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Lirica: Paolo Fanale, 'Così fan tutte' è storia di scambisti

17 giugno 2016 | 17.19
LETTURA: 6 minuti

Paolo Fanale (©Musacchio & Ianniello) - ©Musacchio & Ianniello
Paolo Fanale (©Musacchio & Ianniello) - ©Musacchio & Ianniello

"Lo dico sempre che 'Così fan tutte' somiglia a una puntata di 'Beautiful'. E' una storia di scambisti, un'opera in cui i protagonisti attuano uno scambio di coppie un po' per gioco, ma nel quale cascano per intero". Parola di Paolo Fanale, il 33enne cantante palermitano definito dalla stampa 'sexy tenore' per i suoi muscoli, il suo aspetto aitante e il look sbarazzino, che in un'intervista all'Adnkronos racconta il personaggio di Ferrando cui darà voce giovedì 23 e lunedì 27 all'Auditorium Parco della Musica di Roma in chiusura della stagione di Santa Cecilia. E sostiene che l'opera lirica debba parlare alla gente in maniera semplice e diretta.

Quanto a 'Così fan tutte' di Mozart in forma di concerto che vede sul podio dell'Orchestra e del Coro di Santa Cecilia Semyon Bychkov, "è un'opera attualissima - sottolinea Fanale - perché credo che chiunque nella vita abbia vissuto una storia di questo genere, con un amico che si innamora della fidanzata di un altro amico. E' quello che succede al mio personaggio, Ferrando, che casca nel gioco dello scambio di coppia e si innamora di Fiordiligi, promessa sposa invece del suo amico Guglielmo. L'aria 'Un'aura amorosa' è in realtà una preghiera ispirata da questo amore".

Fanale, che considera Mozart "il papà, perché è quello che ai tenori come me dà sempre il 'focus' della voce", dice che ciò che lo diverte di più nell'interpretare quest'opera, che ha già cantato diverse volte e che tornerà a interpretare alla Staatsoper di Vienna, "è la scrittura musicale che Mozart ha riservato al tenore, molto difficile soprattutto nella prima aria che gioca molto sulle mezze voci". E ancora più difficile è cantarla in forma di concerto: "Quando sei in teatro, hai dei momenti liberi durante i quali puoi rimettere in gioco la voce riscaldandola, invece in concerto devi sempre stare lì e sperare che quei residui di muco vadano via con l'acqua che bevi e non con le vibrazioni delle corde vocali", sorride. E aggiunge: "E' una sfida, ma grazie a Bychkov che in orchestra fa una tale varietà di colori orchestrali, il pubblico riuscirà quasi a vedere la scena".

'Il mondo dell'opera deve essere comunicato con maggiore semplicità'

Considerato il 'sex symbol' della lirica per via della sua indiscutibile bellezza, ma anche di un video che lo ritrae in t-shirt durante la prova generale dello 'Stabat Mater' di Rossini dalla Philharmonie di Parigi, diventato virale, il tenore dice: "La gente si è avvicinata a quel video in cui c'è un ragazzo con la magliettina che non sentiva distante. Se avessi cantato in smoking probabilmente quel video non l'avrebbe visto nessuno, in t-shirt invece è diventato virale e la gente ha anche ascoltato la musica che cantavo. Tutti mi hanno scritto chiedendomi cos'era e dicendomi che era bellissima".

"La chiave quindi deve essere quella di fare capire alla gente che un tenore è una persona come tutte le altre - ribadisce - che indossa anche i jeans e le t-shirt. Insomma, la chiave è comunicare il mondo della lirica con maggiore semplicità, perché le persone chiedono semplicità. Senza ovviamente stravolgere nulla".

A quelli che dicono che "l'opera lirica è quella cosa in cui si canta e non si capisce una parola - afferma Fanale - dico che noi siamo giovani, ci vestiamo con le magliette e cantiamo facendo capire tutte le parole. Non è più come una volta quando si cantava, si emettevano suoni bellissimi ma spesso non si capivano le parole. Adesso per noi giovani cantanti la chiarezza, il far capire tutte le parole, è la base del nostro mestiere. Noi siamo il futuro dell'opera lirica".

'Io come Pavarotti? Avrei potuto fargli solo da comprimario...'

Fanale è un tenore lirico-leggero con un repertorio che va da Mozart ai francesi (Massenet, Gounod, Thomas) fino a Donizetti e Bellini, ma ama anche altri compositori come "Wagner e Puccini, ruoli che però non fanno per me, io voglio dedicarmi ai personaggi adatti alla mia voce", spiega, annunciando che dopo Roma volerà a Tokyo per un recital, per poi andare a Salisburgo dove canterà 'Don Giovanni', poi ancora a Vienna per 'Così fan tutte' e a Berlino per il 'Falstaff' con Zubin Mehta. "A febbraio-marzo tornerò a Roma, al Teatro dell'Opera, dove canterò la 'Maria Stuarda' di Donizetti nel primo e secondo cast. Tutte le recite, una follia...", dice sorridendo.

E a chi dice che la sua voce ricorda quella di Big Luciano, risponde: "Non si può fare un paragone tra me e Pavarotti che era unico e al quale io avrei potuto fare solo da comprimario. Oggi ci permettiamo il lusso di fare i cantanti lirici - dice, forse con un eccesso di modestia - perché non esistono più le voci di una volta. Se esistessero ancora i Corelli, i Del Monaco, i Blake, i Pavarotti, io e molti miei colleghi famosi faremmo i comprimari", conclude.

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