La Cassazione, dopo diciassette anni di procedimenti giudiziari, ha accolto in parte il ricorso di Francesco De Gregori contro l'allora Rca, oggi Sony Bmg Music Entertainment. Il noto cantautore, al quale la Corte d'Appello di Roma aveva dato torto nel 2009, ha presentato in Cassazione nove motivi di ricorso (due sono stati accolti) nei quali contestava, fra l'altro, la violazione del diritto d'immagine per avere la Bmg inserito sui supporti contenenti le proprie opere, immagini pubblicitarie di altri prodotti discografici.
Piazza Cavour ha disposto un appello bis ma, accogliendo il motivo di ricorso della difesa di De Gregori, ha bacchettato i giudici di merito per la "motivazione apparente". I giudici - dice piazza Cavour - avrebbero dovuto verificare "se l'autorizzazione da parte del De Gregori ad utilizzare la propria immagine fosse riferita esclusivamente alle proprie opere musicali ovvero anche ad opere di altri autori interpreti".
Spiega infatti la Cassazione che "la Corte di merito avrebbe dovuto valutare se l'utilizzazione dell'immagine" di De Gregori "per pubblicizzare altri autori avrebbe potuto creargli pregiudizio non essendo a ciò sufficiente la mera asserzione che comunque il ricorrente avrebbe a sua volta potuto trarre vantaggio dall'accostamento della sua immagine a quella di altri artisti".
Piazza Cavour ha inoltre accolto il motivo di ricorso nel quale la difesa di De Gregori, rappresentata dall'avvocato Andrea Miccichè, faceva riferimento a clausole, a suo dire 'vessatorie', firmate nel corso degli anni '70 in relazione all'utilizzo dei diritti di riproduzione a stampa delle opere da lui create. "La Cassazione - spiega all'Adnkronos l'avvocato Miccichè - disponendo un appello bis ha in sostanza sancito che quelle clausole erano vessatorie e quindi i diritti per le riproduzioni a stampa dovranno tornare a De Gregori. Dopo quasi vent'anni, al cantautore si riconosce anche una vittoria sul piano morale".
