuzione fisica e digitale, vive ogni giorno con la consapevolezza di dover far fronte alla concorrenza di tre major, che hanno l’obiettivo di accrescere le proprie quote di mercato cogliendo tutte le opportunità. Il sistema di Artist First è nato con l’intento di corrispondere agli artisti e ai produttori percentuali più alte, un’elevata qualità del lavoro e, non ultimo, tanta passione nel realizzare insieme a loro prodotti unici. Non distribuendo 200 titoli al mese, in un lancio discografico dedichiamo tanta attenzione ai minimi particolari. Lo facciamo anche perché conosciamo il lavoro maniacale degli imprenditori italiani, quanto tempo impiegano gli artisti in studio a plasmare e levigare i suoni, come artigiani che piallano tavole di legno o scolpiscono cubi di marmo. Noi, nel valorizzarli commercialmente, dobbiamo comportarci di conseguenza".

Quest’anno in occasione del Festival di Sanremo Artist First distribuirà sia il disco di Elio e Le Storie Tese sia quello dei Dear Jack ma anche le Nuove Proposte Miele (Maciste Records) ed Ermal Meta (Mescal): "Distribuiremo il nuovo album di Dear Jack, prodotto da Lorenzo Suraci per Baraonda, e quello degli Elio e Le storie Tese, che si presentano da indipendenti con la loro etichetta Hukapan. I Dear Jack dopo la fuoriuscita di Alessio Bernabei, che, scherzi da Festival, si presenta da solo in gara, si sono rimboccati le maniche e con Leiner Riflessi hanno lavorato ad un album molto intenso. Nel disco degli Elii c’è una straordinaria energia, merito del ritorno alla Produzione artistica di Claudio Dentes. Il brano che portano al festival è geniale, qualcosa di mai ascoltato prima. In entrambi i progetti c’è stato un lavoro enorme, merito di un grande spirito imprenditoriale e della voglia di fare".

Sull'importanza del Festival di Sanremo, Ferrante non ha dubbi: "Era e resterà sempre centrale, non esiste show nel nostro paese che occupi per un’intera settimana di spazi in radio, tv e stampa e, soprattutto, non esiste programma musicale che faccia ascolti con picchi di 12 milioni. Nel nostro paese solo la tradizione fa raggiungere vette del genere, è uno dei pochi casi in cui con un cast efficace le vendite si fanno sentire".

Quanto ai dati delle vendite, in netta crescita nel 2015, Ferrante è più che ottimista anche per il futuro: "Sono stra-ottimista. Un po' perché chi ha 43 anni, come me, ha una voglia incredibile di continuare a pensare che, oltre quella porta, ci attende un futuro straordinario. Lo sono sempre stato anche negli ultimi anni di crisi nera della discografia. La nostra azienda è nata 6 anni fa… e se non fossi stato ottimista oggi probabilmente Artist First non esisterebbe. La crescita c’è stata e ci sarà ancora".

Per Ferrante "il futuro è soprattutto nello streaming, i ricavi stanno crescendo. Intorno a me, amici e conoscenti sono abbonati premium a Spotify, TimMusic, Apple, Deezer, e sono persone che non fanno il mio mestiere, e che prima scaricavano dai torrent. E’ un segnale".

E a proposito di lotta alla pirateria, il CEO di Aristi First aggiunge: "FPM ha fatto un lavoro encomiabile contro la pirateria. Credo che il pubblico abbia avvertito una certa ostilità nel comunicare il valore del copyright, più una reprimenda - 'scaricare è illegale', 'scaricando rubi la musica' - anziché un racconto del valore enorme che esiste dietro un album e chi ci lavora. Trovo straordinaria l’iniziativa di Italia Creativa: la missione è quella di raccontare quanta gente sia impiegata nel nostro settore, quanti posti di lavoro occupino gli addetti, nelle grandi e nelle piccole aziende. Ho visto finalmente unione di intenti nel far percepire il grande valore della musica e di quella originale indistintamente da parte di tutti. Se ne dovrebbe parlare nelle scuole. L’industria musicale è cultura, il nostro Paese deve ripartire da ciò che leggiamo e ascoltiamo".

Ferrante da imprenditore crede molto anche nel live: "Il live è sicuramente la fonte di ricavi più elevata, il settore che guida la veicolazione dei progetti discografici. Un tempo era la discografia, oggi il live, ci sono pochi dubbi. Da imprenditore, al di fuori da Artist First, ho fondato un’azienda di brand entertainment chiamata InBrand, per cercare di traghettare opportunità offerte dal mondo delle aziende nel mondo della musica. E poi un’azienda neo-nata, la iAm, che ho fondato con Gabriele Parisi, l’unico italiano che ha visto vincere 5 Grammy Award all’artista di cui è stato manager per tanti anni, Laura Pausini. Oggi con Fiorella Mannoia e Nek. E tanta voglia di lavorare a nuovi progetti investendo nostre risorse".

Sui talent show è invece piuttosto critico ma non su tutti: "In Italia due dei tre talent show sono format ad appannaggio di società multinazionali. 'Amici' è rimasta l’unica zona franca e un contenitore credibile per il pubblico, che genera vendite. Pensiamo che sia necessario continuare a investire sui giovani lavorando in modo tradizionale, oggi un artista sconosciuto può iscriversi a un talent o può decidere di effettuare un percorso con un produttore indipendente o con un’azienda che ci metta tanto cuore. E’ quello che serve. Le radio non suonano i giovani? Pazienza, c’è il web, c’è buona parte di pubblico che ormai sceglie sul web cosa ascoltare, che non guarda la tv e non ascolta la radio".

A chi gli domande cosa chiederebbe e a chi per aiutare la musica indipendente, Ferrante risponde puntando direttamente al premier Matteo Renzi: "Il nostro primo ministro è mio coetaneo, gli chiederei di promuovere una legge che tuteli il lavoro degli imprenditori italiani che investono proprie risorse per scovare gli artisti ed i successi di domani. E’ un settore che storicamente non ha mai goduto della dovuta attenzione. Professionisti appassionati che passano giornate intere a discutere di testi, musiche, arrangiamenti, piani di marketing e di lanci discografici. Sono i nuovi Panda".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza