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Diritto d'autore, D'Atri: "Siae scelga il mercato"

21 aprile 2016 | 13.16
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Davide D'Atri, fondatore e amministratore delegato di Soundreef
Davide D'Atri, fondatore e amministratore delegato di Soundreef

"Non si comprende perché una società molto efficiente, come la Siae si rappresenta, debba mantenere il monopolio. Se uno è molto efficiente può affrontare la prova del mercato. Non si comprende perché la Siae debba innovarsi protetta da un monopolio ". Un 'privilegio' "unico in Europa: l'esclusività di mandato c'è solo in Italia e nella Repubblica Ceca". D'altra parte, "negli Stati Uniti ci sono tre collecting in concorrenza tra di loro da 70 anni. In Inghilterra c'è il libero mercato". E' la 'provocazione' che Davide D'Atri, della società Soundreef, lancia conversando con l'Adnkronos in materia di diritto d'autore.

Una provocazione che arriva dopo la scadenza, avvenuta lo scorso 10 aprile, del termine per recepire la direttiva europea 26 del 2014 sulla gestione collettiva del diritto d’autore, che impone agli Stati membri l’apertura a nuovi operatori del mercato, che in Europa genera ogni anno 5 miliardi di ricavi.

Fondatore e amministratore delegato di Soundreef, la società che raccoglie i diritti d'autore per i musicisti, che ha ricevuto il riconoscimento in Gran Bretagna da parte dall’Intellectual Property Office, l'ufficio inglese per la proprietà intellettuale, D'Atri non auspica "il libero mercato selvaggio. Andrebbero benissimo delle procedure di autorizzazione e andrebbe benissimo una Consob dei diritti d'autore che controlli la trasparenza delle Collecting". Quanto, invece, al merito della questione, D'Atri sottolinea che "la direttiva europea dice chiaramente che nel mercato possono operare anche enti di gestione indipendenti, società a scopo di lucro.E questo non può essere ignorato".

La Soundreef, spiega D'Atri, "è organizzata su un modello basato su aziende che mirano all'efficienza e al profitto", mostrandosi fiducioso nel fatto che la direttiva europea venga accolta. "Siamo fiduciosi delle istituzioni e del governo dove c'è un ampio consenso pro-liberalizzazioni. Speriamo che il ministro Franceschini ripensi ad alcuni passaggi e siamo fiduciosi che lo farà. C'è stata una grande campagna, in questi giorni, pro- liberalizzazione da parte di autori, innovatori e in generale da parte dell'ecosistema. Teniamo al fatto che il mercato sia libero, che gli autori ed editori abbiamo la libertà di scegliere a quale servizio iscriversi. E teniamo al fatto anche che l'utilizzatore possa comprare dove meglio preferisce in Europa".

Più in generale, raccontando l'esperienza maturata con la sua società, D'Atri ricorda che "abbiamo cominciato nel 2011 in Inghilterra sulla base del presupposto che nella Comunità Europea c'è il libero scambio di merci e servizi. Da società inglese, in un Paese in cui c'è il libero mercato, abbiamo pensato di operare in tutta Europa. Nel 2015 ho convinto nuovi investitori illuminati che hanno messo altri capitali nella società. Li ho convinti a creare una società italiana pronta a ad acquistare quella inglese diventandone la controllante". Quanto, infine, ai numeri della Soundreef, D’Atri spiega: "Abbiamo 150mila brani appartenenti a circa 20mila autori registrati in oltre 40 nazioni del mondo".

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