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Arriva 'Il caso O.J. Simpson', la serie che racconta il processo del secolo

06 aprile 2016 | 13.33
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Un momento della serie tv 'Il caso O.J. Simpson'
Un momento della serie tv 'Il caso O.J. Simpson'

Arriva stasera, alle 21 su FoxCrime, 'Il caso O.J. Simpson'. Composta da 10 episodi, racconterà del processo per omicidio al campione sportivo traendo aspirazione dal best seller di Jeffrey Toobin, autorevole firma del New Yorker. La serie è scritta da Scott Alexander e Larry Karaszewski, il team di sceneggiatori di Ed Wood, Man On The Moon e Big Eyes. Prodotta da Ryan Murphy, avrà la stessa struttura antologica dell’altra sua fortunata creatura, American Horror Story di cui questo è il primo appuntamento. Ogni stagione racconterà un caso di cronaca nera scelto fra i più eclatanti della storia americana.

Il cast è ricco di nomi importanti. Il premio Oscar Cuba Gooding Jr. (Jerry Maguire) interpreta O.J. Simpson, mentre Sarah Paulson (American Horror Story, Carol) è Marcia Clark, la combattiva rappresentante dell'accusa. Il nome più famoso è quello di John Travolta che torna in tv dopo 40 anni per vestire i panni di Robert Shapiro, avvocato e amico di Simpson. La serie segna il ritorno in grande stile di un altro attore molto amato, David Schwimmer, il Ross della mitica sitcom Friends, che interpreta un altro membro della squadra di difesa, Robert Kardashian, noto alle cronache anche per essere il padre delle sorelle Kim, Khloé e Kourtney Kardashian. Completano il cast Courtney B. Vance (Masters of sex), Connie Britton (Nashville), Nathan Lane (Piume di struzzo), Cheryl Ladd (Charlie's Angels), e nei panni della moglie di Robert, Kris Kardashian, Selma Blair.

LA STORIA

Ci sono pochi momenti storici che hanno davvero unificato la società statunitense. Quando un evento è in grado di fermare una nazione e tenerla col fiato sospeso, è destinato a restare per sempre nella memoria. Nessun americano potrà mai dimenticare dove fosse quando O.J. Simpson si diede alla fuga alla guida di una Ford Bronco bianca. Una nazione intera assistette in diretta tv (95 milioni di spettatori) per 24 ore a quella maldestra caccia all’uomo che sarebbe stata solo l’inizio del caso O.J. Simpson e avrebbe segnato l’inizio della reality television.

Orenthal James (O.J.) Simpson era un 47enne ex campione di football che aveva realizzato l’American dream, diventando incredibilmente popolare come modello di successo per tutti gli afroamericani. La vita privata di O. J. si rivelò, col passare del tempo, popolata da luoghi oscuri, il cui epilogo tragico è l’accusa di omicidio dell’ex moglie Nicole Brown. Nel processo che iniziò il 24 gennaio ‘95, Marcia Clark, il pubblico ministero cui nulla fu perdonato dalla stampa dell’epoca, dalla pettinatura ai tailleur, dichiarò: “Fin dall’inizio avevo capito che era diventato un circo più che un processo”. L’attenzione popolare e la morbosità dei media trasformarono il caso Simpson in una performance, aprendo a quel voyeurismo televisivo che è sfociato nella forma reality e riempirà i palinsesti della tv globale negli anni a venire.

Nel processo all’ex campione i nodi più intricati della società americana arrivano al pettine: il bianco non è uguale al nero; un uomo ricco con un dream team di difensori ha molte più tutele di un cittadino qualsiasi; la violenza sulle donne è un tema così angoscioso che l’opinione pubblica preferisce evitarlo. Si aggiunga a questo il senso di colpa collettivo dell’America bianca che nel 1995 non aveva ancora smaltito la vergogna per il terribile pestaggio del tassista afroamericano Rodney King. Non a caso la serie si apre con le immagini di repertorio delle le sommosse a sfondo razziale che scoppiarono a Los Angeles in quell’occasione, due anni prima del processo contro O.J.

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