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Nek: "L’Arena è il mio sogno realizzato. Il prossimo? La musica di un film"

22 maggio 2017 | 12.03
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Nek in concerto all'Arena di Verona (foto Francesco Prandoni)
Nek in concerto all'Arena di Verona (foto Francesco Prandoni)

di Antonella Nesi

L’Arena di Verona era il mio sogno. Ci sono stato diverse volte da ospite ma quando hai tu le redini in mano è un’emozione pazzesca”. È un Nek soddisfattissimo quello che incontra i giornalisti in camerino alla fine del concerto che domenica sera lo ha portato per la prima volta da padrone di casa nell’anfiteatro romano di Verona, con un sold out da 12.021 presenze, “senza infingimenti” sottolinea.

All'Arena “ci sono arrivato a 45 anni dopo quasi 26 anni di carriera. Nemo profeta in patria – dice ridendo Nek – ho dovuto suonare davanti a 25.000 persone a Santo Domingo o a 95.000 in Sudamerica prima di poter fare l’Arena. Ora ci sono dei giovani che fanno concerti qui dopo neanche due anni dal primo disco. Ma io ho fatto il mio percorso e sto vivendo una seconda giovinezza”, assicura l'artista al termine di un concerto di oltre due ore, con 28 brani in scaletta, dove prevale la sua anima rock ma c’è spazio anche per quella più pop e persino per un miniset più intimo, voce e chitarra, naturalmente elettrica. Un concerto che fa da spartiacque tra la fase primaverile e teatrale dell’Unici Tour e quella estiva che partirà da Carloforte il 23 giugno. Uno show in Arena dove Nek si mette in gioco completamente: con la sua voce inconfondibile, che risulta in grande forma, e come musicista polistrumentista, suonando su alcuni pezzi, oltre alla chitarra, anche i synth e il pianoforte. Non manca lo spazio per il suo alterego hip-hop, creato da J-Ax: a metà scaletta Filippo Nek Neviani veste i panni del ‘King’ ed entra dalla platea con l’accapatoio da pugile per intonare ‘Sassuolo/Palmsprings’. Sul finale del brano lo raggiunge proprio J-Ax per intonare ‘Freud’, il nuovo singolo che hanno realizzato insieme.

Il featuring di J-Ax si conclude con un siparietto-parodia della proposta di matrimonio Fedez-Ferragni , applauditissimo tra le risate. “È stata un’idea di mia moglie – racconta Nek a fine concerto – mi ha detto: ‘certo, sarebbe divertente se facessi la dichiarazione a J-Ax’. Ed io a quel punto ho detto: ‘No, è il mio concerto e la mano deve chiedermela lui’. Così abbiamo messo su questo gioco. Con J-Ax c’è sempre grande divertimento”, dice.

In procinto di ricevere ai Wind Music Awards il premio come artista italiano più suonato in radio nel 2016-2017 (con oltre 100.000 passaggi), Nek festeggia con questo concerto anche i 20 anni di ‘Laura non c’è’ (“una canzone è come un figlio e questa mia figlia compie vent’anni”, grida accolto da un boato del pubblico che lo accompagna poi in coro durante il concerto): “Sono molto legato a questa canzone. È stata la prima ad avermi aperto le strade del mondo, il successo internazionale”, ricorda il cantautore romagnolo, il cui pubblico attraversa ormai almeno due generazioni. “Ci sono quelli che erano ragazzi con ‘Laura non c’è’ e che continuano a seguirmi e i loro figli che mi hanno conosciuto da poco. Ci sono le teenager ma pure le ‘milfone’. I ragazzi un tempo non mi potevano vedere, perché le loro fidanzate mi adoravano. Adesso non è così: c’è anche il pubblico maschile”, sottolinea.

Così anche la scaletta del concerto ondeggia avanti e indietro nei suoi 25 anni di carriera: da ‘Uno di questi giorni’ dell’ultimo disco a ‘Se una regola c’è’ del 1998 a ‘Lascia che io sia’ del 2005. Nek non trascura di parlare con il suo pubblico, soprattutto quello più giovane e prima di intonare ‘Nella stanza 26’ (che racconta il riscatto di una prostituta) dice all’Arena: “Siamo bombardati da notizie negative, in nome dello scoop e degli ascolti. Io invece voglio raccontarvi una storia positiva”. Poi dopo il concerto spiega: “Ho due figlie e penso che se i ragazzi ricevono solo notizie negative pensano davvero che il mondo sia solo nero”. Realizzato il desiderio dell’Arena, Nek confessa che il prossimo sogno nel cassetto è “scrivere la colonna sonora di un film”. “Ho già un brano molto adatto ma vorrei farne il tema principale di un’intera colonna. Il mio sogno? Lavorare con Ferzan Ozpetek ma sono disposto a fare la gavetta…”. Quanto al futuro da musicista promette: “Il prossimo Nek? Proverà ad essere ancora una volta diverso. L’ultimo album era molto elettronico, il prossimo probabilmente sarà un’altra cosa”, dice Nek, che non esclude né l’uscita di un ‘Live in Arena’ né concerti ‘in combo’ con altri colleghi in futuro. “Io non escludo nulla: questa Arena è un punto di partenza non un punto d’arrivo”.

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