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Teatro: all'India finale masterclass 'Egle, the queen of serpents'

10 marzo 2017 | 15.05
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Il regista lituano  Oskaras Korsunovas in scena al Teatro India con gli attori del corso di Perfezionamento per lo spettacolo 'Egle, la regina dei serpenti'
Il regista lituano Oskaras Korsunovas in scena al Teatro India con gli attori del corso di Perfezionamento per lo spettacolo 'Egle, la regina dei serpenti'

Il Teatro di Roma accoglie il maestro lituano Oskaras Korsunovas, tra i talenti più originali della scena internazionale contemporanea, che negli spazi del Teatro India ha guidato la masterclass dedicata sia ai giovani attori del Corso di Perfezionamento del Teatro di Roma che agli attori membri dell’Unione dei Teatri d’Europa (Ute), provenienti da Bulgaria, Grecia, Portogallo, Serbia.

Un’occasione di formazione e di dialogo interculturale per 17 attori professionisti che, con diversi background culturali e artistici, si ritroveranno insieme domenica (ore 12) ad abitare il Teatro India con una performance itinerante. Restituzione finale della masterclass che il regista lituano ha basato sul testo del Premio Nobel austriaco Elfriede Jelinek, 'The Seekers', ma che prende origine dallo studio della famosa favola della tradizione popolare lituana 'Egle, la regina dei serpenti' (da cui il titolo della performance).

La favola è infatti utilizzata da Korsunovas per una riflessione sull’impossibilità di conoscere la vera storia degli 'altri'. Inoltre, il lavoro si ispira anche alla tragedia di Eschilo, 'Le Supplici', a cui la Jelinek stessa si è rifatta nella scrittura di The Seekers. Tema predominante quello dei rifugiati e del loro sentirsi diversi e respinti, proprio in concomitanza con uno dei tanti drammi mediterranei e in reazione all’inerzia della politica.

Una riflessione sull'esilio, la fuga, il diritto d'asilo, i diritti umani inviolabili

Dunque, la 'tragedia' di Eschilo, opera che sta alle origini del teatro europeo (463 a.C.), si intreccia con il 'dramma' dei profughi di oggi, ai confini dell’Europa, in particolare con l’episodio del 2013 che polarizzò l’opinione pubblica austriaca. Se nel testo di Eschilo cinquanta giovani donne attraversano il mare, fuggendo dall’Egitto per non essere costrette a sposare i loro cugini, e trovano rifugio nell’antica madrepatria Argo, dove il diritto d’asilo è inviolabile.

Nel testo della Jelinek circa settanta persone in cerca di rifugio vengono rimpatriate per aver denunciato le condizioni disumane in cui erano costrette a vivere. Diversamente dalla tragedia di Eschilo, il diritto d’asilo e i diritti umani non sono invece inviolabili nell’Europa di oggi. Così, tale evento è diventato lo spunto per la Jelinek, e da qui il punto di partenza del lavoro di Korsunovas.

''Ho sempre scelto dei materiali che in un modo o in un altro siano legati alle mie esperienze personali – ha raccontato Oskaras Korsunovas – Le situazioni che ho visto in così tanti paesi diversi mi hanno spinto a lavorare su questo testo di Elfriede Jelinek. È uno scritto potente che viene messo in scena in tutta Europa, dove le persone devono affrontare questi problemi ogni giorno, mentre in Lituania non abbiamo questo problema sociale, eppure incombe questa paura invisibile''.

Il regista, opera importante perché parla dell'estrema riluttanza ad accettare l'altro e il diverso

''Si tratta piuttosto di un problema psicologico o emotivo. Penso che questa opera sia importante perché parla dell’estrema riluttanza ad accettare l’altro e 'il diverso' - ha aggiunto Korsunovas - Si aprono così abissi inspiegabili della psiche e mi auguro che 'The Seekers' apra una discussione su questi temi perché la nostra società ne ha davvero bisogno''.

Un’occasione unica di formazione, e non solo. Dieci giorni per ragionare su tematiche fondamentali e attuali per la società contemporanea, sul tema e sul problema dei migranti, dei profughi, semplicemente di tutti coloro che vengono etichettati e individuati come diversi.

La masterclass è organizzata dal Teatro di Roma e dall’Ute in collaborazione con l’Ambasciata Lituana in Italia, nell’ambito del progetto Conflict Zones dell’Ute con il sostegno del Programma Europa Creativa dell’Unione Europea.

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