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Crozza: "Per entrare nell'intelligence belga non serve un test d'intelligence"

30 marzo 2016 | 08.50
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Maurizio Crozza (La7)
Maurizio Crozza (La7)

"In questi giorni ci siamo accorti che per entrare nell'intelligence belga non occorre che ti facciano il test d'intelligence. Dopo gli attentati di Parigi Salah, l'uomo più ricercato d'Europa non lo trovava nessuno, lui era a Bruxelles a casa sua sul divano a guardare la maratona televisiva sui belgi che lo cercavano. Prima dell'attentato di Bruxelles la polizia greca aveva avvisato la polizia belga di aver trovato in un covo le piantine dell'aeroporto e loro lo hanno scambiato per un depliant dell'Alpitour". Così Maurizio Crozza ironizza sulle falle della polizia belga riferendosi agli attentati di Bruxelles, nella 'Copertina' in onda ieri sera a 'diMartedì' su La7.

"Come se non bastasse il terzo uomo che hanno arrestato - continua il comico genovese - quello col cappello, lo hanno rilasciato perché aveva un alibi di ferro: non aveva il cappello". Crozza tira in ballo anche il leader della Lega Matteo Salvini, che si trovava a Bruxelles nel giorno degli attentati. "Mentre tutti cercava il terrorista col cappello il mondo veniva bombardato dalle foto di un leghista con la felpa. Stiamo parlando dei selfie di Salvini che il giorno dell'attentato di trovava a Bruxelles. Avrà scattato 35mila foto, molti lo hanno chiamato sciacallo. Tu come lo chiameresti uno che si mette in posa davanti alla macerie lasciate dai kamikaze. Un kamikazzone?"

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