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David di Donatello, Benigni show al Quirinale: "Parlo a nome del Pci"

27 marzo 2017 | 12.56
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Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con Roberto Benigni (foto ufficio stampa del Quirinale)
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con Roberto Benigni (foto ufficio stampa del Quirinale)

di Antonella Nesi

Roberto Benigni mattatore della cerimonia per i David di Donatello al Quirinale. "Sono qui come portavoce del Partito del cinema italiano, del Pci. Ha tutta la mia stima - ha detto Benigni rivolto al Presidente della Repubblica - per il suo stile. Se fossi presidente vorrei somigliarle: avrei fatto pure io una nuova legge elettorale, il Benignellum!"

Benigni è stato introdotto da Giuliano Montaldo, presidente ad interim dell'Accademia dei David, dopo la scomparsa di Gian Luigi Rondi, il cui ricordo è stato accolto con una standing ovation. "Quest'anno un premio speciale - ha detto Montaldo- è stato attribuito a un uomo che ha saputo farci sognare: mi permetta signor presidente di presentarle Roberto Benigni", ha detto Montaldo, che prima di lasciare la parola a Benigni ha voluto ringraziare il ministro Dario Franceschini "per essere sempre, attivo e competente, accanto al mondo del cinema".

Così un pirotecnico Benigni ha preso la parola, interrotto più volte da applausi a scena aperta, unendo al suo discorso bello e ispirato sul cinema l'ironia sull'attualità ("ieri è entrata l'ora legale, una delle poche cose legali rimaste in Italia").

Benigni ha premesso di non volere chiedere niente a nome della categoria: "Gli artisti non hanno diritti hanno solo doveri. Non voglio sentire parlare di crisi. Il cinema non è mai stato così in salute", ha sottolineato Benigni prima di ricordare che il mondo del cinema è tutelato da ben tre articoli della Costituzione: "L'articolo 9, l'articolo 21 ("un articolo che ci ha liberato dalla paura di pensare") e il 33, tre articoli meravigliosi di cui siamo grati alle nostre madri e ai nostri padri costituenti". Poi, dopo aver ricordato alcuni dei più grandi registi della storia del cinema, da Rossellini a Fellini, Benigni ha parlato del cinema come veicolo di "felicità" e antidoto a "questo mondo basato sull'ignoranza e sul conformismo, in cui nessuno sa più chi è".

"La perdita d'interesse per il cinema è una perdita di felicità - ha detto Benigni - senza ci rimangono solo i corpi... il 2000 tanto atteso si è rivelato il secolo dei corpi... Dobbiamo fermarci e permettere alle nostre anime di raggiungerci", ha detto Benigni scatenando un enorme applauso.

"Il cinema fa bene alla salute: uno dovrebbe andare in farmacia e pendere 5 milligrammi di '8½'...", ha concluso Benigni prima di salutare Mattarella e ricevere la standing ovation di tutta la platea di addetti ai lavori presenti al Quirinale per il tradizionale incontro dei candidati al David di Donatello con il presidente della Repubblica, in vista della premiazione di questa sera in diretta su SkyUno, Sky Cinema e Tv8.

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