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Lirica: Emma Dante, opera va rivitalizzata, vorrei affrontare Mozart e Wagner

28 agosto 2017 | 17.32
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Una scena del 'Macbeth' con la regia di Emma Dante (Foto Franco Lannino / Studio Camera) - STUDIO CAMERA
Una scena del 'Macbeth' con la regia di Emma Dante (Foto Franco Lannino / Studio Camera) - STUDIO CAMERA

"Servono nuove chiavi di lettura per rivitalizzare l'opera lirica, non solo per richiamare a teatro i giovani, ma anche per il pubblico tradizionale e i melomani. Va fatto un ragionamento per ridare nuova vita a quest'arte straordinaria che è il teatro musicale, perché altrimenti si rischia di ascoltare capolavori mummificati dall'immobilità". Lo afferma all'Adnkronos Emma Dante, la regista palermitana che ieri a Edimburgo ha ricevuto il prestigioso Angel Herald Award, il premio dei critici del quotidiano 'The Herald', per la sua regia del 'Macbeth' di Verdi, che ha debuttato Teatro Massimo di Palermo (coprodotto con il Regio di Torino e lo Sferisterio di Macerata, dove andrà in scena nel 2019) ed è andato in scena al Festival della capitale scozzese.

Dante precisa però che "rivitalizzare non significa necessariamente fare provocazioni fini a sé stesse, che non portano a niente neppure nel teatro di prosa. Mi danno fastidio a prescindere - aggiunge la regista - soprattutto nell'opera lirica, quando sono in disaccordo con il libretto e la musica. Sono solo forzature".

Attrice, regista e drammaturga, da sempre vicina al teatro d'avanguardia, Dante debutta nella regia lirica nel 2009 alla Scala con 'Carmen': "Ho avuto la fortuna di cominciare da lì con grandi interpreti come Jonas Kaufmann e Anita Rachvelishvili, che aveva attitudini attoriali molto interessanti" spiega, sottolineando che il suo lavoro con i cantanti "si basa sulla recitazione, sui movimenti scenici che diano un senso alle parole che cantano. Non possono cantare e basta".

'Non voglio inflazionare questa attività ma mettere in scena solo titoli che abbiano senso nel mio percorso'

Dante tiene però a sottolineare di non volere diventare una regista lirica 'tout court': "Non voglio inflazionare questa attività, voglio solo affrontare le opere che mi piacciono, che abbiano un senso nel mio percorso. Ho rifiutato di fare la regia di titoli che non mi interessavano. Avevo il desiderio di mettere in scena Verdi, grande sognatore e maestro del tragico. Sono stata accontentata".

E confessa che le piacerebbe "affrontare il genio di Mozart, che secondo me è un punto di arrivo e non di partenza. Ma anche il 'Tristano e Isotta' di Wagner, grande capolavoro di bellezza del quale ricordo ancora la splendida regia di Patrice Chereau alla Scala (che aprì la stagione 2007/2008 del teatro milanese, ndr)".

Una sensibilità spiccata per il tragico, quella di Emma Dante, che nella sua carriera ha affrontato anche la commedia rossiniana. E' il caso della 'Cenerentola' andata in scena nel 2016 all'Opera di Roma. "Fu una sfida - ammette - e riuscii a trovare la chiave di lettura. Una cosa che devo a Carlo Fuortes che mi convinse a dirigere il capolavoro di Rossini dopo il successo della 'Muette de Portici' di Auber a Bari, spettacolo che mi piacerebbe molto venisse ripreso. Fuortes - conclude Dante - ha avuto un grande fiuto...".

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