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Mostra Venezia: Lav Diaz Leone d'Oro e l'argento è ex-aequo

10 settembre 2016 | 20.21
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Lav Diaz (Foto Afp) - AFP
Lav Diaz (Foto Afp) - AFP

Dal nostro inviato Antonella Nesi

Qualcuno l'aveva intuito al termine delle quasi quattro ore di proiezione di questo film (226 minuti per l'esattezza): 'Ang Babaeng Humayo' ('The woman who left') del regista filippino Lav Diaz, proiettato nel penultimo giorno del concorso della Mostra di Venezia, avrebbe sparigliato ogni previsione fin lì formulata sul palmares del Lido. E infatti si è portato a casa il Leone d'Oro di Venezia 73, in un verdetto in cui l'Italia non ha trovato spazio. Lav Diaz aveva già vinto un premio a Venezia, quello per il miglior film della sezione Orizzonti nel 2008 con 'Melancholia' (che di minuti ne durava 450). Per il suo esordio nel concorso principale della Mostra di Venezia ha portato al Lido un film che racconta la storia di una donna che ha abbandonato la propria vita a causa di un’ingiustizia: 30 anni di detenzione da innocente. Poi arriva inaspettata la libertà e seppure nessuno potrà risarcirla del tempo passato in carcere, la protagonista trova il modo di rimettersi in cammino. Il tutto girato in bianco e nero e con camera fissa, tranne una scena con macchina a mano.

La Giuria di Venezia 73, presieduta da Sam Mendes e composta da Laurie Anderson, Gemma Arterton, Giancarlo De Cataldo, Nina Hoss, Chiara Mastroianni, Joshua Oppenheimer, Lorenzo Vigas e Zhao Wei, dopo aver visionato tutti i 20 film in concorso, ha deciso anche di assegnare ex aequo il Leone d'Argento per la migliore regia, 'dividendolo' tra il regista russo Andrei Konchalovsky per l'apprezzatissimo 'Paradise' e il messicano Amat Escalante per il film 'La Región Salvaje (The Untamed)'. Poco previsto anche il Gran Premio della Guria andato all'opera seconda da regista dello stilista Tom Ford 'Nocturnal Animals'. In un concorso con una presenza importante di film americani, batte bandiera a stelle e strisce anche la Coppa Volpi per la migliore attrice, andata ad Emma Stone per il film che ha aperto la Mostra, il musical 'La La Land' di Damien Chazelle. Mentre la Coppa Volpi per il migliore attore è andata ad Oscar Martínez, protagonista di un altro film applauditissimo anche dalla critica, l'argentino 'El Ciudadano Illustre' diretto a quattro mani da Mariano Cohn e Gastón Duprat (già notati al festival di Roma con 'El Artista' nel 2006). Ma gli Usa portano a casa anche il Premio per la Migliore Sceneggiatura, andato a Noah Oppenheim per il film 'Jackie' di Pablo Larraín su Jacqueline Kennedy e il Premio Speciale che la Giuria ha deciso di assegnare a 'The Bad Batch' di Ana Lily Amirpour, film che non era piaciuto ai critici italiani.

L'Italia è rimasta totalmente a bocca asciutta nel concorso principale (Venezia73), giacché anche il Premio Marcello Mastroianni ad un giovane attore o attrice emergente (per il quale qualcuno aveva ipotizzato potessero essere in lizza gli interpreti di 'Piuma' di Roan Johnson o le quattro ragazze di 'Questi Giorni' di Giuseppe Piccioni) è andato a Paula Beer per la sua interpretazione in 'Frantz' di François Ozon. E ancora, il Leone del Futuro o Premio Luigi De Laurentiis alla migliore opera prima è andato a 'Akher Wahed Fina (The Last of Us)' di Ala Eddine Slim, che si aggiudica un premio di 100.000 dollari, messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore. Ma è invece una regista italiana, Federica Di Giacomo, a dirigere il Miglior Film del concorso Orizzonti, 'Liberami', che parla del ritorno della pratica dell'esorcismo nel mondo contemporaneo. Il Premio Orizzonti per la Miglior Regia è andato invece a Fien Troch per 'Home'.

La cerimonia di premiazione della Mostra anche quest'anno si è svolta tra la felicità e la commozione dei premiati e con qualche immancabile esitazione tra traduzioni e discorsi un po' troppo lunghi di alcuni vincitori. Non sono mancate anche sonore contestazioni della sala stampa all'annuncio di alcuni premi. Ritirando il massimo riconoscimento della Mostra per 'The woman who left' Lav Diaz ha ammesso "non riesco ancora a crederci. Bellissimo questo Leone d'oro! Lo dedico al popolo filippino per la loro lotta e alla lotta di tutta l'umanità". Prima di Diaz era salito sul palco il vincitore del Gran Premio della Giuria, Tom Ford, ringraziando in italiano: "Io mi sono trasferito in Italia nel 1990, ho vissuto molti anni qua ed è un po' una seconda casa per me. Ho un bellissimo ricordo del mio primo film a Venezia e tornare qui e ricevere questo premio è un immenso onore. Ringrazio la giuria e la mostra. Sono emozionato e commosso", ha detto lo stilista.

Accenni di dissenso hanno accolto in sala stampa l'annuncio di Escalante quale vincitore del Leone d'argento alla regia, ex aequo con Konchalovsky. Il regista messicano ricevendo il premio ha detto: "E' stupefacente per me essere premiato in questo festival dove sono passati tanti dei film che mi hanno ispirato. Una precisazione: la creatura sexy del mio film non era una piovra come molti hanno detto", ha aggiunto tra le risate della platea. Konchalovsky invece ha preso la parola in italiano: "Io vorrei dedicare questo premio alla memoria di quei russi che hanno contribuito a salvare dei bambini ebrei dall'Olocausto", di cui appunto racconta il suo film.

Emma Stone, vincitrice della Coppa Volpi femminile per 'La la Land', non è tornata a Venezia per ritirare il premio ma ha inviato un video-messaggio da Toronto: "E veramente bello ricevere questo premio. Spero che non sia uno scherzo dei miei colleghi... Ringrazio la mostra e Alberto Barbera. Non riesco ad immaginare un posto migliore di Venezia per la premiere di 'La La Land'. È una città stupenda, gli italiani sono straordinari e ci siamo divertiti moltissimo. È un'esperienza che non dimenticherò mai e ringrazio Ryan Goslin per aver reso così piacevole dividere con lui il set e il regista Chazelle per avermi scelto per questo ruolo così bello", ha sottolineato.

Oscar Martinez, coppa Volpi maschile, si è commosso: "Che emozione. Sono molto grato ai giurati e alla mostra. Questo riconoscimento per me ha un valore particolare, sia per il prestigio della mostra sia perché in questo Paese, grazie a creatori straordinari, è stato prodotto il miglior cinema del ventesimo secolo". Un altro video-messaggio è arrivato dagli Usa, da Noah Oppenheim, vincitore del Premio per la migliore sceneggiatura per 'Jackie', che è poi stato ritirato dal fratello di Pablo Larrain, regista del film

Le contestazioni più forti in sala stampa (con diversi "buuuuu") le ha ricevute l'annuncio dell'assegnazione di un Premio Speciale della Giuria a 'The Bad Batch' di Ana Lily Amirpour, che racconta di una comunità di cannibali in uno scenario post apocalittico texano. Il ringraziamento della regista underground ha provocato invece ilarità e qualche perplessità: "Tutto qua è psichedelico. E se mia madre e mio padre fossero qui amerebbero questo 'fucking event'", ha detto in inglese costringendo la traduttrice ad edulcorare con un "cavolo di evento".

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