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Musica: Alboni (Warner), la tecnologia è una risorsa ma al centro i contenuti

08 febbraio 2016 | 12.25
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Marco Alboni, presidente di Warner Music Italy
Marco Alboni, presidente di Warner Music Italy

“Davanti a noi abbiamo un futuro ricco a patto di saper stare al passo con le trasformazioni che lo sviluppo tecnologico impone. La tecnologia per chi sa cogliere tutte le sue potenzialità non è un limite anzi è una risorsa:Sanremo vince chi sa intercettare il cambiamento”. A pensarla così è Marco Alboni, presidente di Warner Music Italy, che cita il successo del duo modenese composto da Benjamin Mascolo (22 anni) e Federico Rossi (21 anni) e del loro primo album '20:05', pubblicato proprio da Warner, come uno degli esempi delle modifiche in atto nel mercato discografico italiano. Due ragazzi giovanissimi, determinati, di talento che hanno instaurato un dialogo e un'interazione costante con il proprio pubblico e fan".

La musica è un’arte dove tutti esprimono un giudizio di gusto. Qualsiasi arte tuttavia - musica compresa - si evolve nel tempo quando alla consapevolezza acquisita e ai grandi protagonisti e capiscuola si dà spazio alla ricerca e al nuovo, alle nuove generazioni: la forza dirompente dei più giovani produce il cambiamento, che meglio rappresenta i mutamenti generazionali.

Sui giovani artisti italiani ci sono spesso riserve ingiustificate da parte dei media tradizionali, che invece si mostrano molto meno snob sui giovani stranieri. Il successo di Benji & Fede inizialmente ha viaggiato sul web, un terreno che può essere una miniera se ben interpretato. Hanno raggiunto il disco d'oro in tre settimane e sono i primi artisti, che non provengono da un talent show o da Sanremo, dopo oltre dieci anni, a piazzare un disco d'esordio al primo posto in classifica", afferma il presidente di Warner Music Italia. E cito Sanremo e i talent come buoni esempi perché soprattutto questi ultimi spesso sono attaccati senza motivo quando in realtà e da anni ormai l’attenzione verso i giovani è passata e passa da questi programmi.

Benji & Fede si apprestano a calcare ora anche il palco del Teatro Ariston di Sanremo, come ospiti di Alessio Bernabei nell'esecuzione della cover di 'A mano a mano' di Riccardo Cocciante, che i tre proporranno in una versione ispirata a quella realizzata molti anni fa da Rino Gaetano. "Ne è venuta fuori una versione molto bella, che è un singolo molto forte: questa idea della serata cover, che è andata consolidandosi negli anni, sta producendo risultati molto interessanti sia dal punto di vista artistico che commerciale. Tanto è vero che ormai molti artisti includono la cover sanremese negli album in uscita. È un modo di mettere a frutto attualizzandolo l'enorme repertorio italiano. Basti pensare al successo ottenuto lo scorso anno da 'Se telefonando' proposta da Nek, diventata una vera hit anche in radio", ricorda Alboni.

E restando a Sanremo, Warner avrà quattro artisti in gara tra i Big: oltre ad Alessio Bernabei, fondatore dei Dear Jack che ora ha intrapreso la carriera solista ("è un ragazzo molto determinato, credo che possiamo aiutarlo a costruire il suo percorso ed il pezzo che porta al festival 'Noi siamo infinito' è molto bello e tirato"), Annalisa ("ha un pezzo, 'Diluvio universale', che firma lei insieme a Calvetti, estremamente impegnativo, che mette in luce quanto sia maturata, per non parlare di quanto sarà sorprendente nell'interpretazione della cover di 'America' di Gianna Nannini"), Arisa, la vincitrice del Festival 2014 e copresentatrice dello scorso anno ("torna con un pezzo molto spirituale che si intitola 'Guardando il cielo' e che la impone ancora una volta come una della voci più belle che abbiamo in Italia e che potrebbe avere spazio anche fuori dall'italia"), e dulcis in fundo Patty Pravo ("la canzone è bellissima come l'album di cui fa parte, dopo 50 anni di carriera si conferma una vera artista, con una vena istrionica che l'ha fatta diventare l'icona che è: vi piacerà anche la cover della sua 'Tutt'al più' completamente rivisitato con il rap di Fred De Palma").

Warner è presente anche tra le Nuove Proposte di Sanremo, con Irama ("in cui crediamo moltissimo") e con la distribuzione di Francesco Gabbani. "Insomma andiamo a Sanremo con tutti progetti ben definiti -sottolinea Alboni- perché a mio avviso il festival ha senso solo così: non mi hanno mai trovato d'accordo i 'passaggi' a Sanremo di artisti magari in cerca di rilancio se non poggiano su solide basi progettuali che speriamo il Festival possa contribuire a lanciare".

Sulla crescita a due cifre del mercato discografico nel 2015, Alboni non nega che sia "reale e decisa" ma invita a tenere conto del contesto: "Venivamo da un primo semestre del 2014 abbastanza deludente e negativo, in cui lo stesso Sanremo non aveva prodotto grandi risultati, mentre i primi sei mesi del 2015 sono stati molto più ricchi di uscite importanti ed anche l'edizione del Festival è andata decisamente meglio, con un impatto visibile e tangibile nei risultati e nelle classifiche", sottolinea il presidente della etichetta che nell'anno appena trascorso ha dato 'alla luce' il cd live di Ligabue e i nuovi dischi dei Coldplay, di Ed Sheeran, di Laura Pausini e di Nek, per citarne alcuni.

Quanto alle modalità di fruizione della musica, Alboni è un sostenitore convinto di "una sana e proficua convivenza tra possesso e accesso, tra chi compra ancora il cd fisico e chi ha le canzoni sul telefonino e le sente in streaming. A mio avviso lo streaming non eliminerà del tutto l'acquisto fisico o almeno non lo farà in tempi brevi. Lo penso da sempre. E credo che la prossima sfida dell'industria insieme agli artisti sia fare in modo che in futuro ci possano essere modalità di fruizione sempre più integrate, proprio grazie alle opportunità che la tecnologia e l'interazione offrono a noi, agli artisti e al pubblico".

Warner è stata ed è anche la casa discografica che con più convinzione ha abbracciato un'espansione sul fronte live (diventato attività sempre più centrale per gli artisti negli anni della crisi delle vendite e della pirateria): "Warner ha avviato un vera e propria differenziazione del business in diversi paesi. In Francia, Italia, Germania e Spagna Warner ha titolarità o quote di maggioranza di società che producono e organizzano tour. In Italia ha investito moltissimo e possiede sia il 100% di Vivo Concerti sia la maggioranza di Friends & Partner. Siamo entrati in questo business, che è ad alto rischio essendo esposto ad una serie di incertezze che vanno dagli eventi naturali alle indisposizioni degli artisti, affidandoci all'esperienza e alla guida di due imprenditori molto capaci come Corrado Rizzotto e Ferdinando Salzano". In questo modo, Warner Music è il gruppo multinazionale che più investe da anni nel nostro Paese e sugli artisti italiani se si considerano live, musica registrata ed edizioni musicali assieme.

L'obiettivo del futuro? "Continuare a muoverci nella ricerca e nello sviluppo, tra qualità e hit in ogni stagione, senza barriere ormai anacronistiche di genere", conclude sorridendo Alboni.

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