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Lirica: commissario Sole, a rischio riequilibrio conti Fondazioni

04 ottobre 2017 | 19.10
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Una scena del 'Macbeth' di Verdi firmato Emma Dante al Teatro Massimo di Palermo (foto Franco Lannino /Studio Camera) - STUDIO CAMERA
Una scena del 'Macbeth' di Verdi firmato Emma Dante al Teatro Massimo di Palermo (foto Franco Lannino /Studio Camera) - STUDIO CAMERA

Poche luci e molte ombre nella relazione semestrale del commissario di Governo, Gianluca Sole, sull'andamento dei piani di risanamento delle fondazioni lirico sinfoniche italiane. Nel documento, datato settembre 2017 e relativo ai bilanci approvati del 2016 delle nove fondazioni che hanno beneficiato dei fondi statali per il risanamento previsti dalla Legge Bray, si parla infatti di un "miglioramento sul fronte dell'equilibrio economico, raggiunto da tutte le fondazioni ma ancora tutto da consolidare e, in ogni caso - scrive Sole - tranne pochissimi casi, insufficiente ad alimentare in misura rassicurante il processo di riequilibrio finanziario e patrimoniale nei modi e nei tempi previsti".

Un quadro abbastanza preoccupante soprattutto alla voce 'costi e ricavi', dove il commissario evidenzia ancora una volta (l'aveva già fatto nelle precedenti relazioni), la necessità di "ampliare in misura rilevante il divario fra ricavi e costi con azioni molteplici e contestuali". Ma è l'andamento della situazione finanziaria e patrimoniale delle fondazioni lirico sinfoniche "non positivo" a destare "forti preoccupazioni - scrive Sole - in quanto non riesce a far intravedere quei segnali di inversione di tendenza verso il riequilibrio (fissati per la fine del 2018, ndr), ormai necessari e non oltre rinviabili".

Il quadro che emerge, quindi, dall'analisi dei dati del 2016 condotta dal commissario Sole è "di un'inversione di tendenza nel livello di aderenza alle previsioni contenute nei Piani di risanamento" delle fondazioni liriche, in senso positivo. Ma gli stessi dati confermano anche, scrive Sole, "taluni gravi limiti gestionali (es. carente capacità di generare ricavi da mercato, rigidità nella struttura dei costi, etc.)" e "la criticità della condizione patrimoniale e finanziaria di quasi tutte le fondazioni lirico sinfoniche sottoposte al monitoraggio. Elementi questi ultimi che - avverte il commissario - ove non vengano rapidamente ed efficacemente affrontati con adeguate e proporzionate misure, anche di natura straordinaria, rischiano di precludere, al di là di ogni apprezzabile sforzo, il buon esito dell'azione di risanamento sin qui messa in campo dallo Stato in favore di queste fondamentali istituzioni culturali nazionali, almeno entro l'orizzonte temporale ad oggi fissato", che è la fine del 2018.

Tra i punti presi in esame nella relazione, le cosiddette 'alzate di sipario' che aumentano "rispetto ai Piani, seppure in misura contenuta (+2,1%)", anche se, scrive Sole, "non sempre tale scelta ha trovato positivo riscontro in termini di effettivo e coerente aumento del numero di spettatori". Quanto a questi ultimi, il commissario registra un aumento del 7,2% nel 2016 e sottolinea anche "l'incremento del tasso medio di saturazione dei teatri (occupancy rate), che passa dal 33 al 53%" e che, "ad eccezione delle fondazioni di Genova e Firenze", mostra "un incremento diffuso per tutte le altre fondazioni". "Rimane, tuttavia, l'evidenza dei teatri pieni (in media) a metà", sottolinea Sole, auspicando che su quest'area di performance si lavori "ancora e meglio", trattandosi di "un obiettivo fondamentale nella prospettiva del risanamento e della ripresa non solo economica" delle fondazioni liriche.

I ricavi invece crescono rispetto agli obiettivi dei Piani di risanamento dello 0,5%, dato apparentemente minimo ma in realtà significativo visto che nel 2015 lo scostamento era del -5,4%. Anche sul fronte dei costi, la relazione di Sole registra un impegno al contenimento con alcune fondazioni (Bologna, Genova e Trieste) che "hanno addirittura registrato una riduzione dei costi operativi totali rispetto alle previsioni dei Piani". Ma quello che l'analisi di Sole evidenzia è "la generalizzata inadeguatezza della gestione economica" delle Fondazioni "a generare risorse congrue con i livelli di indebitamento cumulati negli anni". E sottolinea che, ad eccezione dell'Arena di Verona, tutti i teatri "presentano valori al meglio di poco superiori al 10% del debito totale. Un risultato purtroppo ancora largamente inadeguato" per "raggiungere l'auspicato riequilibrio finanziario in tempi ragionevoli".

