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Musica: debutto italiano a Santa Cecilia per Rafael Payare, 'figlio' del Sistema

02 novembre 2016 | 18.18
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Rafael Payare sul podio dell'Orchestra di Santa Cecilia con  Luigi Piovano durante le prove del Concerto n. 2 per violoncello di Saint-Saens (Musacchio & Ianniello) - ©Musacchio & Ianniello
Rafael Payare sul podio dell'Orchestra di Santa Cecilia con Luigi Piovano durante le prove del Concerto n. 2 per violoncello di Saint-Saens (Musacchio & Ianniello) - ©Musacchio & Ianniello

Un altro dei 'ragazzi geniali' uscito dal 'Sistema' fondato in Venezuela da Josè Antonio Abreu arriva in Italia. Dopo Gustavo Dudamel, ormai stella dei podi internazionali, anche Rafael Payare debutta nel nostro Paese, con un concerto interamente dedicato alla musica francese, alla guida dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Il giovane direttore venezuelano sarà infatti domani sera alle 19,30 (repliche venerdì 4 ore 20,30 e sabato 5 ore 18) nella Sala Santa Cecilia dell'Auditorium Parco della Musica di Roma per dirigere 'L'Isle joyeuse' di Claude Debussy, il Concerto per violoncello n.2 di Camille Saint-Saens, con protagonista il primo violoncello dell'orchestra ceciliana, Luigi Piovano, e la 'Sinfonia Fantastica' di Hector Berlioz.

"Quando ho proposto l'esecuzione della 'Sinfonia Fantastica', l'Accademia ha pensato a un programma tutto francese, coinvolgendo Piovano per Saint-Saens e 'L'isle joyeuse' scritta da Debussy per pianoforte e qui nella magnifica trascrizione orchestrale di Bernardino Molinari (che fu direttore artistico di Santa Cecilia dal 1912 fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, ndr), che rispetta perfettamente lo stile orchestrale del compositore francese", spiega Payare nel corso di un incontro con i giornalisti.

'Se non fosse per Abreu non sarei dove sono, la mia famiglia non poteva pagarmi studi musicali'

Look da rock star, il giovane venezuelano è tra i direttori d'orchestra più richiesti all'estero, avendo diretto tra le altre, la London Symphony, i Wiener Philharmoniker, i Muenchener Philharmoniker, la Chicago Symphony. Dell'Orchestra di Santa Cecilia, la prima italiana che dirige, dice: "E' straordinaria, fatta di grandi professionisti: qualunque indicazione io possa dare, loro la capiscono e la eseguono alla perfezione".

"Se non fosse stato per il 'Sistema' di Abreu non sarei dove sono, perché i miei genitori non avevano i soldi per farmi studiare musica", racconta Payare, sottolineando di essersi appassionato alla musica "dopo avere sentito le fanfare dei corni che intonano la Marsigliese nell''Ouverture 1812' di Cajkovskij". Il fratello suonava il contrabbasso nei nuclei del Sistema di Abreu e lui giovanissimo si iscrisse alla classe di corno francese.

La folgorazione del podio "mi è arrivata dal maestro Sinopoli - spiega il direttore venezuelano - che ha diretto la Youth Children Orchestra, nella quale suonavo anni fa, in una tournée a Fiuggi. Era fenomenale, nonostante non parlasse spagnolo, con la sua energia ci guidava e nel suo gesto c'era qualcosa di fantastico. Quando alzava i gomiti, tutto il suono dell'orchestra cambiava".

'In Venezuela situazione molto complessa, c'è come una nuvola nera che si addensa'

Adesso Payare vive in Irlanda dove è direttore principale dal 2014 dell'Orchestra dell'Ulster e direttore principale del Festival di Castleton in Virginia. E' stato assistente di Claudio Abbado e, nel 2012, di Daniel Barenboim alla Staatsoper di Berlino nel 'Siegfried' di Wagner. Ma quando può torna in Venezuela, "dove la situazione è molto complessa. C'è come una nuvola nera che si addensa sul Paese, che fa passi indietro, contrariamente al 'Sistema' di Abreu che invece continua a crescere".

"Io ci vado e cerco di fare quello che ha fatto Abreu, che non sta più bene come una volta e sta riposando, anche se quando viene a trovarci per noi è come un faro. Chi lavora nel Sistema - sottolinea Payare - cerca di focalizzarsi sulla musica, soprattutto per distrarre i ragazzi dalla complicata situazione politica del Paese e dare loro un futuro".

Una situazione che ha ricadute su diversi aspetti, "dalla politica all'economia, fino alla vita sociale. Io però - precisa Payare - non sono al corrente nel dettaglio di quello che sta succedendo in Venezuela, perché sto sempre in giro per il mondo. La mia famiglia vive lì e mi racconta cosa accade". E chiarisce che quando è sul podio "la cosa più importante sono i musicisti e la musica, tutto il resto è rumore" perché "il ruolo del direttore è quello di fare suonare i musicisti tutti insieme".

"La musica unisce, non divide. Anche nella mia orchestra in Irlanda - prosegue - cerco di integrare cattolici e protestanti perché la musica deve andare oltre queste differenze". Quanto all'educazione musicale dei bambini, "è fondamentale che abbiano accesso alla musica, che la 'sentano', indipendentemente dal tipo di musica", conclude il giovane maestro venezuelano.

Il programma del concerto non è di facile esecuzione. La parte del violoncello del brano di Saint-Saens è addirittura "scritta su due pentagrammi, come fosse un concerto per pianoforte - spiega Piovano - tanto che lo stesso compositore francese era consapevole delle difficoltà di queste pagine, al punto da immaginarne egli stesso rare esecuzioni".

Piovano, che l'ha inciso con la direzione di Piero Bellugi, osserva: "La partitura originale è piena di annotazioni a penna rossa e blu. L'esecutore per il quale Saint-Saens lo scrisse, lo suonò dopo tre anni, quando di solito bastavano 15 giorni, come nel caso di Rostropovich destinatario del concerto di Sostakovic. Questo rende l'idea dell'enorme complessità dell'opera", conclude Piovano.

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