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Addio a Bud Spencer, folla alla camera ardente. L'amico: "Ora ride e dice 'futtitenne'"

29 giugno 2016 | 13.05
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(Adnkronos)
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Folla di amici, parenti ma anche tanta gente comune alla camera ardente di Carlo Pedersoli, in arte Bud Spencer, allestita in Campidoglio. In sala Protomoteca da questa mattina è un via vai di persone per dare l'ultimo saluto al 'gigante buono'. Una bandiera della Lazio, lasciata da un dirigente della Società in omaggio al suo passato di atleta nella Polisportiva biancoceleste, campeggia davanti al feretro, accanto a una scatola di fagioli lasciata da due fan.

Tra le corone di fiori, accanto a quelle del Campidoglio e della Regione Lazio, anche quella di un ammiratore. E intanto la gente continua ad affluire. Tanti giovani ma anche famiglie con bambini e passeggini al seguito, per niente intimoriti dalla scalinata e dalla lunga fila per dare l'addio all'attore.

Ad accogliere le tante persone arrivate per l'ultimo saluto a Bud Spencer i figli dell'attore, Giuseppe e Cristiana. All'ingresso della Protomoteca la folla incolonnata in una lunga fila viene controllata con i metal detector.

"È fantastico il calore delle persone venute qui per mio padre. È stato un padre meraviglioso - il ricordo del figlio Giuseppe - c'è una grande energia intorno a lui che continuerà e gli dà il privilegio di non finire qui. Grazie a tutti".

"Lui rifuggiva dalla figura di divo, gli piaceva essere un personaggio popolare, si nascondeva dalle interviste e dalle telecamere" ha detto il professor Mario Stirpe, ricordando così il suo migliore amico, intervenendo dopo il figlio alla camera ardente. Il professore ha dedicato al suo amico un ricordo commosso, parlando di Carlo Pedersoli come di "un personaggio che non parlava mai male di nessuno". Quando tornava a Napoli, ha ricordato, "gli piaceva quando si affacciava dal finestrino dell'auto e i giovani sui motorini che lo riconoscevano lo chiamavano 'Carlu''".

"Leggeva tanto e mi ero sorpreso a scoprirlo appassionato di filosofia", ha aggiunto. "Aveva la testa tra le nuvole e oggi - ha concluso - io me lo immagino su una nuvola mentre non sorride ma ride, ride, ride e come diceva nella sua canzone dice 'futtitenne'".

In Campidoglio l'elogio funebre della sindaca di Roma Virginia Raggi. "Sono qui per dare l'ultimo saluto al 'gigante buono' che ci ha fatto sorridere e crescere con i suoi film. L'ultima sua parola è stata grazie ma è a lui che il cinema, la città e il Paese dice grazie perché con la sua arte è riuscito a far sognare, ridere e appassionare tante generazioni" ha detto Raggi.

"Molti di noi sono cresciuti con i suoi film, in cui il bene vinceva sempre sul male. Con grande ironia e semplicità riusciva a incoraggiare soprattutto i più giovani", ha aggiunto Raggi.

"Oggi siamo qui per rendere omaggio a una persona straordinaria, il gigante buono che in tanti abbiamo amato - ha continuato Raggi - Mio padre mi parlava di lui come grande campione sportivo e mi faceva vedere i suoi film. Io sono cresciuta con il suo mito e oggi sono qui a dire grazie, grazie a te Bud".

Tra i tanti che hanno voluto omaggiare l'attore, Roberto Fico, Gianni Alemanno, l'attore Massimo Ghini, l'ex campione di tennis Nicola Pietrangeli. A fare da sottofondo le musiche di alcuni dei suoi film rimasti nella storia, da 'Dio perdona io no' a 'Lo chiamavano Trinità'.

In Campidoglio anche una delegazione delle Fiamme Oro, gruppo sportivo della Polizia di Stato. Carlo Pedersoli è stato infatti un atleta di nuoto delle Fiamme Oro.

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