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Musica: Roma, all'Argentina oratorio 'raro' di Stradella

04 aprile 2016 | 18.26
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L'ensemble 'Concerto Romano' in programma all'Argentina con l'oratorio 'San Giovanni Battista' di Stradella
L'ensemble 'Concerto Romano' in programma all'Argentina con l'oratorio 'San Giovanni Battista' di Stradella

Dopo il successo della passata stagione con la 'Giuditta' di Alessandro Scarlatti, torna alla Filarmonica Romana, giovedì prossimo al Teatro Argentina, l’ensemble 'Concerto Romano' diretto da Alessandro Quarta, formazione specializzata nella musica del Cinquecento e del Seicento romano, che si sta affermando come uno dei complessi di maggior prestigio nel panorama musicale internazionale. Questa volta l’ensemble condurrà il pubblico alla scoperta di un’altra rara e bellissima pagina del repertorio musicale romano, l’oratorio 'San Giovanni Battista' di Alessandro Stradella, composto ed eseguito per la prima volta nel 1675 a Roma, in occasione dell’Anno Santo, nell’oratorio di San Giovanni Battista. Il concerto sarà registrato da Rai Radio3.

Accanto all’ensemble cinque voci, particolarmente apprezzate nell’interpretazione della musica antica. Si tratta del soprano Sonia Tedla Chebreab (Salomè), del mezzosoprano Carla Nahadi Babelegoto (Erodiade), del tenore contraltino Andrés Montilla-Acurero (San Giovanni Battista) accanto al tenore Luca Cervoni (Il Consigliere) e al baritono Mauro Borgioni (Erode). Un’occasione preziosa quella che offre l’Accademia Filarmonica Romana. Riportare a Roma un’opera importante, che raramente viene ascoltata in Italia dal vivo, ma che appartiene ai capolavori assoluti della nostra arte. Non è un caso che fra le esecuzioni storiche in tempi moderni, indimenticabile rimane quella del 1952, dove il ruolo di Salomè fu affidato a Maria Callas.

Nato da una nobile famiglia a Nepi, vicino Viterbo, nel 1639, Alessandro Stradella fu eccellente autore di oltre 300 composizioni, tutti i generi dell’epoca, scritte su commissione delle principali famiglie nobili del Seicento che lo apprezzarono per il suo innato talento musicale (Pamphili, Colonna, Altieri, accanto a Cristina di Svezia), oltre che autore di musica sacra. Händel, Burney e padre Martini lo avevano in grande considerazione e stima, tanto da possedere alcuni manoscritti copie dei suoi lavori. L’improvvisa e violenta morte, avvenuta a Genova il 25 febbraio 1682, per mano di un sicario che lo pugnalò tre volte alla schiena uccidendolo all’istante, per motivi ancora non chiari, ma forse riconducibili a un amore 'sbagliato', interruppero la fortuna carriera di questo artista, che per tutta la vita condusse una esistenza avventurosa e dissoluta, segnata da numerosi episodi travagliati e rocamboleschi, tanto da far parlare, dopo la sua morte, di una 'leggenda Stradella'.

Fra le varie partiture manoscritte a noi pervenute, spicca proprio il 'San Giovanni Battista', l’oratorio, scritto sul libretto del nobile letterato Ansaldo Ansaldi, che si ascolterà a Roma. “Il ‘San Giovanni Battista’ non è un qualsiasi oratorio - ha spiegato prima del debutto Alessandro Quarta - Siamo di fronte ad un pezzo grosso della nostra storia della musica, e quindi della nostra storia dell’arte. La forza e l’importanza di questa composizione - ha aggiunto - sono paragonabili ad una scultura del Bernini, o ad un quadro di Guido Reni''.

''Del carattere irruento e passionale di Alessandro Stradella si è detto molto - ha spiegato ancora Quarta - e la sua morte violenta mette in luce una vita dedita ad un erotismo inquieto e forse compulsivo. Della sua musica anche, si è studiato assai. Il carattere della sua penna è riconoscibile, forte, estremo, capace di ogni tipo di emozione. C’è sempre vita nelle note del grande compositore, organicità, urgenza di comunicare. Alto il livello tecnico richiesto. Sempre. Dai cantanti agli strumentisti''.

''Nel San Giovanni Battista, per esempio -ha sottolineato ancora- Stradella fa ricorso a tutte le sue virtù creative, qui al massimo del vigore. Trova in questa vicenda, ed in questo bellissimo libretto, potremmo dire, pane per i suoi denti. Bellezza musicale, coinvolgimento drammaturgico, si rincorrono accanto alla libertà di immaginare la scena”.

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