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Son Pascal: "Ora canto in italiano e sogno Sanremo...in duetto" /Video

24 giugno 2016 | 15.57
LETTURA: 4 minuti

Son Pascal
Son Pascal

di Antonella Nesi

È partito da Paestum nel salernitano, è passato per l’Inghilterra inseguendo la passione per la musica e poi, grazie ad un reality show e alla capacità di cavalcare l’onda di notorietà che ne è derivata, è diventato una vera e propria star in Kazakistan. È l’incredibile storia di Son Pascal, all’anagrafe Pasquale Caprino, che ora pubblica il suo primo singolo in italiano ‘Amore ubriaco’ ed annuncia all’AdnKronos di sognare il festival di Sanremo. "L'italiano è un lingua musicalmente molto complicata perché noi siamo molto ricchi di letteratura musicale e quindi è un punto di arrivo complicato. Il percorso sarà ancora molto lungo ma intanto ci ho provato con un pezzo semplice, dal testo un po' frivolo, per iniziare dall'entry level... E poi nelle mie vene scorre sangue italiano ed è giusto che prima o poi si provi a tornare a casa".

Quanto a Sanremo, ora che non canta più solo in inglese e kazaco, Son Pascal comincia ad accarezzare l’idea ma ad una condizione particolare: portare sul palco dell’Ariston un duetto. "Ci ho già pensato molte volte anche perché tradizionalmente è stato il punto di partenza di tante carriere importanti. E' chiaro che non è semplice, è una sfida ardua: ora il mercato italiano è piuttosto saturo. Ma mi piacerebbe andare all'Ariston in duetto, perché da Ron con Tosca a 'Si può dare di più', si piazzano sempre bene. Quindi vorrei trovare un collega più anziano che mi facesse da 'padrino'", sorride Pasquale e il pensiero va subito al featuring che un paio di anni fa ha chiesto ed ottenuto da Al Bano per un suo pezzo in kazaco.

Dopo essere diventato una star in Kazakistan, si è fatto conoscere anche in Italia grazie al piccolo schermo, tra Deejay Tv che ha raccontato la sua vita nel docureality ‘Pascalistan’ e Rai2 che lo ha chiamato a ‘Pechino Express’. Ma continua a vivere ad Astana anche se l’amore per la sua Paestum è ancora vivissimo. "Vivo ad Astana perché ora ho la mia vita lì. Ma a Paestum torno ogni volta che sono in Italia: i colori e i sapori della mia terra sono insostituibili. Vivendo all'estero ho imparato ad apprezzare di più l'Italia. Me ne ero andato con l'amaro in bocca perché come tanti amici e colleghi avevo provato a lavorare con la musica senza riuscire ad ottenere niente. Ora mi sto riavvicinando ma senza nessuna ossessione di arrivare".

Nonostante gli abbia regalato il successo e la possibilità di vivere della sua arte, Son Pascal non considera però il Kazakistan la sua America. E spiega perché. "Il Kazakistan è un posto enorme geograficamente ma piccolo per popolazione ed estensione dello show business quindi per me è stato abbastanza facile rispetto alle disnamiche italiane riuscire a pubblicare qualcoasa e ad essere ascoltato. Però allo stesso tempo è un paese pieno di casini perché c'è una grande instabilità, c'è precarietà, la professionalità nella musica è una chimera. E' difficile gestire il quotidiano e non la considero la mia America. Ma mi ha aperto una strada produttiva e mi ha dato la possibilità di suonare davanti a tante persone, cosa che in Italia mi sognavo e credo che mi sognerei anche adesso".

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