Tra le nove fondazione prese in esame, a destare maggiore preoccupazione, secondo la relazione di Sole, è il Maggio Musicale Fiorentino dove la situazione complessiva "permane gravemente critica sia sotto il profilo finanziario che patrimoniale" e mette "seriamente a rischio la realizzabilità del percorso di risanamento intrapreso e la tenuta della continuità aziendale". Sole ricorda che "proprio in considerazione della criticità della situazione", è stato chiesto al Maggio di "riformulare il proprio Piano di risanamento per il triennio 2016-2018, prevedendo, tra le altre misure, una adeguata ri-patrimonializzazione dell'Ente da parte dei soci".

Anche al Carlo Felice di Genova la situazione "si conferma complessivamente critica", scrive Sole, parlando di "pesante scostamento negativo dagli obiettivi del Piano del risultato d'esercizio". Anche in questo caso il commissario parla di "indifferibile impegno degli enti soci volto, nel breve periodo, a rafforzare adeguatamente la dotazione patrimoniale". L'Opera di Roma, secondo Sole, presenta "valori migliori nella gestione operativa, fatta eccezione per le voci di costo relative alla produzione e al personale", ma una situazione patrimoniale "fortemente critica", gravata da "un debito troppo elevato, soprattutto se riferito all'esigua dotazione patrimoniale e - prima ancora - all'estrema difficoltà a generare flussi di cassa adeguati al servizio del debito".

Anche nel caso del Costanzi, avverte Sole, "se la gestione caratteristica non è in grado di generare flussi consistenti di risorse idonei a finanziare la riduzione del debito accumulato", allora sarà "inevitabile" un "intervento straordinario" da parte dei soci (attuali o eventuali nuovi) di "ri-capitalizzazione della fondazione". In questa direzione il commissario parla di rafforzare l'azione sul "fund raising da privati" verso "l'obiettivo di un deciso miglioramento".

"Nel complesso in linea con le previsioni del Piano" sono i risultati di gestione del 2016 del Teatro Petruzzelli di Bari, anche se "desta forte preoccupazione", secondo la relazione del commissario governativo, il "mancato rafforzamento patrimoniale, previsto nel Piano per il 2016 e solo in minima parte realizzato". Risultati "almeno in parte positivi" sono quelli del Teatro Comunale di Bologna, ma Gianluca Sole segnala "la situazione critica dello stock debitorio, che cresce dell'11,6% rispetto alla stima del Piano, raggiungendo quota complessiva di 28,36 milioni di euro".

Anche il San Carlo di Napoli presenta una gestione 2016 dagli "esiti solo in parte positivi". Nella valutazione pesano "sia il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi economici previsti nel Piano", sia "una struttura finanziaria e patrimoniale fortemente sbilanciata". Sole parla di "elevato indebitamento" e "parimenti elevato livello di crediti".

Diversa la situazione al Massimo di Palermo dove la relazione del commissario registra "un generale miglioramento dei risultati, sia rispetto agli obiettivi del Piano 2016 che rispetto al consuntivo 2015". Sole rileva alcuni "andamenti critici" nell'area finanziaria relativi allo "stock del debito e all'ammontare dei crediti". Il debito però può essere ricondotto in parte "alla mancata erogazione del finanziamento dello Stato". In ogni caso, esaminando la gestione operativa del Massimo di Palermo "emergono - scrive Sole - risultati economici migliori rispetto alle previsioni del Piano".

Per quel che riguarda il Teatro Verdi di Trieste, Sole parla di "un generale e positivo allineamento dei risultati dell'esercizio rispetto alle previsioni di Piano", a fronte di "alcuni valori critici" che riguardano i crediti e il debito che "ha registrato un incremento del 5% rispetto alle stime del piano, raggiungendo il valore complessivo di 27,1 milioni di euro (a fronte dei 25,7 previsti)".

L'Arena di Verona, infine, che è entrata nel sistema di monitoraggio per la prima volta avendo chiesto l'accesso al piano di risanamento dopo le altre fondazioni, presenta "risultati operativi di assoluto rilievo - scrive Sole - tra i quali spicca (unica tra le fondazioni oggetto di monitoraggio) un margine di produzione considerevolmente in attivo". Di fronte a questi dati positivi, però, fa da contraltare "lo stato di alta criticità in cui versa la fondazione sotto il profilo finanziario". Il commissario giudica quindi "imprescindibile individuare da subito nuove e maggiori entrate entro e - soprattutto - oltre l'orizzonte del Piano (2016-2018), che abbiano un impatto significativamente positivo sul flusso di cassa della fondazione".

Il commissario fa riferimento a "flussi finanziari ulteriori" che potrebbero derivare "sia dalla gestione ordinaria", sia "da operazioni straordinarie (come una ri-patrimonializzazione in denaro della fondazione da parte degli enti soci e/o di terzi, anche dilazionata nel tempo)".

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