"Sono felicissimo, questo riconoscimento super inaspettato arriva dopo un lungo percorso fatto di sacrifici e pezzi d'anima messi per la mia passione per la musica". Francesco Gabbani commenta così la sua doppia vittoria al 66mo Festival di Sanremo, sia il primo posto nella categoria nelle Nuove Proposte che il Premio della Critica Mia Martini assegnatogli dalla sala stampa.
"Posso dire di essere uno di quelli che hanno fatto la gavetta vera -ha detto Gabbani- ed è un sogno che si sta realizzando". L'artista dedica il premio a tutte le persone che lo hanno sostenuto in questi anni, e "mi fa un piacere immenso che Carrara (la sua città, ndr) tifi per me, anche se tanti di loro non sapevano che io facessi musica da quando avevo 12 anni, ma è normale così".
L'artista carrarese è "stupito e lusingato del premio della critica", ma "credo che sia il brano 'Amen', e analizzandolo probabilmente lo merita. Penso che sia la giusta formula, che combina la freschezza con un testo che propone una riflessione per interpretare le nostre vite in modo tale che siano più rispettoso verso noi stessi".
Gabbani, che è rientrato in gara ed ha vinto dopo essere stato erroneamente eliminato per un problema tecnico, ammette che aveva già iniziato a 'metabolizzare' la sconfitta pochi minuti dopo il primo verdetto. "Dopo il primo impatto negativo, in realtà avevo già iniziato a guardare tutti gli aspetti positivi. E quando si è riaperta la votazione che ho iniziato ad avere un'ansia forte".
"Sono molto dispiaciuto per Miele - dice Gabbani- e credo che le manderò un bel mazzo di fiori. Ma non mi sento colpevole, perché anche io sono stato vittima dell'accaduto. Forse alla fine ci abbiamo guadagnato entrambi a livello mediatico".
Per quanto riguarda l'album, "è un connubio tra sound elettronico e dei testi che, nella loro semplicità nascondono un modo per riflettere su varie tematiche", spiega Francesco. Brani eterogenei che "parlano della dimensione esistenziale dell'uomo, del concetto della paura della società in cui viviamo e della gestione di questa paura data dalla società in cui viviamo, di sentimenti"
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