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Tv: Discovery supera la prova del Nove, +107% share primo trimestre 2017

26 aprile 2017 | 13.17
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Maurizio Crozza in 'Fratelli di Crozza', in onda sul Nove
Maurizio Crozza in 'Fratelli di Crozza', in onda sul Nove

di Antonella Nesi

Piccole generaliste crescono, in maniera esponenziale. È il caso del canale Nove, che nel primo trimestre del 2017 ha ottenuto nel prime time una media dell'1,53% di share, mettendo a segno un +107% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, e una media dell'1,23% nell'intero giorno (con un +35% sul 2016, che diventa +51% nelle prime tre settimane del mese di aprile).

Acquistata nel gennaio del 2015 dal gruppo Discovery, che lo ha comprato dal Gruppo L'Espresso, l'ex Deejay Tv ha abbandonato definitivamente la vecchia denominazione solo dal 3 ottobre 2016 diventando definitivamente solo Nove, che è anche la posizione che il canale ha sul telecomando della tv digitale terrestre. Certo i numeri delle generaliste storiche sono lontani ma la prima sfida Nove l'ha già messa a segno: mantenere negli ascolti la promessa contenuta nel nome. Attualmente è infatti il nono canale nazionale in prime time, salendo di 11 posizioni rispetto all'anno scorso.

"Siamo un po' Davide contro Golia ma ci stiamo prendendo le nostre soddisfazioni", dice all'Adnkronos Laura Carafoli, Chief Content Officer di Discovery Sud Europa. "Il vero cambio di programmazione è iniziato nell'autunno scorso. Ed avere già centrato la nona posizione in prime time, che era il nostro obiettivo quando siamo scesi nell'arena delle generaliste è un risultato che ci inorgoglisce", aggiunge Carafoli. Nove è infatti l'unica rete generalista della galassia italiana di Discovery, che conta poi diversi altri canali tematici o fortemente targettizzati su pubblici specifici come Real Time, DMAX, Giallo, Focus, K2, Frisbee e Discovery Channel.

Un risultato ottenuto con una rivisitazione totale del palinsesto e con l'arrivo di nuovi volti, a partire da Maurizio Crozza e dal suo 'Fratelli di Crozza', che permette a Nove, di essere settimo o ottavo canale il venerdì sera (a seconda dell'andamento della sfida con 'Italia's Got Talent' su Tv8), ovvero di superare in quella serata la ben più longeva La7. "Crozza è stato un ottimo investimento - spiega Carafoli - almeno per tre ragioni: la prima è qualitativa, perché avere un contenuto come il suo programma nobilita un po' tutta la programmazione; la seconda è di marketing perché Maurizio Crozza è uno di quei rari personaggi che è anche un brand e in qualche modo il lancio della sua presenza ha fatto scoprire il canale Nove a molte persone; la terza è quantitativa perché la media del suo programma è intorno al 5%".

Con Crozza Carafoli ha siglato un accordo per 22 prime serate l'anno per tre anni. La media ottenuta dalle puntate fin qui andate in onda è di 1.200.000 spettatori con il 4,7% di share (con un picco registrato il 3 marzo di 1.500.000 di spettatori e del 5,5% di share). "I colleghi americani si stanno molto divertendo con noi italiani, proprio per la capacità di creare evento che hanno alcuni volti", spiega la responsabile dei contenuti di Discovery per il Sud Europa, che si occupa dunque oltre che dell'Italia, di Francia, Spagna e Portogallo. Altri volti che infatti stanno dando risultati importanti sono quelli di Max Giusti, cui è stato affidato il game show di access prime time 'Boom!' (che totalizza una media di 522.000 telespettatori e del 2% e quadriplica l'ascolto rispetto al 2016, in una fascia di massima competizione per le generaliste), e quello di Antonino Cannavacciuolo (che con la nuova stagione di 'Cucine da incubo' totalizza una media di 671.000 spettatori e il 2,6% di share).

Ma i nomi del Nove sono destinati ad aumentare: "Questo è un anno davvero speciale per il mercato televisivo - sottolinea Carafoli - una delle ragioni per cui il telemercato appare molto frizzante è senz'altro il dibattito sul tetto agli stipendi Rai, che fa sì che molti talent si stiano guardando intorno. Ma l'altra ragione, meno locale, è la presenza sul mercato di nuove realtà come Amazon e Netflix che rendono il lavoro di chi si occupa di contenuti molto stimolante. È un momento, insomma, in cui niente è scritto sul marmo. E si possono creare sinergie nuove con interlocutori diversi".

Il lavoro di Discovery per il Nove non si limita solo alla politica di acquisizione di volti e programmi ma coinvolge professionalità e idee italiane nell'hub creativo che lavora per tutti i quattro Paesi del Sud Europa in cui Discovery è presente: "Vi faccio un esempio di grande successo che è 'Undressed', inventato in Italia -sottolinea Carafoli - è stato esportato anche in Usa. E adesso stiamo lavorando in maniera molto concreta alla coproduzioni di contenuti 'script', ovvero di fiction. Il fatto di avere più territori rende più facile l'investimento in progetti anche molto ambiziosi".

"Negli Usa hanno già cominciato questo tipo di produzione e uno dei primi frutti è 'Unabomber', la serie ispirata al criminale americano che tra il '78 e il '86 seminò il panico negli States inviando pacchi esplosivi. È una caccia all'uomo che potrebbe diventare anche un franchise. Speriamo - scandisce Carafoli - di dare vita presto a qualche progetto simile anche in Italia o in Spagna".

Dalla fiction allo sport: avendo acquisito i diritti per le prossime Olimpiadi per molteplici territori (compresa l'Europa), Discovery è attualmente impegnata in una trattativa con la Rai per la cessione dei diritti per l'Italia, definita per il momento da Viale Mazzini alquanto proibitiva. Trattativa che, nel caso fallisse, potrebbe portare ad una trasmissione in chiaro delle Olimpiadi su uno dei canali di Discovery in Italia. "Su questo, essendo in atto una negoziazione, non posso dire davvero nulla", conclude Carafoli.

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