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Biglietti Vasco fino al 1200% in più

20 giugno 2017 | 17.26
LETTURA: 6 minuti

Biglietti Vasco fino al 1200% in più

'Mai più bagarinaggio online', 'Vasco contro i bagarini 2.0', 'Biglietti anti-bagarini per Modena Park'. L'eco dei titoli risuona ancora forte nell'aria con la dichiarazione di guerra fatta nei mesi scorsi da Vasco Rossi al secondary ticketing, ma nonostante gli sforzi del rocker e le multe milionarie dell'Antitrust agli operatori infedeli, sul web da qualche giorno è tutto un fiorire di annunci che propongono i biglietti di Modena Park a prezzi lievitati fino al 1200% in più.

Pronta la replica dell'entourage della rockstar: ''Noi abbiamo fatto il possibile e non abbiamo mai detto che avremmo fatto fuori il bagarinaggio -spiegano all'Adnkronos- è chiaro che il bagarinaggio online non può morire, ma con il biglietto trasparente e la rintracciabilità, facciamo quello che possiamo e cioè introdurre un nuovo modo di vendere. Rompiamo il monopolio; aver rotto questo monopolio è già tantissimo''.

Per settimane i titoli sulla crociata del Blasco contro il fenomeno del secondary ticketing hanno tenuto banco sui giornali, con l'addio a Live Nation e l'annuncio della partnership con Best Union, avvenuto lo scorso gennaio davanti alla platea delle grandi occasioni nella sede milanese della Siae. Però, malgrado gli sforzi del Blasco, man mano che ci si avvicina al mega concerto del primo luglio a Modena Park, organizzato per festeggiare i suoi 40 anni di carriera e che ha già battuto il record mondiale delle 220mila presenze, sul web sono sempre di più i siti o i gruppi Facebook dove fioccano le proposte di acquisto al rialzo tra privati.

In particolare dopo la chiusura del secondo e ultimo lotto di biglietti, l'entusiasmo dei fan per il forte messaggio di legalità lanciato dal Kom ha lasciato spazio all'intraprendenza più spregiudicata di chi si è accaparrato i biglietti. Per avere un'idea, basta dare un'occhiata ad alcuni degli annunci apparsi online: dai più modesti cento euro richiesti per un biglietto del Pit3, lo spazio più lontano dal palco che nel canale ufficiale costava 50 euro, si arriva ai 600 euro per due biglietti di Pit1, il settore più caro che originariamente costava 75 euro. Il venditore però, in questo caso, offre anche lo sconto a 500 euro se i due biglietti si prendono in blocco. Poi ci sono le aste, arrivate a raggiungere una base di partenza di 900 euro per un Pit1.

''Quello che noi garantiamo sono 220mila biglietti venduti bene e in fretta -puntualizzano- finora non sono pervenute lamentele dai fan di Vasco che negli anni scorsi hanno sempre avuto qualcosa da ridire; questo vuol dire che non c’è più quella malattia che c’era prima. Noi non abbiamo guarito la malattia, ne abbiamo tolto i sintomi. Quello che si trova sui siti è solo una percentuale minima che esiste fintanto che esiste chi è disposto a pagare''.

A livello legale la questione è un po' complessa: teoricamente la rivendita di biglietti precedentemente acquistati nei canali ufficiali non costituisce illecito, tanto che una sentenza della Corte di Cassazione, la 20.227 del 13 giugno 2006, stabilisce che qualora i biglietti acquistati non abbiano provenienza illecita non si può configurare tale ipotesi di reato. La differenza è data dal soggetto che rivende: un singolo utente che acquista qualche biglietto in più e poi lo rivende per recuperare il costo sostenuto non commette reato; le società che impiegano questo sistema, tramite appositi software che polverizzano le vendite in un tempo brevissimo per poi rivendere gli stessi a prezzi esorbitanti, rischiano di alterare il mercato a danno degli consumatori finali. Ed è proprio questo aspetto che l'Antitrust ha sanzionato ai colossi del ticketing.

In futuro qualcosa, però, potrebbe cambiare visto che lo scorso dicembre il Senato ha dato l'ok all'emendamento presentato dal governo alla legge di bilancio che stabilisce il divieto di rivendita da parte di soggetti terzi rispetto alle biglietterie autorizzate e introduce multe da 30mila a 180mila euro per ciascuna violazione accertata, oltre alla rimozione dei contenuti e l'oscuramento del sito web. Nel frattempo, però, il secondary ticketing continua a colpire.

Sull'onda del progetto del rocker di Zocca, lo scorso gennaio, al teatro Franco Parenti di Milano, Claudio Trotta, promoter italiano di Bruce Springsteen, aveva ironicamente concluso una conferenza dedicata al fenomeno spiegando di essere certo che sarebbe stata l'ultima, dal momento che in un anno il bagarinaggio online sarebbe stato sconfitto. Peccato, però, che si stia rivelando una mission impossibile.

Qualche perplessità era emersa anche durante la presentazione del nuovo sistema di acquisto dei biglietti di Vasco, tanto che gli organizzatori avevano tenuto a precisare che pur con tutte le cautele del caso, ovvero l'acquisizione del diritto d'acquisto nel rispetto dell'ordine di richiesta, i biglietti nominali, il limite a non più di 4 biglietti per transazione e a non più di 2 transazioni a testa, la richiesta di residenza, codice fiscale, numero di telefono, praticamente di tutto tranne i dati del sangue e del colesterolo, quella procedura tanto macchinosa non sarebbe stata comunque in grado di garantire la scomparsa del bagarinaggio tra privati.

Di certo c'era che non sarebbe più stata la società incaricata di vendere i biglietti a toglierli dal mercato per rimetterli in vendita a prezzi stellari. Tuttavia, quello che forse gli organizzatori non avevano calcolato era la portata di ciò che in realtà sta succedendo in queste ore tra chi è riuscito a comprare i biglietti e chi è arrivato troppo tardi e cerca un'ultima occasione. E' impossibile dire se finora qualcuno sia riuscito a concludere un affare, anche se nel caso di un'asta per 2 biglietti Pit1 con base di 401 euro le offerte pervenute sono già 72. In molti casi, però, gli annunci pubblicati su Facebook hanno un lungo seguito di post di protesta, insulti e minacce di denuncia reciproche tra venditori e compratori.

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