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Diritto d'autore, Siae: "La Ue non impone concorrenza"

21 aprile 2016 | 13.19
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Filippo Sugar, presidente della Siae (Fotogramma)
Filippo Sugar, presidente della Siae (Fotogramma)

La Siae fa gli interessi degli autori senza "scopo di lucro" a differenza di altri "soggetti che vogliono guadagnare legittimamente facendo lo stesso lavoro che la società svolge senza guadagnarci". Parola di Filippo Sugar, presidente dell'Associazione Italiana Autori ed Editori che, conversando con l'AdnKronos, riflette sulla missione della Siae dopo la scadenza, avvenuta lo scorso 10 aprile, del termine per recepire la direttiva europea 26 del 2014 sulla gestione collettiva del diritto d’autore, che imporrebbe agli Stati membri l’apertura a nuovi operatori del mercato, che in Europa genera ogni anno 5 miliardi di ricavi. La direttiva, afferma Sugar, "sarà applicata in Italia e non ha nessuna indicazione diretta sulla scelta che un Paese fa a livello nazionale". Scelta che, di fatto, "può essere quella di mantenere un'esclusiva per una società di collecting oppure no", aggiunge.

Più nel dettaglio, per Sugar, la direttiva "non impone la concorrenza all'interno dei Paesi, ma alcuni criteri di trasparenza e di correttezza nella gestione dei diritti e nella rendicontazione per le grandi società di collecting". La direttiva, ribadisce il presidente della Siae, "sarà sicuramente applicata in Italia ma questo non implica che l'Italia debba scegliere un mercato di concorrenza oppure di esclusiva. Questa rimane una scelta italiana". Soffermandosi sulla lettera che 300 trecento fra imprenditori e investitori hanno indirizzato al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, per chiedere la fine del monopolio Siae nella gestione dei diritti d’autore sulle opere musicali, Sugar osserva che si tratta di un'iniziativa che "non nasce dal mondo del diritto d'autore" ma da quello "della speculazione finanziaria. Non è il mercato cui facciamo riferimento noi". Alla luce di questa convinzione, Sugar rimarca che "il lavoro che fa la Siae, l'intermediazione del diritto d'autore, è svolto senza scopo di lucro".

Altri soggetti, invece, "sono privati che vogliono guadagnare legittimamente facendo quello che la Siae fa senza scopi di lucro. Sono aziende private, sostenute da major capital, come nel caso di Soundreef, per esempio, che pensa di poter guadagnare facendo ciò che adesso fa la Siae per i suoi autori non guadagnando. Lavoriamo per gli autori e non per gruppi di interessi economici". Il numero uno della Siae riflette, inoltre, sulla posizione espressa dal ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, secondo cui 'Siae va riformata, non smontata' afferma che "Franceschini fa una scelta strategica: capisce che il diritto d'autore non è una materia nazionale ma europea e, nell'ambito del contesto comunitario, ritiene strategico che l'Italia entri con un campione nazionale, che oggi è la Siae". Un 'campione' "che abbia la forza di tutelare al meglio il mondo della cultura e della creatività italiana. Non immagina una polverizzazione nazionale, ma un'aggregazione internazionale". Il mondo dei contenuti, soprattutto per quanto riguarda la musica, per Sugar "si divide in quello anglosassone e in quello latino". L'universo anglosassone "ha un grande vantaggio: ha il mondo come mercato" mentre "quello latino ha molta più difficoltà. E' legittimo che un Paese come l'Italia, e il suo Governo, capisca che c'è una competizione molto difficile e quindi cerchi di arrivarci in una posizione di maggiore forza".

"Soprattutto a tutela di quei diritti più fragili - dice Sugar - che il mercato da solo probabilmente non è in grado di sostenere. In Francia guardano a noi come ad un obiettivo, dal momento che si stanno aggregando. E' non solo una scelta legittima, ma strategica e corretta". D'altra parte, secondo Sugar, "quello che incassiamo dall'America come Siae per i nostri autori in un anno è vicino ai 2 milioni di euro" mentre "paghiamo agli autori americani 35 milioni di euro. Questo è lo svantaggio competitivo del mercato. Parliamo di rapporti 20 a 1". Sul fronte, infine, del rinnovamento cui la Siae ha messo mano per riformarsi, Sugar ricorda che "da quando siamo stati eletti abbiamo fatto un enorme lavoro, abbiamo creato un gruppo dirigente, nuovo e giovane, composto da persone che vengono da imprese private". Non solo: Sugar evidenzia che "abbiamo liberato molte risorse per la nostra agenda digitale" che, nell'arco dei prossimi due anni, consentirà di "pagare semplicemente la società e anche i permessi online". Un lavoro di riforma che ha determinato inoltre "la riduzione progressiva dei costi per gli associati Siae che sta già avvenendo e il miglioramento dei servizi. Stiamo semplificando e riducendo le tariffe".

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