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Biennale Venezia: Latella nominato direttore settore Teatro

29 agosto 2016 | 12.47
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Antonio Latella (foto Andrea Pizzalis)
Antonio Latella (foto Andrea Pizzalis)

E' Antonio Latella il nuovo direttore del settore Teatro della Biennale di Venezia per il quadriennio 2017-2020. Lo comunica una nota della Biennale. "Latella ha conquistato una posizione di grande rilievo nel teatro internazionale e potrà progettare festival di grande interesse, ma ha anche sviluppato una personale vocazione alla scoperta e alla formazione di nuovi talenti, tema quest’ultimo al quale la Biennale dedica particolare attenzione e impegno", ha dichiarato il presidente della Biennale, Paolo Baratta.

Affermatosi appena trentenne sulla scena europea, il regista Antonio Latella è autore di riscritture sceniche che allargano l’orizzonte del testo, spaziando dal teatro alla letteratura al cinema. Oltre a mettere in scena opere di Pasolini, Fassbinder, Genet, fra i suoi autori d’elezione, Latella ha affrontato il rapporto con la tradizione rivoluzionando classici del teatro ormai codificati, da 'Natale in casa Cupiello' di Eduardo ad 'Arlecchino servitore di due padroni' ispirato a Goldoni. Ha realizzato spesso vere e proprie maratone con spettacoli che possono durare fino a 15 ore.

Alla Biennale di Venezia Antonio Latella è invitato più volte: nel 2004, nell’ambito del 36. Festival Internazionale del Teatro, con 'Bestia da stile' di Pasolini, presentato in prima assoluta; nel 2007, al 39. Festival Internazionale del Teatro, con 'Pericle' da William Shakespeare, interpretato dagli allievi dell’École des Maîtres diretta da Franco Quadri; nel 2014 è fra i Maestri di Biennale College – Teatro e nel 2015 al 43. Festival Internazionale del Teatro con la trilogia 'A. H., Caro George, MA'.

"Prendendo forza dall’eredità lasciata dal grande lavoro fatto in questi anni da Àlex Rigola - ha dichiarato Latella - penso ad una Biennale Teatro che possa focalizzare la propria attenzione sulla ricerca del talento, ovvero su ciò che può porre le basi per il futuro prossimo del nostro teatro. Registi, drammaturghi, attori che non hanno forse grande risonanza nel panorama teatrale di oggi, ma che già stanno lavorando per creare nuovi linguaggi della scena. Talenti capaci di coniugare tradizione e innovazione, impegnati in un continuo scambio con affermati maestri del palcoscenico, per provare a definire, o almeno a farci intuire, il teatro di domani".

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