''Uno spettacolo spaventoso, un 'horror story' made in Italy, uno spettacolo agghiacciante in cui si ride e si sorride, ci si diverte. Fa paura. Ma mai quanto la realtà che ci circonda''. Con queste parole Marco Presta e Max Paiella presentano il loro ultimo spettacolo 'Zombie' (regia di Fabio Toncelli) in scena da venerdì prossimo al 9 aprile al Teatro Olimpico di Roma.
Il Teatro Olimpico come una sorta di spazio 'boccacesco' (quello del 'Decamerone'), un luogo incontaminato dove trovare simbolico asilo, aspettando tempi migliori, dispiegando storie e racconti. ''Sketch surreali accompagnati dalla musica in attesa che il mondo cambi -ha spiegato Marco Presta- In meglio naturalmente. Aspettiamo la fine del mondo... In un universo popolato da 'zombi'. Perchè ne siamo assolutamente sicuri. Il mondo finirà e rinascerà identico a se stesso. Una replica come 'La Freccia nera', trasmessa all'infinito durante l'estate''.
''La nostra impressione - ha continuato Presta - è che l'essere umano tende a fare sempre gli stessi errori. Replicandoli e replicandosi''. ''Una sorta di ciclo continuo - è intervenuto Max Paella- un lavaggio infinito, una centrifugone inarrestabile''. Ma chi saranno i nuovi 'Zombi''? 'Riesumeremo i morti viventi - ha scherzato Max Paiella- Cantanti, politici, attori. Oggi, purtroppo, non si riconoscono più le differenza. Sgarbi, Renato Zero, Al Bano, Biagio Antonacci, Vittorio Sgarbi, Massimo D'Alema, Antonio di Pietro''.
Si sorriderà ancora dei nostri politici? ''Una volta per sorridere- bastava fare la parodia dei nostri uomini politici - ha spiegato Presta- La satira finirà, ma non per colpa della censura, ma semplicemente perchè non servirà più. Salvini, il senatore Razzi... come si possono imitare? Fanno sorridere solo guardandoli e ascoltandoli. La satira finirà. Superata dalla realtà''.
E tra 'morti viventi' e situazioni 'horror', zombi, lupi mannari, donne siliconate e funzionari tv, si parlerà anche di ''portatori sani'' di outing, di Shakespeare e di rapporti padre -figli. ''Si parlerà dunque di attualità e quotidianità - ha concluso Presta - visto che la politica si è trasformata in un gioco al massacro parlare di costume diventa quasi un modo per raccontare l'Italia senza l'obbligo di far riferimento al politico di turno''.