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Buon compleanno

Tanti auguri Mogol, compie 80 anni il più grande dei parolieri

17 agosto 2016 | 12.58
LETTURA: 7 minuti

Giulio Rapetti in arte Mogol (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Giulio Rapetti in arte Mogol (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Compie 80 anni Giulio Rapetti, in arte Mogol, l’autore il cui nome è rimasto indissolubilmente legato a quello di Lucio Battisti, anche dopo la morte di quest’ultimo, con il quale ha dato vita ad alcuni capolavori della musica leggera italiana.

Mogol è infatti nato il 17 agosto 1936 a Milano. E quando si parla di lui viene subito in mente il termine ‘paroliere’, legato proprio al ruolo che ebbe Giulio Rapetti nel raggiungimento del successo da parte di Lucio Battisti.

Un sodalizio nato nel 1965 e interrotto con una separazione all'inizio degli anni '80. Il 'divorzio' da Battisti si è poi tradotto negli ultimi anni in una battaglia legale di Mogol con gli eredi di Lucio Battisti, che vede il paroliere da tempo impegnato a contrastare il veto imposto dalla ex moglie di Battisti, Grazia Letizia Veronese, su qualsiasi iniziativa riguardante l'eredità musicale del marito.

Proprio nelle scorse settimane il tribunale civile di Milano ha emesso una prima sentenza, dichiarando l’inadempimento della società 'Acqua Azzurra edizioni musicali', di cui la Veronese è amministratore unico e socia di maggioranza (Mogol detiene il 9 per cento), "inadempiente ai contratti di edizione conclusi con Giulio Rapetti Mogol" e condannandola al pagamento a Mogol di 2,6 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno".

Il tribunale ha però respinto la domanda di Mogol di danni contro Grazia Letizia Veronese. La causa era stata iniziata da Mogol nel 2012: il paroliere aveva chiesto che Grazia Letizia Veronese fosse condannata a risarcirgli un danno di oltre 8 milioni di euro per aver ostacolato lo sfruttamento commerciale del repertorio Mogol/Battisti.

Autore superprolifico (nella sua carriera ha firmato oltre 1.500 testi), Mogol inizia ad occuparsi di musica alla fine degli anni ‘50, nell’ambito editoriale. Affiancava il padre, Mariano Rapetti, direttore delle edizioni della casa discografica Ricordi.

La prima importante affermazione di Mogol risale al 1960, quando si presenta al Festival di Ancona come autore del testo “Non dire I cry”, interpretato da Tony Renis. Ma la consacrazione da paroliere avviene l’anno successivo con il brano “Al di là”, che vince il Festival di Sanremo, scritto da lui e interpretato da Luciano Tajoli e Betty Curtis.

La vittoria a Sanremo, per molti inaspettata, lo porta all’attenzione delle più importanti case discografiche. Da questi incontri nascono altri intramontabili successi che hanno attraversato diverse generazioni: da “Stessa spiaggia stesso mare”, cantata da Mina, a “Bambina bambina”, cantata da Tony Dallara, che risulterà prima classificata a Canzonissima 1961.

Nel 1963 Mogol torna a Sanremo e si conferma autore vincente: al primo posto si piazza di nuovo una sua canzone “Uno per tutte”, questa volta cantata da Tony Renis. Il successo si ripete due anni dopo con “Se piangi se ridi”, composta insieme al cantante che la porta sul palco di Sanremo, ovvero Bobby Solo.

Tra gli altri grandi successi del periodo, oggi storici, vi sono “C’è una strana espressione nei tuoi occhi”, “Che colpa abbiamo noi” e “E’ la pioggia che va” (Rokes), “Io ho in mente te” (Equipe 84) e “Sognando la California” (Dik Dik), fino a stabilire il record, esorbitante per l’epoca, di un milione e mezzo di 45 giri venduti con “Una lacrima sul viso”, incisa da Bobby Solo nel 1964.

Alla fine del 1965 avviene l’incontro con Lucio Battisti, che cambierà la vita di entrambi. I due realizzano inizialmente canzoni per altri interpreti, soprattutto gruppi e solisti beat: “Per una lira” (Ribelli), “Dolce di giorno” (Dik Dik), “Che importa a me” (Milena Cantù).

