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Insinna e lo share: "Non è che uno lo fa apposta a non fare il 35%"

14 novembre 2017 | 15.51
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Non è che uno lo fa apposta a non fare il 35% (di share, ndr)... sennò andiamo in Cina. Qui ogni giorno escono canali nuovi, ci sono tre televisori in ogni stanza e noi siamo sempre gli stessi. Mia madre vede la pesca d’altura…". Scherza così Flavio Insinna toccando lo spinoso tema dei dati di ascolto televisivi e citando la Cina, i cui oltre 1,3 miliardi di abitanti possono garantire maxi ascolti a tutti. Insinna ha affrontato il tema durante la presentazione della serata Unicef 'Prodigi - la musica è vita', di cui sarà il conduttore insieme ad Anna Valle su Rai1 sabato 18 novembre alle 21.25.

"Avete pensato cosa significa provare in studio il giorno dopo che hai fatto poco… non ti saluta nemmeno lo sgabello", continua sarcastico in tema di ascolti, prima di tornare a quanto accaduto nei mesi scorsi: "Qualche strillo… significa 'se t’abbassi (nello share, ndr) te chiudono', e infatti ci hanno chiuso. E io l’ho detto prima che accadesse!". E poi, aggiunge, "se Unicef, Emergency, Comunità di sant’Egidio, Airc, mi chiamano per presentare le loro iniziative, vuol dire che quello che fai a bassa voce conta di più di qualche strillo che fai!".

Una sottolineatura che ha un intento preciso, quello di evitare che anche 'Prodigi', programma tutto studiato per la raccolta fondi di Unicef, finisca nel calderone delle trasmissioni 'pesate' e criticate in base allo share: "Questo non è un programma, è una scelta di campo. In questo mondo dove c’è la terza guerra mondiale a pezzetti, come ha detto il Papa, dire che noi siamo fortunati perché viviamo da questa parte del pianeta diventa egoismo quando non fai nulla. E io sono sicuro che ci sarà la solidarietà delle persone di buona volontà, del popolo di Rai1. Ci si deve schierare. E bisogna farlo adesso”.

"E voi - dice rivolto alla stampa - fate un brutto servizio al Paese se il giorno dopo scrivete 'Prodigi' ha fatto il 2% e gli altri hanno fatto il 34%… Non è un programma fatto contro un altro programma. Questa volta la cosa è diversa. 'Prodigi' è Rai1 e Unicef che stanno insieme cercando di fare cose belle". E a chi potrebbe dirgli che per lui è facile fare beneficenza perché è ricco, replica in anticipo: "Il vostro euro vale molto di più dei 5mila che ci metto io!". Buonismo? "Lo chiama così chi rosica e non ha voglia di fare del bene!".

"PER L'UNICEF FACCIO TUTTO GRATIS COME SEMPRE"- Insinna chiarisce in premessa lo spirito con cui ha accolto la richiesta di condurre, assieme ad Anna Valle, la serata Unicef. "Neanche era uscita la notizia della mia conduzione di 'Prodigi' su Rai1 che già era partito il refrain 'Quanto è bravo, sì ma quanto je danno!'. Lo faccio gratis - dice a chiare lettere - Non me lo hanno detto loro! Abbiamo fatto uno scherzo con la mia agente. Lei gli ha chiesto quanto io valessi per questa prima serata, come fosse una trattativa vera. Loro hanno indicato quanto e io gli ho risposto di destinare quella cifra ai bambini dell’Unicef. E questo lo faccio da sempre".

"Siccome fa notizia solo quando inciampi - sottolinea - allora forse è meglio che io dica tutte le volte che ho presentato gratis. Anzi, pagandoci le tasse sopra, visto che mi pagavano e li rigiravo al Telethon. Questo sono io! In ogni caso, come diceva Corrado, non finisce qui! Se Unicef, Emergency, Airc, Comunità di sant’Egidio, mi chiamano per presentare le loro iniziative, vuol dire che nella vita…", dice ancora Insinna e completa la frase con una sorta di inchino.

"Dimmi tu chi non inciampa - continua Insinna - Ci sono, però, i leoni da tastiera che scrivono, gli odiatori seriali, che dicono ‘tutti giù per terra’. Che cattivo! Mica ci può venire a dire di fare del bene! E invece sì, io te lo posso dire perché nella stessa giornata c’è il bianco, il rosso, il grigio, il fucsia, il beige, ci sei tu che non hai voglia di lavorare e io che te lo dico male perché se tu lavorassi bene io non griderei! Ecco, insomma, non ci sono solo sfumature di grigio ma ci sono sfumature di tutti i colori".

"Mi è arrivata una lettera del Premio Borsellino, poco dopo che è scoppiato quel casino - racconta Insinna, riferendosi sempre al fuori onda di maggio scorso - E Borsellino vale più di insulti preconcetti di chi non ha capito niente e ha sparato fuori. E perché poi? Perché sei ricco, sei alto, fortunato e allora? Allora tutti giù per terra. Ma per l’ennesima volta questa è la testimonianza che c’è un mondo di buon senso. Che poi neanche possiamo parlare di buon senso perché di conduttori liberi ce ne sono tanti!".

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