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E' legge il riordino dello spettacolo. Franceschini: "Impegno mantenuto"

08 novembre 2017 | 21.27
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Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini - Foto dal profilo pubblico   su FB
Il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini - Foto dal profilo pubblico su FB

La Camera ha dato il 'via libera' definitivo, con 235 voti favorevoli, 13 contrari e 122 astenuti, alla legge per il riordino del settore spettacolo e alle deleghe in materia al governo. Il provvedimento è stato fortemente voluto dal ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, che è stato presente a tutti i passaggi parlamentari della legge. Già approvato nell'ottobre 2016 dal Senato, il provvedimento non ha subito modifiche alla Camera e quindi, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, diventerà legge dello Stato. In attesa dei regolamenti attuativi, lo stesso Franceschini, parlando in aula a Montecitorio, ha detto che la legge sarà operativa all'inizio del 2018. "La nuova legge incrementa le risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo, estende l’ArtBonus a tutti i teatri, rende permanente il tax credit musica, introduce maggiore trasparenza, porta sostanziali novità per il rilancio e la crescita del settore e prevede il graduale superamento della presenza degli animali nei circhi. Un altro impegno mantenuto: dopo la nuova legge sul cinema ora la nuova legge sullo spettacolo attesa anch'essa da anni e anni", ha commentato Franceschini che ha ringraziato il Parlamento "per aver voluto e consentito un’approvazione in tempi brevi. Mi pare un segno molto importante l'atteggiamento aperto e collaborativo delle opposizioni che ringrazio, anche perché non è la prima volta su provvedimenti che riguardano la cultura".

Il provvedimento prevede dunque, come prima cosa un aumento delle risorse per lo spettacolo: 19 milioni di euro in più al Fus (Fondo unico per lo spettacolo) per i prossimi due anni (9,5 mln l'anno per il 2018 e il 2019) e 22,5 milioni di euro in più dal 2020. La riforma estende inoltre l’Art Bonus a tutti i settori dello spettacolo: grazie al provvedimento anche le orchestre, i teatri nazionali, i teatri di rilevante interesse culturale, i festival, i centri di produzione teatrale e di danza, i circuiti di distribuzione potranno avvalersi del credito d’imposta del 65% per favorire le erogazioni liberali finora riservato esclusivamente alle fondazioni lirico-sinfoniche e ai teatri di tradizione.

La legge stabilizza il tax credit musica, beneficio riconosciuto alle imprese produttrici di fonogrammi e videogrammi musicali e produttrici di spettacoli di musica dal vivo per la promozione di artisti emergenti, con oneri pari a 4,5 milioni di euro a decorrere dal 2018. Grazie a questa riforma inoltre il sostegno statale allo spettacolo dal vivo si estende alla musica popolare contemporanea, ai carnevali storici e alle rievocazioni storiche e verrà riconosciuto il valore di diverse forme di spettacolo, tra cui le pratiche artistiche amatoriali, le espressioni artistiche della canzone popolare d’autore, il teatro di figura, gli artisti di strada. La legge autorizza anche la spesa di 4 milioni di euro per attività culturali nei territori colpiti dal sisma del Centro Italia. Viene poi aggiornata la disciplina delle fondazioni lirico-sinfoniche, che godranno di un fondo specifico governato da nuovi criteri di erogazione dei contributi statali, parametrati in base alle risorse ricevute da privati, Regioni e Enti Locali e alle capacità gestionali dimostrate. Per quanto riguarda la discussa presenza degli animali nei circhi, osteggiata soprattutto dalle associazioni animaliste, le nuove norme prevedono il graduale superamento dell’utilizzo degli animali sia nelle attività circensi che in quelle dello spettacolo viaggiante. Nasce infine il Consiglio superiore dello spettacolo, organismo consultivo del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo che sostituisce la Consulta per lo spettacolo. Il Consiglio avrà compiti di consulenza e supporto nell’elaborazione e attuazione delle politiche di settore, nonché nella predisposizione di indirizzi e criteri generali relativi alla destinazione delle risorse pubbliche per il sostegno alle attività di spettacolo.

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