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Beppe Fiorello: "Amo Virzi, il mio sogno è lavorare con lui. E con mio fratello..."

23 maggio 2016 | 17.21
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Beppe Fiorello (Foto di Julian Hargreaves)
Beppe Fiorello (Foto di Julian Hargreaves)

Dal regista con il quale vorrebbe lavorare a un personaggio che gli piacerebbe portare sul piccolo schermo. E poi quel desiderio di un sodalizio artistico con il fratello Rosario. Beppe Fiorello si racconta all’Adnkronos, partendo dal personaggio che oggi e domani porta al cinema con ‘Era d’estate’ di Fiorella Infascelli in cui interpreta Paolo Borsellino: "Nessuno aveva raccontato questo momento della loro vita, questo momento così sospeso".

Nel 1985 Giovanni Falcone (interpretato da Massimo Popolizio) e Borsellino vengono trasferiti d'urgenza all'Asinara insieme alle loro famiglie. "In questo film non si vedono i magistrati - sottolinea l'attore catanese - ma si vedono soprattutto i due uomini, due amici che hanno finalmente del tempo per conoscersi".

Ciò che Infascelli preferisce illuminarne è insomma la dimensione umana: "Nel film emergono anche i due caratteri diversi. Borsellino approfitta in qualche modo di quel momento per stare con la sua famiglia, per parlare con se stesso e per fare delle cose che non avrebbe potuto fare nella sua vita di tutti giorni a Palermo. Falcone è un po' più poliziotto, che vuole le carte del maxi processo a cui stanno lavorando, è molto nervoso".

"Io non ho cercato l'aiuto della sicilianitudine o della sicilinità - ammette Beppe Fiorello - perché Paolo Borsellino è un personaggio libero da questo stereotipo oggi e andava inoltre interpretato con una dose di immaginazione. Ovvio, essendo siciliano forse ho capito certi atteggiamenti o certi modi di dire. Ma non è stato un aiuto, piuttosto un piacere".

D'altra parte "quando mi viene regalato un personaggio in me scatta un'estrema curiosità. Mi chiedo: cosa avrei fatto io al suo posto? E lì invento, studio ovviamente, cerco di capire, ascolto magari chi lo conosceva ma lascio sempre un margine di immaginazione, qualcosa di mio voglio sempre metterlo a disposizione del personaggio chiunque esso sia. Perché non voglio fare l'imitatore, non voglio sapere troppo, mi basta quel tanto per associarlo a quello che sono e fuori poi vengono dei personaggi che sono anche stati amati dal pubblico ma anche da me, mi lasciano qualcosa".

Beppe Fiorello ha spesso vestito i panni di personaggi che in qualche modo hanno segnato la storia italiana: "Domenico Modugno per me è indimenticabile, un mito della musica, come Borsellino lo è per la società civile o Roberto Mancini che ho portato su Rai1 per raccontare un po' anche questi eroi del quotidiano". Ma ammette che tra i "tantissimi personaggi che ancora vorrei interpretare c'è un rivoluzionario siciliano che però non conoscono in molti. Mi piacerebbe raccontare la sua vita, diciamo che somiglia molto al bandito Giuliano. Siamo negli anni del dopo guerra, poco dopo lo sbarco degli americani. Quest'uomo aveva tentato una rivoluzione, un'indipendenza. Qualcuno avrà capito tutto...".

Classe 1969, non ha mai partecipato a delle serie tv "perché non mi è ancora mai capitato - sottolinea l'attore catanese - ma è anche vero che tendenzialmente sono io che mi sposto verso le mini serie, che mi hanno sempre dato tante soddisfazioni di racconto. Mi sembra quel cinema che non posso fare al cinema. La lunga serialità mi spaventa un po', perché si sta 6 mesi nei panni dello stesso personaggio e non so se caratterialmente lo reggerei sulle spalle".

Ha "assaggiato" come dice lui la regia di Giuseppe Tornatore in ‘Baarìa’, ha lavorato con Carlo Verdone, Emanuele Crialese, Roberta Torre. Ma c’è un regista con il quale gli piacerebbe girare un film: "Dopo questa dichiarazione non mi chiamerà mai - scherza - ma forse non mi avrebbe mai chiamato comunque. Sto parlando di Paolo Virzì, che stimo molto. Mi piace molto il suo cinema perché è capace di mettere insieme tante cose nello stesso istante: riesce a far ridere, commuovere, piangere e pensare nella stessa inquadratura".

Nel cassetto c'è poi il sogno di realizzare un progetto con il fratello Fiorello: "Io sono prontissimo a lavorare con lui, per me sarebbe un piacere immenso. Non fare l'ospitatina o la gag, ma mettersi seduti a un tavolino a scrivere qualcosa che possa unirci artisticamente. Lui però teme che la cosa possa apparire troppo di famiglia, teme di essere criticato. In realtà noi non ci siamo mai aiutati, anche se qualcuno pensa che lui mi abbia aiutato. Comunque penso che prima o poi, chissà, possa accadere...".

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