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Lirica

Prima alla Scala, 11 minuti di applausi

07 dicembre 2017 | 18.49
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(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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Undici minuti di applausi per l'Andrea Chenier, l'opera che ha inaugurato la stagione lirica del teatro alla Scala di Milano, ma anche qualche 'buuu' all'uscita del regista Mario Martone e del tenore Yusif Eyvazov. La rappresentazione ha preso il via sulle note dell'Inno di Mameli. Con Eyvazov, nella parte di Andrea Chenier, Anna Netrebko, che ha interpretato Maddalena de Coigny, e Luca Salsi, nelle vesti di Carlo Gerard,l'opera 'verista' di Umberto Giordano diretta dal maestro Riccardo Chailly ha comunque molto convinto il pubblico che ha tributato un lungo omaggio, con rose sul palco insieme a una pioggia di coriandoli. Sono piaciute, moltissimo, le scene di Margherita Pally. Tra melomani e appassionati, così fortemente coinvolti lo scorso anno dal melodramma di 'Madama Butterfly', molti i dubbi alla vigilia, poi sciolti con la rappresentazione di questa sera. Un'opera didascalica, anche grazie alla ricchezza di dettagli inseriti dal librettista Luigi Illica, ma al tempo stesso coinvolgente, complice la storia che viene narrata. "Quando cantanti, coro e musicisti sono tutti al meglio, è difficile batterci". Così il sovrintendente alla Scala Alexander Pereira, a conclusione dell'opera, parlando con i cronisti nel backstage.

Per il cantante Eyvazov "è andata molto meglio di quanto pensassi, di quanto mi aspettassi" confessa alla fine dello spettacolo. "E' la serata più felice della mia vita artistica". A chi gli domanda se la sua nota caparbietà lo abbia aiutato ad affrontare il palco, "è la sola cosa - assicura - che mi ha salvato questa sera". "Molto felice" Anna Netrebko, moglie del tenore, e interprete principale, che ha voluto ringraziare ogni singola maestranza e ciascuno che ha curato la mesa in scena. Per il maestro Chailly è stata, assicura, "una grande emozione, sono molto contento del risultato globale. C'era la volontà da parte di tutti di dare il meglio. Tutti erano consapevoli dell'importanza di tornare con un capolavoro che da troppo tempo mancava. L'orchestra ama questa opera. Anzi, di più". Quella sul palcoscenico alla Scala è "una emozione che si rinnova ogni volta". "I cantanti - aggiunge ancora - hanno dato il massimo. Il finale è stato molto toccante con le voci che si uniscono. Un momento veramente emozionante". Per Luca Salsi, che ha interpretato Gerard, "la nostra rivoluzione deve partire da qua, dalla cultura". A chi gli domanda se non gli è dispiaciuto non ricevere per se' gli applausi (i cantanti sono sempre usciti tutti insieme), risponde "non ho scelto io, ma gli applausi sono belli tutti". E proprio sul finale si è consumato un piccolo giallo, quando dopo tanti minuti di applausi si è udito anche qualche buuu. Il momento è coinciso con l'uscita in scena del tenore e del regista Martone, ma molto probabilmente, spiegano dal loggione, si è trattato di un doppio disappunto: per il fatto che i cantanti non uscissero da soli e non si prestassero così al giudizio singolo (ma la scelta, va detto, non è loro); e perché è sembrato che ci fosse un eccesso di fiori e claque all'indirizzo di Eyvazov. In tutti i casi, poco importa, la prima è stata un trionfo.

La zona attorno al teatro è stata controllata da un ampio dispiegamento di forze di sicurezza tra agenti in borghese e agenti in divisi, ma lo scoppio più temibile è quello di colorati fuochi d'artificio, che quest'anno hanno sostituito petardi e fumogeni, sulle note di Caparezza e Jannacci. "E' la festa dei milanesi, va bene così", ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, arrivando a Teatro a chi gli chiedeva delle defezioni. L'Andrea Chènier, ha detto Sala alla fine della prima,"mi è piaciuto moltissimo, hanno realizzato un'opera straordinaria". "C'era - aggiunge - qualche timore per possibili contestazioni sul tenore, che sconta soltanto la colpa di essere il marito di Anna Netrbko, ma è stato più che all'altezza". Insomma, "una bellissima serata che conferma la Scala il tempio della lirica. Non ci saranno sempre Prime con opere italiane ma quando ci sono io sono contento".  

POCHI VIP E BOSCHI ENTRA DAL RETRO - La più attesa è entrata dal retro per evitare i giornalisti e si è seduta subito sul palco reale. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi ha voluto evitare così l'affollato foyer di una Prima della Scala dimessa, senza grandi presenze del mondo della politica e poche di quello della finanza. Il primo atto dell'Andrea Chenier, ha detto il sottosegretario Boschi, "mi è piaciuto molto, ho avuto il piacere di andare a salutare il maestro e la soprano, straordinaria. Il pubblico ha apprezzato il ritorno dopo tanti anni di questa rappresentazione". Spiega, Boschi, di avere colto "grande entusiasmo, hanno rotto subito il ghiaccio bene.  E non era scontato, ma siamo scaramantici, aspettiamo fino alla fine" dice, poi confessando di amare "molto l'opera: da giovane studentessa a Firenze ero abbonata alla stagione operistica. Adesso ho un po' meno tempo, ma quando si ha la fortuna di avere serate come queste, cerco davvero di prendermi una pausa da tutto il resto e immergermi nella bellezza del teatro, della musica e dell'opera". "E la mia prima volta alla Scala" spiega ancora Boschi che al Piermarini è accompagnata dal fratello Emanuele, "e sono particolarmente contenta anche per questo, mi mancava. Ho girato tutti i teatri principali italiani ma qui non ero ancora stata. Ha salutato Carla Fracci, l'anno scorso eravamo insieme alla prima al San Carlo di Napoli. Chi è che non la ama? Tutto il mondo la ama e ce la invidia".

Bellissima l'attrice Margherita Buy e Giovanna Salza, in abito rosso, insieme a Carla Fracci, in bianco.  Erano attesi e non hanno fatto mancare la loro presenza i ministri Pier Carlo Padoan e Dario Franceschini. Pochi i banchieri: ci sono Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa SanPaolo e Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi banca. In sala, tra i 'big', Claudio Costamagna, Giuseppe Vegas, John Elkann, Antonio Patuelli, Livia Pomodoro, Davide Serra, Francesco Starace, Franco Bassanini, Livia Pomodoro, Pier Gaetano Marchetti, Diana Bracco, Mario Monti, Giuseppe Recchi, Arnaud DePuyFontaine, Fedele Confalonieri, Emma Marcegaglia, Massimo Tononi, Raffaele Cantone e Corrado Passera.

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