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Roma

Palalottomatica in festa per il live di Mannarino

28 marzo 2017 | 17.11
LETTURA: 4 minuti

di Veronica Marino

Si può creare intimità con migliaia di persone contemporaneamente? Mannarino ci riesce con facilità. E ne ha dato l'ennesima dimostrazione nelle prime date romane del suo 'Apriti Cielo Tour', sold out come molte altre che si succederanno lungo lo Stivale.

Cantautore e musicista romano, maneggia con facilità l'alchimia dei contrasti: è un grande ricercatore di note, suoni e generi ma lascia spazio alla musica popolare ed anzi la arricchisce dei virtuosismi elaborati dalla sua talentuosa fantasia e dalla scelta di musicisti di altissimo livello; è colto ma parla la lingua semplice e diretta che si usa fra confidenti. Come ha fatto sul palco del Palalottomatica della Capitale in un concerto-spettacolo, iniziato e finito come una grande festa alla quale senti di aver partecipato come un amico del padrone di casa.

Mannarino dà vita ad una musica che annulla le distanze, mette l'uomo al centro. L'uomo nudo e crudo sotto le stelle, senza ruoli, casacche o vestiti sociali. Ed è così che, in un live potente e quasi sciamanico, ti ritrovi a festeggiare la vita ballando senza freni e lasciando alle emozioni un posto in prima fila.

In scena sul palco la ricostruzione di un grande macchinario come a definire il confine dell'uomo, lo spartiacque difficile da governare fra la razionalità e la creatività, il sogno, l'infinito che, invece, prendono forma nei video che si succedono ad ogni brano, tessendo un altro racconto che procede per colori, figure, immagini. E Mannarino indica sin da subito chi può dare spazio al sogno e tagliare le corde troppo strette che ci piegano e ci imbrigliano.

"Mi hanno chiesto quale fosse per me l'immagine di Roma che ho più a cuore - racconta -. E' Claudia Cardinale nel film 'Nell'anno del Signore' dove, nei panni di Giuditta si innamora di un carbonaro. Una donna che si ribella ai pregiudizi del suo tempo. Sono donne così che cambiano una città. E una donna così è qui stasera, dove mai avrei immaginato di essere. Lei mi ha preso per la giacca e mi ha rimesso in piedi. Lo devo a lei se sono qui e la voglio ringraziare", rivela il cantautore, ma senza fare nomi.

Tutto inizia con il pezzo che dà il titolo all'album, 'Apriti Cielo'. Poi 'Roma', 'Impero' e 'Deija', un brano centrale per comprendere l'umanesimo di Mannarino dove non a caso si traveste da uomo di strada, un po' barbone, un po' mendicante. Mannarino, oltre alle bravissime coriste, canta all'unisono con tutto il Palalottomatica che sa a memoria brani già entrati nella pelle da tempo come 'Osso di seppia' o 'Maddalena' o il 'Bar della Rabbia', ma anche brani del nuovo disco che, intonati da tutta la folla, diventano persino più incisivi, più belli, come è il caso dell'Arca di Noè o di Gandhi' e 'Babalù'.

Ma il merito è anche di uno spettacolo dove sul palco sono tutti protagonisti. Mannarino sa dare risalto ad ognuno e ai numerosi strumenti suonati. Mauro Refosco, conosciuto per essere il percussionista dei Red Hot Chili Peppers e della band Forrò in the dark, per aver suonato con David Byrne e Brian Eno e per essere parte del supergruppo Atoms for Peace. Puccio Panettieri, uno dei più apprezzati musicisti italiani, alla batteria.

Alle chitarre Alessandro Chimentiche accompagna Mannarino dal 2009 e che anche in questa occasione suona anche guitalele, banjio, chitarra portoghese e ronroco. Sempre alle chitarre Giovanni Risitano, mentre alla chitarra classica, cavaquinho e sitar Paolo Ceccarelli. Al basso e contrabbasso un altro elemento storico della band, Niccolò Pagani. Tastiere e fisarmonica Mauro Menegazzi. Ai fiati Renato Vecchio e Antonino Vitali che suonano sax, tromba, flauto traverso e flicorno, ma anche flauti indiani, shalumeau e duduk armeno. Ai cori le straordinarie Azzurra, Ylenia e Simona Sciacca.

Dopo due ore e mezzo di concerto, nessuno vuole andare via e così Mannarino inizia a salutare tutti condividendo, voce e chitarra, una chicca che non è entrata in nessun album, una gemma ancora tutta sua e di chi lo ascolta nei live, 'Fatte bacià': 'fatte bacià come una carezza, fatte bacià contro l'amarezza, fatte bacià che non c'è certezza'. Ma una certezza c'è ed è l'attenzione di Mannarino, autentica e sincera, per la vita e per l'uomo, a partire da tutti quelli che ringrazia con nome e cognome: il fonico di sala, il fonico sul palco, il tecnico delle luci, i costumisti, le coriste, i musicisti, gli organizzatori del concerto, la sua manager.

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