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Cinema: sesso, droga e camicie nere a Cinecittà nel doc di Spagnoli

12 aprile 2017 | 13.53
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'Cinecittà Babilonia – Sesso, droga e camicie nere'. Il doc di Marco Spagnoli cita nel titolo il celebre libro di Kenneth Anger, 'Hollywood Babilonia', e racconta di una Cinecittà agli esordi che nulla aveva da invidiare, quanto al suo lato oscuro, alla mecca del cinema per come è raccontata nell'opera dello sceneggiatore e regista statunitense. Prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà il documentario, che viene proiettato questa sera in una anteprima a inviti al cinema Barberini di Roma, sarà trasmesso in versione televisiva su Rai1 lunedì 17 aprile, alle 15, e uscirà successivamente in home video, con un ricco apparato editoriale e di extra. A 80 anni dalla fondazione degli Studios di Cinecittà, inaugurati il 28 aprile del 1937, il film di Spagnoli indaga con passione e rigore storico, grazie anche all’apporto di testimonianze di storici, registi, personaggi che hanno frequentato assiduamente la quotidianità e il mito degli Studios di Via Tuscolana, la nascita del tempio del cinema italiano, il sogno di un regime che si realizzerà davvero soltanto, e splendidamente, dopo la guerra con il Neorealismo e poi con l’avvento della 'Hollywood sul Tevere'.

A fianco del racconto storico e documentale, il film regala un racconto più intimo e originale, quello di otto grandi dive del cinema italiano della fine degli anni ’30 e dell’inizio dei ’40, che hanno dato corpo alle prime visioni e ambizioni di Cinecittà. Attrici dai nomi noti ma dall’immagine a volte perduta nelle nebbie del tempo, e di un cinema irrealizzato. Appaiono così le aure leggendarie dei nomi di Doris Duranti e Clara Calamai, la bellezza olimpica di Alida Valli, la tragica parabola di Luisa Ferida, e ancora Carla Del Poggio, Elsa De Giorgi, Maria Denis, o la prima diva 'da esportazione' Isa Miranda. Attrici immortalate da fotografie e immagini del grande Archivio storico Luce. A incarnare bellezza e destini di quelle dive di Cinecittà il film porta sullo schermo anche un gruppo di giovanissime interpreti, allieve del Centro Sperimentale di Cinematografia, in un originale incontro di documentario e racconto biografico e dal vivo. Ad accompagnare le loro vicende, la voce narrante di Vinicio Marchioni, e quella di Alessandro Roja per le parole di Vittorio Mussolini, il figlio del Duce e uno dei deus ex machina della cinematografia italiana fascista. Straordinario il reparto tecnico del doc, con la direzione dei costumi, marcati Tirelli, affidata a Maurizio Milenotti, il trucco al premio Oscar Manlio Rocchetti – alla cui memoria è dedicato il film – le musiche a Max Di Carlo, e un affascinante apporto di grafiche animate di Antonio Palma. Con la consulenza artistica di Enrico Lucherini, e quella storica di Gian Piero Brunetta.

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