Poi, il timido Battisti di decide a passare davanti al microfono: il successo è formidabile: nel 1969 in ‘fenomeno Battisti’ esplode in tutta la sua grandezza e i due autori si legano artisticamente in modo indissolubile creando una serie di perle indimenticabili, che ancora è facile ascoltare persino sulle radio più commerciali: “Acqua azzurra acqua chiara”, “Mi ritorni in mente”, “Fiori rosa fiori di pesco”, “Emozioni” e “Pensieri e parole”, tutti 45 giri che conquistano i primi posti delle classifiche di vendita.

Mogol, insieme al padre Mariano, a Sandro Colombini, Franco Dal Dello e, successivamente, Lucio Battisti, decide a questo punto di prodursi in proprio e fonda l’etichetta 'Numero Uno'. Il primo disco realizzato è il singolo “Questo folle sentimento” per un nuovo gruppo: la Formula 3.

Ma con la “Numero Uno” Mogol scrive con e per Lucio Battisti soprattutto capolavori del calibro “La canzone del sole”, “I giardini di marzo”, “E penso a te”, “Vento nel vento”, “Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi”, “Anche per te”.

Mogol e Battisti firmano anche canzoni indirizzate a gruppi e solisti appartenenti ad altre etichette: Equipe 84 (”29 settembre”), Dik Dik (”Vendo casa”), Mina (”Insieme”, “Io e te da soli”, “Amor mio”, “La mente torna”), Patty Pravo (”Il paradiso”, “Per te”), e altri ancora.

Da “Umanamente uomo: il sogno” a “Una donna per amico”, Mogol e Lucio Battisti raggiungono la punta estrema della loro creatività fino a concludere il loro sodalizio con l’album “Una giornata uggiosa”, pubblicato nel 1980.

Dei motivi della loro separazione si sa poco: Battisti si ritirò nel più assoluto silenzio e Mogol ha sempre condiviso e rispettato l’antico sodalizio: “Non ho mai voluto partecipare a manifestazioni per commemorare Battisti, mi sembrerebbe di ricordarlo con la corona funebre in mano. Non voglio assolutamente che si usi il suo nome e, ne sono certo, non lo apprezzerebbe nemmeno Lucio”, ebbe modo di dire in occasione di una manifestazione omaggio a Battisti organizzata da Mario Lavezzi nel 2003.

Dopo il ‘divorzio’, Battisti da’ vita ad una ‘svolta’, continuando ad incidere canzoni ma cambiando completamente stile dei testi affidati al poeta sperimentale Pasquale Panella, che firmerà i suoi ultimi tre album.

Per Mogol, il dopo-Battisti si concretizza, invece, nella felice collaborazione con Riccardo Cocciante con il quale scrive l’album “Cervo a primavera” e il successivo “Cocciante”. Ma il prolifico Mogol non si ferma qui: negli anni successivi nascono le collaborazioni con Gianni Bella, Mango, Gianni Morandi, e, ultimo in ordine di tempo, ma in vetta in termini di successi discografici, quella con il ‘molleggiato’ Adriano Celentano.

Oltre a proseguire l’attività di autore di testi, Mogol è stato a partire dai primi anni ‘80 l’animatore, insieme a Gianni Morandi, della Nazionale Cantanti italiana di Calcio, progetto creato per raccogliere fondi a scopo benefico. L’altra grande ‘avventura’ realizzata nell’ultimo ventennio è l’attività di formazione e talent scout rivolta ai giovani cantanti e cantautori, che lo porterà anche a collaborare con le ultime edizioni del Festival di Sanremo per preparare all’esordio sul palco dell’Ariston gli artisti della categoria Giovani.

Dal 1992 Mogol, infatti, si trasferisce in Umbria, dove fonda e dirige il C.E.T. (Centro Europeo di Toscolano), associazione no-profit per lo sviluppo della cultura e della musica. Attraverso periodici stage di studio e applicazione, il C.E.T. offre a giovani aspiranti autori, musicisti e interpreti l’opportunità di perfezionare le loro attitudini artistiche e, per quanto possibile, realizzare i loro sogni, condotti per mano da docenti d’eccezione tra cui lo stesso Mogol e, tra gli altri, Biagio Antonacci, Luca Barbarossa, Gianni Bella, Edoardo Bennato, Riccardo Cocciante, Stefano D’Orazio, Nicolò Fabi, Mario Lavezzi, Mango, Raf, Tony Renis, Vince Tempera, Alberto Testa, Gianni Togni, Umberto Tozzi, Celso Valli e Ornella Vanoni.

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