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Cañizares in tour in Italia con il suo mix di Cuba, jazz, hip hop e classica

13 aprile 2017 | 13.16
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Yilian Cañizares - Julien Mignot
Yilian Cañizares - Julien Mignot

Cuba, il jazz, l'hip hop e la musica classica, un violino e una voce agili e sferzanti. Tutto questo è racchiuso in una persona sola: Yilian Cañizares, un'artista che unisce al talento una forte spiritualità. Lei sarà in tour in Italia a maggio con il suo gruppo e a luglio con Omar Sosa. Prima di prendere il suo violino e salire sul palco, quest'artista fuori dall'ordinario rende omaggio ai suoi antenati. Le candele sono accese, le preghiere recitate e le offerte sono state fatte. Dopo, quando le luci di sala si abbassano e il suo gruppo di esperti musicisti sfila davanti a lei, si abbassa a toccare il suolo prima di entrare.

L'omaggio agli antenati, spiega, "mi fa entrare appieno nel momento. Permette alla musica ed agli antenati di fluire attraverso di me, per raggiungere le persone, anche se non parlano il mio linguaggio. Quando mi esibisco dal vivo entro in trance - aggiunge con un gran sorriso - E' una sorta di esperienza mistica". Queste le date del tour: il 5 maggio l'artista sarà a Massa, al Teatro Guglielmi; il 6 maggio ad Avellino al Senzatempo Jazz Club; il 7 maggio a Catania al Catania Jazz Festival; il 25 luglio a Milano, nell'Area Musica Estate all'Orto Botanico Città Studi, con Omar Sosa.

Nata a l’Avana, stabilitasi in Svizzera verso i trent’anni, con un gran rispetto per il passato e una sensibilità volta al futuro, Cañizares ha alle spalle due acclamati album, l’autoprodotto 'Ochumare' del 2013 e 'Invocación' del 2015, sotto la guida di Alê Siqueira (Roberto Fonseca, Omara Portuondo) che hanno rafforzato la sua reputazione come artista innovatrice e capace di attraversare i confini musicali.

"Il mio suono riflette la ricchezza e la miscela di culture che porto con me oggi - dichiara l'artisata - E' ciò che sono: donna, cubana, musicista, cittadina del mondo". Cañizares è cresciuta nel Vedado, il quartiere adiacente alla Plaza de la Revolution a L’Avana. Le prime memorie musicali vedono il padre suonare una serenata mentre la madre canta e le accompagna al pianoforte".

"Ogni fine settimana mi portavano a vedere un concerto, un’orchestra classica, un quartetto jazz o un gruppo di salsa - ricorda - Mia madre racconta che le dicevo che avrei voluto essere io sul palco".

A sette anni, Yilian ha vinto un posto presso la prestigiosa Manuel Saumell Music Academy, per studiare il pianoforte e il violino. Quelli erano gli anni Novanta e regnava l’austerità, il cosiddetto 'periodo speciale' di Cuba: "Era molto difficile ottenere strumenti o ogni altra cosa", sottolinea Cañizares. Ciononostante vinse per ben quattro volte il Concorso nazionale di Violino di Cuba.

Yilian Cañizares aveva solo 14 anni quando gli è stato offerta una borsa di studio per studiare a Caracas, in Venezuela. Due anni dopo, è stata una masterclass con un insegnante che viveva in Svizzera a cambiarle la vita. "Mi disse che ero dotata e mi incoraggiò a fare domanda per un posto in conservatorio".

Nel 2000 Cañizares si è quindi ritrovata nella Svizzera occidentale, dove la sua tecnica e il suo suono hanno raggiunto un livello completamente nuovo. Le grandi orchestre hanno iniziato a convocarla e dopo il trasferimento a Losanna, ha passato sei anni a dare il suo notevole contributo a sinfonie, concerti ed orchestre. Lungo la strada ha però iniziato a sentire che si stava perdendo qualcosa e desiderava uno sbocco creativo, per cui ha deciso di cambiare percorso.

"Ero molto ispirata dal violinista jazz francese Stéphane Grappelli. Le opportunità possibili mi impressionavano e volevo tradurre l’universo di Grappelli nella mia tradizione e renderlo altrettanto bello", racconta. Ha quindi creato un quartetto di musicisti provenienti da Germania, Venezuela e Svizzera (e in seguito, Cuba) e l’ha chiamato 'Ochumare', per la divinità orisha degli arcobaleni. Sei mesi dopo, nel 2008, ha vinto con questo gruppo il Montreux Jazz Festival Competition. Da allora è stato tutto un crescendo.

Nel 2011 ha impreziosito il progetto 'Havana Cultura' di Gilles Peterson, condividendo il palco con divinità jazz come Ibrahim Malouf e Omar Sosa. Più di recente, ha cantato in francese e in yoruba, lingua degli antenati dell’Africa occidentale, arricchendo le parole con le percussioni afrocubane. "I canoni della tradizione yoruba sono per me un’immensa fonte d’ispirazione. Queste canzoni - rimarca - sono melodiche, ritmate e potenti".

'Invocación', ultimo album della Cañizares, è un omaggio alle persone a lei più care e vicine: i suoi genitori, i nonni, il marito, le donne cubane, gli Orishas, icone come la francese Piaf, il compositore venezuelano Simón Diaz e il poeta cubano Luis Carbonell. "Non è stato che a metà strada nella realizzazione dell’album che mi sono resa conto di quanto fossi ispirata da persone che non c’erano più. Le credenze afrocubane dicono che gli spiriti di coloro che amiamo e ammiriamo da un punto di vista artistico o personale continuare a circondarci. Lo trovo meraviglioso".

"Ho una relazione con il violino che è appassionata e preziosa - confida a proposito del suo strumento made in Italy - E' come un partner, un amante, ci completiamo a vicenda. E abbiamo ancora tanta strada da percorrere, lui e io, insieme. Sempre al servizio della musica, e degli antenati".

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