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È morto Gianmaria Testa, il cantautore ferroviere scoperto dalla Francia

30 marzo 2016 | 11.36
LETTURA: 5 minuti

Gianmaria Testa (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Gianmaria Testa (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Se ne va il 'cantautore ferroviere' che raccontava gli ultimi. Gianmaria Testa, cantautore piemontese, è morto oggi a 57 anni, dopo una lunga malattia. Un anno fa, in un'intervista a 'Repubblica' che ancora campeggia sull'home page del suo sito ufficiale, aveva raccontato di essere gravemente malato: "Per mesi non ho detto niente perché avevo paura di rompere le scatole alla gente. Alla fine mi sono reso conto che è meglio raccontare, è meglio spiegare. Ho un tumore, non è operabile. I medici mi hanno detto che nei prossimi mesi devo annullare ogni altro impegno che non sia curarmi", diceva nell'intervista uscita l'11 maggio del 2015. Purtroppo le cure non sono riuscite ad arrestare la malattia.

Testa ha avuto una storia artistica davvero singolare. Da capostazione della Ferrovie aveva lasciato il 'posto fisso' per dedicarsi alla musica ma di lui, delle sue capacità di compositore e poeta, si erano accorti prima in Francia che in Italia. Di origini molto umili, era nato nel cuneese da una famiglia di agricoltori ed era rimasto a vivere nelle sue Langhe, che spesso ha cantato nei suoi dischi anche in dialetto. Da sempre impegnato sul sociale, nel 2006 Testa aveva dedicato un intero album 'Da questa parte del mare', ai migranti di ieri e di oggi.

Testa aveva anche vinto due premi al Festival di Recanati, prima nel '93 e poi nel '94 ma in pochi si erano davvero accorti di lui nel nostro Paese, finchè, invitato all'Olympia di Parigi, aveva ottenuto recensioni entusiastiche dai principali giornali francesi. Così l'Italia si accorse di lui, di rimando.

Dopo il lavoro con la produttrice francese Nicole Courtois Higelin, in Italia il percorso è stato un po’ più complicato e difficile perché condotto davvero senza compromessi, con pochissime apparizioni Tv o passaggi radiofonici e nessun tipo di pubblicità. La sua vera forza è stata il passaparola. Chi andava ad un suo concerto non riusciva a dimenticarlo: l’emozione nasceva palpabile e si divideva tra tutti; Gianmaria scherzava coi suoi musicisti ed era naturalmente comunicativo; i testi erano belli, semplici, piccole poesie che parlano della vita, e la musica e la sua voce che si muoveva tra rauche asprezze e teneri velluti faceva il resto.

Perché le cose cominciassero a cambiare anche in Italia c’è voluto -paradossalmente- 'Il valzer di un giorno', quarto disco della sua carriera. Prima di questo erano infatti usciti 'Montgolfières' (1995), 'Extra-Muros' (1996) e 'Lampo' (1999). Dopo arrivarono 'Altre Latitudini' (2003), 'Da questa parte del mare' (2006), il live 'SOLO – dal vivo' (2009), 'Vitamia' (2011) e l’ultimo il live 'Men at work' (2013). In mezzo, più di 3000 concerti in Francia, Italia, Germania, Austria, Belgio, Canada, Stati Uniti, Portogallo e tante ottime critiche.

"Gianmaria se n'è andato senza fare rumore. Restano le sue canzoni, le sue parole. resta il suo essere stato uomo dritto, padre, figlio, marito, fratello, amico", si legge sulla pagina ufficiale Facebook del cantautore.

Gianmaria se n'è andato senza fare rumore. Restano le sue canzoni, le sue parole. Resta il suo essere stato uomo dritto, padre, figlio, marito, fratello, amico.

Pubblicato da Gianmaria Testa su Mercoledì 30 marzo 2016
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