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Musica: Seyfarth, un'arte che offre gioia e ispirazione a bimbi malati

02 dicembre 2016 | 16.36
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Walter Seyfarth
Walter Seyfarth

"La musica può supportare i bambini malati ed offrire loro gioia ed ispirazione". Parola di Walter Seyfarth, clarinettista dell'Orchestra Filarmonica di Berlino che domenica 11 dicembre sarà all'Auditorium Parco della Musica di Roma con l'ensemble dei Fiati dei Berliner per un concerto a favore della Fondazione Maruzza Lefebvre D’Ovidio Onlus, ospitato dall'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.

Nove musicisti della prestigiosa orchestra berlinese, otto fiati più un contrabbasso, eseguiranno l’Ouverture del Fidelio di Beethoven, la Serenata per fiati K 375 di Mozart, l’ottetto di fiati in mi bemolle maggiore opera 103 di Beethoven e, nel finale, la Gran Partita KV 361 di Mozart, e i proventi andranno alla Fondazione Maruzza, da anni impegnata nella sensibilizzazione e divulgazione delle cure palliative con una particolare attenzione a quelle dedicate ai bambini.

"Sono convinto che la musica abbia la naturale influenza sui bambini; possono reagire in modo puro come piccoli esseri umani", afferma Seyfarth in un'intervista all'Adnkronos, spiegando di avere subito accettato la proposta del concerto: "C'è stata l'occasione meravigliosa di incontrare la fondatrice, Silvia Lefebvre D'Ovidio, che mi ha spiegato in modo molto aperto l'idea della sua fondazione e spontaneamente ho voluto sostenerla".

I Berliner mancano da Roma dal 2001, quando sotto la guida di Claudio Abbado eseguirono per Santa Cecilia l'integrale delle sinfonie e dei concerti per pianoforte di Beethoven. "Ricordo ancora con forte emozione quei concerti, era nel febbraio 2001", dice Seyfarth, che di Abbado, scomparso nel 2014, ricorda che dall'orchestra (del quale il maestro milanese era stato direttore musicale dal 1989 al 2002, ndr) ha "sempre voluto un suono chiaro e trasparente. Ci costringeva ad ascoltarci gli uni con gli altri come in un gruppo di musica da camera. Questo mi ha ispirato molto. Ho avuto la sensazione che il pezzo su cui abbiamo lavorato insieme fosse qualcosa di completamente nuovo".

Di Abbado, Seyfarth apprezza soprattutto "il suo modo eccezionale di dirigere le Sinfonie di Brahms: ispirato, elegante, rilassato e con la giusta cognizione del tempo. Ma forse - sottolinea - la sua unicità è stata nell’ottenere l’attenzione dal pubblico dopo la direzione della Sinfonia n.9 di Mahler: ho suonato con lui quel pezzo più di 30 volte".

I Berliner Philharmoniker sono la più importante e celebre orchestra al mondo, che ha avuto sul podio i più grandi direttori, da Arthur Nikish a Wilhelm Furtwaengler, e in tempi più recenti Herbert Von Karajan, Leonard Bernstein, Lorin Maazel e Simon Rattle. "Suonare sotto la guida di Herbert Von Karajan ha rappresentato una grossa sfida! Ci faceva provare in modo assolutamente autoritario il che non sarebbe più possibile nel nostro tempo. Ma c'era una grande e indimenticabile tensione in entrambe le sessioni (prove e concerto). Stava lavorando per un obiettivo eccezionale con grande auto disciplina. Ancora oggi il modo di suonare il 'legato' che lui assolutamente richiedeva è quello che sto cercando sempre di tirare fuori dal mio strumento ed è basato sulla sua influenza".

Quanto a Bernstein, dice Seyfarth, "era totalmente il contrario di Karajan. I suoi gesti erano così espressivi e pieni di emozioni durante la performance. Ho sempre potuto seguire facilmente perché era tutto naturale per me". Grazie a Simon Rattle, successore di Abbado e attuale direttore musicale dell'orchestra, "ho avuto invece una mentalità aperta per l'enorme varietà di musica proveniente da tutti i periodi storici. Mi ha spinto ad avvicinarmi alla musica moderna e le sue difficoltà, per la quale mi sono sempre sentito all'altezza di eseguirla", dice il clarinettista tedesco.

Seyfarth suonerà a Santa Cecilia con un programma espressamente scelto per la formazione di fiati: "La mia idea era selezionare il programma principale per il nostro Ottetto", e tra i brani c'è la celeberrima 'Gran Partita' di Mozart. "Ancora oggi - dice Seyfarth - uno dei grandi enigmi nella ricerca del compositore salisburghese è l'origine della Serenata per dodici fiati e contrabbasso in Si bemolle maggiore, tradizionalmente chiamata 'Gran Partita'. La partitura autografa sopravvive ancora".

"C’è traccia di una performance di solo quattro (dei sette) movimenti nel marzo del 1784 con Anton Stadler - aggiunge il maestro - il quale fu suo clarinettista nel concerto al Burgtheater di Vienna. L’arrangiamento e la revisione sono i fatti rilevanti di questo singolare lavoro. Più tardi l'editore André ha acquistato la partitura autografa dalla vedova di Mozart, Constanze, ma non ne pubblicò la musica. Ci sono stati un certo numero di proprietari successivi che hanno messo l'opera autografa a disposizione del pubblico. Solo nel 1942, dopo essere stata acquistata dalla Library of Congress di Washington D.C. infatti sarebbe stato possibile consultarla. Abbiamo intenzione di suonare i quattro movimenti per l'ottetto di fiati, eseguiti per la prima per la prima volta nel 1784", conclude Seyfarth.

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